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Festa Inter, rischio recidiva. Un danno a bar e ristoranti. La colpa? Di Lega Calcio e tifosi

Per domenica è stato organizzato un presidio davanti allo stadio di San Siro prima della partita dei nerazzurri alle 18. La Questura chiede di anticiparla per ordine pubblico, la Lega dice di no. Aperitivi a rischio

 
04 maggio 2021 | 13:14

Festa Inter, rischio recidiva. Un danno a bar e ristoranti. La colpa? Di Lega Calcio e tifosi

Per domenica è stato organizzato un presidio davanti allo stadio di San Siro prima della partita dei nerazzurri alle 18. La Questura chiede di anticiparla per ordine pubblico, la Lega dice di no. Aperitivi a rischio

04 maggio 2021 | 13:14
 

Se sbagliare è umano, perseverare è diabolico. E se la perserveranza oltrepassa anche un tentativo preventivo di fermarla, allora c'è proprio qualcosa che non va. Lo sbaglio, subito segnalato da Italia a Tavola a poche ore dal fattaccio, è rappresentato dai 30mila tifosi dell'Inter che domenica si sono radunati in piazza Duomo a festeggiare lo scudetto della loro squadra. La perserveranza sta nel fatto che gli stessi tifosi hanno organizzato per domenica un presidio davanti allo stadio Meazza di San Siro per salutare la squadra in occasione della partita Inter-Sampdoria in calendario alle 18. Il tentativo preventivo di fermare questo è stato della Questura che ha chiesto alla Lega Calcio di poter anticipare l'orario del fischio d'inizio per non portare i festeggiamenti a ridosso del coprifuoco, ma la stessa ha detto di no, al momento. Così gli aperitivi sono a rischio: chi avrà voglia di essere ancora travolto dal fiume di tifosi?

La festa interista di domenica (foto: Sky Sport) Festa Inter, rischio recidiva Un danno a bar e ristoranti
La festa interista di domenica (foto: Sky Sport)


Il "no" della Lega Calcio alla Questura

Perchè? Perchè la Lega Calcio dice di no alla Questura su un tema bollente che comprende l'ordine pubblico, il pericolo di focolai, il rischio di incidenti e disordini per straschici di polemiche dopo gli assembramenti di domenica? E possibile che i tifosi - cittadini uguali a tutti gli altri - non comprendano che far festa è lecito, ma che forse farla di questi tempi si può evitare? Non per buonismo, non per moralismo, non per mettere a tacere la libertà delle persone e raffreddare emozioni e passioni già messe a dura prova da Covid e decreti, ma perchè in questo momento ci sono delle priorità. Al di là del fatto che la festa "calda" è già andata in scena domenica, perchè a questo punto non aspettare la fine del campionato? Mancano 19 giorni, a quel punto forse la curva si sarà abbassata e il caldo avrà fatto la sua parte, davvero non si può attendere e dimostrarsi portatori sani di buonsenso?

Detto questo, i cittadini sono liberi di agire (più o meno...), ma la colpa della Lega Calcio è quella di essere un'istituzione che dice di no ad una richiesta di un organo decisamente più importante, imparziale e più conscio di quelli che sono i problemi di ordine pubblico (moltiplicati dalla situazione Covid) da gestire. Niente da fare, colpa che fa il paio con la pilatesca versione della Questura evidenziata nell'analisi su come ha gestito la situazione di domenica.

La versione della Questura sull'episodio di domenica

«La gestione dell’ordine pubblico è un delicato equilibrio tra interessi non sempre collimanti, i cui risultati positivi non sono facilmente visibili perché consistono spesso in ciò che non accade». Così il prefetto Renato Saccone ha provato a spegnere le polemiche sulla festa (esagerata) dei tifosi interisti per le vie di Milano.

Lo fa ricordando un principio fondamentale per chi si occupa di ordine pubblico: la mitigazione del danno: «Di fronte a 30mila tifosi esultanti non si usano idranti, né ha senso transennare una città. Bisogna coniugare le ragioni della prevenzione del contagio con la gestione dell’ordine pubblico e la tutela della incolumità delle persone». Ed è stato questo principio a guidare la gestione della festa. Il piano era stato studiato dal prefetto Saccone e dal questore Giuseppe Petronzi a metà settimana nel vertice del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza riunito in vista della possibile vittoria nerazzurra. Il questore aveva anche chiesto al Viminale e poi alla Lega calcio, la possibilità di anticipare la partita di sabato prossimo tra Inter e Sampdoria (alle 18 al Meazza) proprio per evitare festeggiamenti a ridosso del coprifuoco. Decisione bocciata dalla Lega Calcio: «Speriamo ci sia un ripensamento», confidano i vertici della questura visto che gli ultrà hanno annunciato un presidio fuori dallo stadio di San Siro.

Un piano a protezione dei ristoranti?

Al centro del "piano scudetto" della Questura l’idea di proteggere alcune aree della città senza impedire ai tifosi di scendere in piazza. Il tutto cercando di coniugare ordine pubblico ed emergenza sanitaria. L’obiettivo di base però era «evitare incidenti di qualsiasi natura, che non ci sono stati», come sottolinea la prefettura. E di conseguenza «ridurre nei tempi le manifestazioni di festa, con il rispetto del coprifuoco, per salvaguardare le tante attività commerciali e della ristorazione e il diffuso passeggio domenicale di un pomeriggio primaverile in zona gialla, così come è stato», sottolinea Saccone: «Chiudere piazza Duomo, spazio urbano ampio e con numerose vie di esodo, sarebbe stato inevitabilmente occasione di ancora più densi e rischiosi assembramenti». Da qui la scelta di lasciare libero accesso proteggendo la Galleria e il sagrato della cattedrale.

Identico discorso per aree già «calde» come Darsena, Brera e Arco della Pace. Qui gli aperitivi dei milanesi e le passeggiate delle famiglie sono stati travolti dall'ondata di tifosi che ha respinto entrambi movimenti. E chi ci è andato di mezzo? Ancora i pubblici esercizi, rimasti con meno clientela di quello che sarebbe stato possibile, in una domenica di grazia con sole finalmente primaverile e nessuna pioggia dal cielo. Domenica è previsto ancora sole, che la Lega Calcio alzi lo sguardo e faccia un ragionamento non da chi ha appena finito un aperitivo molto alcolico...

Serve più collaborazione a livello politico

Ma la speranza è anche a livello politico qualcuno chiami un time-out per calmare le acque, smetterla di utilizzare ogni episodio come pretesto per fare campagna elettorale e si faccia "quadrato" su ciò che sta accadendo nel Paese. Perchè dopo domenica, puntuale, è scoppiata la polemica politica. Se il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, si è limitato a dire che «l’importante è che non si verifichino più. Bisogna chiedere alle persone il rispetto delle misure di sicurezza», si è invece infiammato il rapporto Salvini-Sala.

Con un tweet al veleno Matteo Salvini ha in particolare attaccato il sindaco Beppe Sala: «Non poteva far entrare 20mila tifosi in uno stadio che ne contiene 80mila, invece di tacere e scappare? Milano ha ancora un sindaco?». Sui social network, Sala si è difeso dagli attacchi politici ripostando proprio le parole del prefetto Renato Saccone («abbiamo valutato che chiudere piazza Duomo, spazio urbano ampio e con numerose vie di esodo, sarebbe stato inevitabilmente occasione di ancora più densi e rischiosi assembramenti, sotto ogni profilo»). Poi, risponde alle parole di Salvini sull’uso dello stadio Meazza: «La risposta è no. Innanzitutto perché gli stadi sono chiusi - scrive Sala - E poi, come entrano ed escono 20mila tifosi senza assembrarsi?», conclude accompagnando il suo post con l’hashtag #ministropercaso.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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