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L'emozione dei bar in zona bianca: Quanto mancava il caffè al bancone!

Molise, Friuli Venezia Giulia e Sardegna da oggi sono in zona bianca e molte delle restrizioni sono cadute, soprattutto in bar e ristoranti. Per baristi e clienti uno speciale ritorno alla normalità

di Federico Biffignandi
 
31 maggio 2021 | 17:48

L'emozione dei bar in zona bianca: Quanto mancava il caffè al bancone!

Molise, Friuli Venezia Giulia e Sardegna da oggi sono in zona bianca e molte delle restrizioni sono cadute, soprattutto in bar e ristoranti. Per baristi e clienti uno speciale ritorno alla normalità

di Federico Biffignandi
31 maggio 2021 | 17:48
 

Un caffè buono servito al bancone di un bar curato da un barista cortese dotato di un bel sorriso può cambiare la giornata. Uno stile tutto italiano a cui i più affezionati hanno dovuto rinunciare da ottobre ma che da oggi, in tre regioni d’Italia, torna il miglior rito quotidiano per iniziare col piede giusto. Friuli Venezia Giulia, Molise e Sardegna infatti sono in zona bianca, le restrizioni sono cadute di fatto tutte e si può tornare a degustare un espresso prima del lavoro senza doversi accomodare in un dehor o uscire con la tazzina di cartone in mano.

Torna il caffè al bancone L'emozione dei bar in zona bianca: Quanto mancava il caffè al bancone

Torna il caffè al bancone


L'emozione del ritorno al bancone

Un’emozione per i clienti, ma anche per i baristi in alcuni casi un po’ impacciati nel tornare a fare il loro lavoro come un tempo dovendosi scrollare di dosso la ruggine di questi mesi. «L’entusiasmo di gustarsi un caffè in tazzina si è notato nei clienti - ha detto Stefania Bevilacqua, titolare del bar Il Camaleonte di Campobasso - ma anche per noi che siamo tornati con le vecchie abitudini con un pizzico di impegno in più del solito. Era da ottobre che non servivamo più un caffè in tazzina, non avendo spazi all’esterno non ci restava che offrire l’asporto in tazze monouso».


Una ricompensa per i sacrifici

L’attesa è stata talmente spasmodica che la ricompensa è stata alta per i bar con dinamiche che si sono delineate subito e hanno anche favorito una miglior distribuzione della clientela come evidenzia Carlo Murgia, titolare del Caffè Da Candia di Cagliari: «Essendo aperti più bar la gente di è distribuita meglio e non si sono notati assembramenti da nessuna parte. L’emozione del caffè al bancone è stata una ricompensa per i nostri sacrifici che, a mio avviso, poteva essere applicata anche prima. Noi comunque non abbiamo mai perso il sorriso e non abbiamo mai fatto mancare la chiacchiera in più ai clienti: è il nostro mestiere».


Dal dehor al bancone, ospitalità al centro

Scalpita invece Veronica Grion, titolare del Vevè Bar di Udine per cui il lunedì è giorno di chiusura. Ma da domani si riparte: «Il ritorno alla normalità favorirà sicuramente un maggior afflusso di clienti - spiega - perché il caffè preso al volo al bancone prima di andare a lavorare è mancato tantissimo a noi e ai clienti. Ormai vivevo le mie giornate all’esterno, nel dehor, per intrattenere la gente come di solito si fa al bancone».


9mila bar aperti al 100%

9mila i bar di queste tre regioni dove è stato possibile finalmente ricominciare a bere il caffè al bancone. Una boccata d’ossigeno, in particolare per i 4mila locali che fino ad oggi sono stati costretti a stare chiusi o a lavorare soltanto con l’asporto, non avendo lo spazi all’esterno. Ossigeno anche per i 36mila lavoratori dei Pubblici esercizi di queste regioni che potranno riprendere il loro posto dietro il bancone dei bar, in cucina o tra i tavoli dei 7.200 ristoranti pronti a riaprire al pubblico le loro sale interne.

È il ritorno di un rito tutto italiano, consolidato nel corso dei decenni e attorno al quale si è sviluppato il modello stesso del bar. «Senza la possibilità di somministrare il caffè al banco - spiega Luciano Sbraga, vicedirettore di Fipe-Confcommercio, la Federazione italiana dei Pubblici esercizi - i locali italiani hanno perso, in media, il 40% dei loro fatturati. Ma al di là dei freddi numeri, è importante sottolineare come si tratti di un piccolo, importante passo verso un ritorno alla normalità. In questi 14 mesi, infatti, molti di quei gesti quotidiani cui eravamo abituati ci sono stati proibiti. Oggi, piano piano, i divieti stanno cadendo e ci stiamo riappropriando dei nostri spazi di socialità. Come Fipe abbiamo voluto celebrare questo momento, lanciando una campagna di comunicazione digital destinata a chi ha voglia di riprendersi la propria vita e tornare a condividere. L’abbiamo realizzata insieme ad alcune grandi aziende dell’alimentare e l’abbiamo chiamata #ilsolito. Perché dopo tante incertezze e difficoltà, abbiamo tutti voglia di un po’ di normalità».

3,1 invece i milioni di italiani che abitano in Friuli Venezia Giulia, Sardegna e Molise e che possono godersi la normalità da oggi in attesa dei residenti di altre regioni che dal 7 giugno potrebbero passare in zona bianca (Abruzzo, Liguria, Veneto e Umbria) e poi il 14 giugno Lazio, Lombardia, Piemonte, Puglia, Emilia Romagna e Trento.


L'iniziativa di Illy Caffè

Per festeggiare il ritorno alla normalità negli Illy Caffè e in tutti i bar partner aderenti all'iniziativa in tutta l'Italia sarà offerto un caffè in una nuova tazzina d'artista disegnata da Matteo Attruia. Si chiama RipARTiamo, il gesto simbolico scelto dal gruppo triestino del caffè per celebrare la riapertura alle consumazioni in bar e ristoranti al bancone e ai tavoli, domani, con l'auspicio che non subentrino più le condizioni per dover richiudere nuovamente. Sono oltre 3mila i bar aderenti in tutta Italia, da Nord a Sud.

«È giusto sottolineare il momento finalmente di ritorno alla quasi normalità con un gesto simbolico e concreto allo stesso tempo, in Italia il caffè è un momento piacevole per se stessi, di inizio giornata per tanti, o comunque un momento socializzazione in generale - spiega l'a.d. di illycaffè Massimiliano Pogliani - E’ bello regalare, e con una tazzina simbolica che ricordi questo giorno che crediamo tutti possa essere un vero inizio. Più di quanto non sia avvenuto lo scorso anno quando pensavamo che i contagi fossero destinati a scomparire, quest'anno però ci sono i vaccini, che stanno progredendo che speriamo ci portino verso la fine del tunnel».

Speriamo che «tutte attività che riapriranno non chiudano più, poiché è questo che uccide l'attività, chiusura e incertezza».



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