Negli Usa quasi la metà dei consumi di vino italiano a valore passa dall’on trade, per un equivalente di circa 800 milioni di euro. La crescita import dei vini rossi italiani è stata del 20% negli ultimi 5 anni.
Questo fino a ieri, quando sono diventate operative le nuove e più rigorose misure del governo Usa contro l’emergenza Coronavirus annunciate dal presidente Trump. Un tornado che prevede la serrata dei ristoranti in 19 Stati. Una ristorazione che del Made in Italy ha sempre fatto tesoro e che ora si blocca.
Fabrizio Bindocci
Uno stop che desta preoccupazione per il nostro vino, a partire dal Brunello di Montalcino, etichetta di prestigio, molto richiesta negli States.
«Alle giuste misure prese per contrastare l’emergenza da Coronavirus - ha dichiarato
Fabrizio Bindocci, presidente del Consorzio del vino Brunello di Montalcino - fa da contraltare una innegabile preoccupazione dei nostri produttori in chiave di mercato. Nel giro di pochi giorni si è infatti fermato il nostro maggiore canale di vendita, quello dell’Horeca, nei due principali mercati mondiali. Usa e Italia infatti rappresentano in media il 60% delle vendite globali di Brunello».
A confermare le parole di Bindocci una recente indagine di Nomisma Wine Monitor su un campione di wine list di 350 ristoranti. Nella sola città di New York il 30% delle referenze di vino rosso presenti in carta è italiano e di queste 1/3 è rappresentato da vini toscani, con circa 2mila referenze che arrivano direttamente da Montalcino, a un prezzo medio di 382 dollari.
«Ora serve attendere, e il nostro vino lo sa fare, e osservare le regole – ha annotato Fabrizio Bindocci - in attesa che
la nostra annata 2015 possa riprendere quella corsa che prima dello stop si stava rivelando molto promettente, in particolare oltreoceano».
Per informazioni:
www.consorziobrunellodimontalcino.it