La pratica è da annoverare tra quelle del classico fai-da-te. Pratiche tanto comuni quanto rischiose, quando si parla di farmaci o di diagnosi fatte con l’aiuto della rete (lo abbiamo visto anche nei giorni scorsi, parlando di ansia da coronavirus). Questa volta ci occupiamo di aspirina e del fatto che in tanti ne fanno uso, soltanto perché sono convinti che aiuti a prevenire l’infarto.
È risaputo che l’acido acetilsalicilico, o aspirina, ha un potente effetto fluidificante sul sangue. Evitando che le piastrine formino grumi, può essere un valido aiuto per migliorare la circolazione nei piccoli vasi sanguigni. E non sono poche le persone che utilizzano l’aspirina a scopo di prevenire l’infarto, assumendone una al giorno, senza alcuna necessità.
Ne parla Giulio Stefanini, cardiologo di Humanitas e docente di Humanitas University in un articolo apparso su Humanitasalute, che vi proponiamo di seguito.
L'aspirina non è indicata a prevenire l'infarto
Prima di tutto è necessario fare una premessa. L’aspirina è un appurato strumento di prevenzione cardiovascolare in quanto riduce l’aggregabilità delle piastrine, riduce il rischio di trombi e può aiutare a prevenire le trombosi vascolari. Ciò non significa che, in assenza di qualunque malattia, sia consigliabile assumerla in prevenzione primaria. L’aspirina, infatti, non è priva di effetti collaterali, che possono manifestarsi
a livello dello stomaco, con acidità,
emorragie in caso di rottura di capillari, sanguinamenti gastrici o epistassi.
Molto meglio tenere sotto controllo i livelli di colesterolo, smettere di fumare, modificare il proprio stile di vita verso scelte più sane, sia in alimentazione, sia per quanto riguarda l’attività fisica. Diversa è invece la situazione per coloro che hanno già avuto un problema di tipo cardiovascolare, magari dopo un evento ischemico, un infarto, un ictus o ancora una rivascolarizzazione, e utilizzano l’aspirina in prevenzione secondaria: qui diventa molto importante, perché aiuta a prevenire le recidive e a gestire tutte le altre terapie che si utilizzano in ambiente cardiovascolare.