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Ibra al ristorante in zona rossa? Anche i vip stanchi delle restrizioni

Il calciatore del Milan e co-conduttore dell'ultima edizione di Sanremo è stato fotografato all'interno del locale di Tano Simonato (chiuso per decreto) che dice: «Una cosa tra amici»

 
12 aprile 2021 | 17:20

Ibra al ristorante in zona rossa? Anche i vip stanchi delle restrizioni

Il calciatore del Milan e co-conduttore dell'ultima edizione di Sanremo è stato fotografato all'interno del locale di Tano Simonato (chiuso per decreto) che dice: «Una cosa tra amici»

12 aprile 2021 | 17:20
 

Zlatan Ibrahimovic rischia un doppio cartellino rosso. Dopo quello rimediato nell’ultima giornata di campionato (Parma-Milan) il calciatore rossonero è stato fotografato domenica all’ora di pranzo all’interno del locale di Tano Simonato, a Milano, con altre persone (compreso Tano).

Lo chef-patron dice che è stato solo un ritrovo tra amici, indiscrezioni sostengono si sia trattato di un pranzo vero. Senza voler entrare nel merito della questione, la verità è che clienti e ristoratori sono stanchi di attendere, ma servirebbe ancora un po’ di pazienza: le riaperture sono all’orizzonte.

Lo scatto incriminato Ibra al ristorante in zona rossa? Anche i vip stanchi delle restrizioni

Lo scatto incriminato

Cosa è successo nel locale

A diffondere lo scatto è stata la testata online Fanpage la quale ha spiegato che al tavolo con Ibrahimovic e Tano Simonato si trovavano altri commensali tra cui l’ex calciatore del Milan, Ignazio Abate. Naturalmente la fotografia potrebbe diventare “galeotta” perché il ristorante non avrebbe potuto aprire ad ospiti per via delle disposizioni in vigore domenica, quando Milano come tutta la Lombardia si trovava ancora in zona rossa.

La fotografia rivela anche, al di là dell’ipotetica infrazione principale, che nessuno di quelli rappresentati indossasse la mascherina (obbligatoria, a maggior ragione se al chiuso e senza distanziamento). Da altre immagini scattate dalla stessa fonte anonima si intravedono solo calici di vino, non piatti da pranzo in compagnia. Ma il resoconto di Fanpage è molto più dettagliato: Ibra si sarebbe fatto aprire il locale intorno alle 13.30 e il pranzo sarebbe costato circa 300 euro a persona. Il ristorante (una stella Michelin) si trova in via Petrarca e si chiama “Tano passami l’olio”, di proprietà di Tano Simonato, che ha ripercorso così l’episodio: «Ibra, Ignazio (Abate, ndr) e un altro amico carissimo sono venuti a trovarmi, siamo stati lì un paio d’ore e poi se ne sono andati a casa. È stata una cosa tra amici, noi ogni tanto ci vediamo da me se non ci vediamo da altri amici. Non hanno pranzato, da amici abbiamo bevuto un bicchiere di vino».

Gente e ristoratori stanchi delle restrizioni

Il ritrovarsi in compagnia sarebbe già di per sé non consentito per via delle disposizioni in vigore a domenica e quindi comunque ci sarebbe qualcosa da chiarire. Simonato non ha smentito l’apertura tenendo fede quindi alla linea intraprese negli ultimi mesi che lo ha portato ad aderire alla campagna di protesta “Io apro” (che proprio oggi sta protestando ancora davanti a Montecitorio) per avvalorare la sua posizione fortemente schierata contro alle misure decise dal Governo per arginare la pandemia. Da fonti vicine al giocatore invece filtra che il tutto sarebbe durato circa un’ora e si sarebbe trattato di un incontro di lavoro.

Un tema destinato a spaccare in due l’opinione pubblica, tra chi non lo condanna e chi invece punta il dito soprattutto contro un cattivo esempio che Ibra avrebbe dato facendosi trovare lì. Per altro il campione svedese è stato anche testimonial per un corretto comportamento al fine di arginare il coronavirus, lui che il Covid lo ha contratto a settembre. Al di là delle prese di posizione, il fatto delinea una volta di più quanto la gente di qualunque estrazione, ceto, con qualunque disponibilità economica nel portafogli sia stufa di rispettare le norme istituzionali anti-Covid. Un sentimento condiviso dai ristoratori, ora più che mai visto che si va verso la primavera destinata ad arginare il virus, che i vaccini ci sono e che all’orizzonte ci sono (seppur deboli) programmi di riapertura. Comprendendo il disagio di ognuno, non si può che incoraggiarsi a vicenda e invitare tutti all’ultimo miglio di pazienza.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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Fonte Margherita
Giordana Talamona

Julius Meiln
Delyce