Radda in Chianti (Si) è un borgo medievale immerso in una trama quasi infinita di filari di vite del Chianti. La sua nascita risale al IX secolo, ma il primo riferimento al suo castello risale a due secoli dopo, quando venne annoverato in un inventario per l’imperatore Ottone III, tra i territori inclusi nella Badia fiorentina. Le sue stradine lastricate rispecchiano l’andamento allungato delle località nate nel primo Medioevo. Il decumano, che l’attraversa in maniera sinuosa da est a ovest, rimane l’asse stradale principale ed oggi è costellato da vivaci negozi.

Il borgo di Radda in Chianti, in provincia di Siena
Il cuore del borgo, dominato da ciò che resta dell’originario castello, è Piazza Francesco Ferrucci, dove si affaccia il Palazzo del Podestà (XIV secolo), ricoperto dagli stemmi dei podestà che governarono Radda quando era capoluogo della “Liga et Societas de Chianti”. Tale organismo, di cui facevano parte anche Gaiole e Castellina in Chianti, era un’alleanza politico-militare la cui “mission” era quella di difendere e amministrare il territorio del Chianti, rappresentato dallo storico simbolo del Gallo Nero. L’emblema è poi diventato il marchio distintivo del Consorzio del vino Chianti Classico, creato per tutelare e promuovere questo vino pregiato e che ne rappresenta identità e tradizione vinicola.
Castello di Albola: la sua attività si ispira ai principi dello sviluppo sostenibile
Nel periodo medievale, nei dintorni di Radda in Chianti sono sorti numerosi manieri: uno di questi è il quattrocentesco Castello di Albola. Una costruzione imponente che svetta verso il cielo, in un contesto agro-paesaggistico di insuperabile armonia. È stato per vari secoli la sfarzosa residenza di alcune delle più potenti famiglie fiorentine: dagli Acciaiuoli ai Samminiati, dai Pazzi ai Ginori Conti. Oggi la tenuta, che si estende per oltre 900 ettari, di cui poco più di un centinaio vitati, è di proprietà della famiglia Zonin, viticoltori vicentini che da oltre due secoli e sette generazioni coltivano, interpretano e tramandano un patrimonio enologico di alta qualità, sempre con uno sguardo rivolto al futuro.

Il Castello di Albola
La sua attività si ispira ai principi dello sviluppo sostenibile per contribuire in maniera attiva a proteggere l’ambiente in cui opera. Per rafforzare i propri valori, annualmente redige il Bilancio di Sostenibilità firmato da Equalitas, l’ente che promuove la sostenibilità (ambientale, economica ed etico-sociale) in ambito vitivinicolo.
Tour, degustazioni, experience e ospitalità
La tenuta è il luogo ideale per chi desidera prendere contatto con un ambiente unico come quello del Chianti Classico, immergersi nella storia e degustare ottimi vini assaporandone il fascino del terroir che li caratterizza. L’offerta spazia dalle degustazioni ai tour guidati, da completare con la visita ai vigneti, al borgo storico e alle cantine. I più “gourmand” possono cenare (venerdì e sabato) nel ristorante del Castello per assaporare le pietanze tipiche toscane nella cornice delle cantine storiche e gustare una selezione esclusiva dei Cru della tenuta.

Vista sui terreni di Castello di Albola
Sono anche organizzate le Albola Experience, Classica e Premium, che comprendono la visita guidata ai vigneti, all’antico borgo e alle cantine storiche, seguita dalla degustazione di quattro vini della tenuta (nella Experience Classica), sostituiti da quattro Cru in quella Premium, in abbinamento ai piatti tipici della cucina toscana preparati dallo chef. Si può anche pernottare in tre suite ricavate all’interno del Castello per soggiorni esclusivi di indimenticabile bellezza e in due dimore antiche immerse nei vigneti della tenuta. La prima è la settecentesca Villa Le Marangole, capace di ospitare, in un contesto di fascino e di eleganza rurale, dodici persone in sei camere dotate di ogni servizio. La seconda è Villa Crognole, costruita nel quindicesimo secolo e sapientemente restaurata. Comoda ed accogliente, può ospitare fino a sei persone ed è dotata di un’esclusiva piscina e di una terrazza da cui si può apprezzare il paesaggio unico del Chianti Classico.
Le sue vigne: circa 100 ettari coltivati a biologico
Il cuore dell’attività del Castello di Albola è certamente quello dei vigneti. Si trovano tutti a Radda in Chianti, in territori compresi tra 350 e 650 metri sul livello del mare e caratterizzati da forti pendenze. Godono di importanti escursioni termiche e di un microclima ideale per la produzione di vini di grande spessore. Questa è la terra che Cosimo de’ Medici, nel 1716, riconobbe come zona di produzione del miglior vino di Toscana. Infatti, i suoli si caratterizzano per due forme geologiche differenti: una è l’alberese e l’altra il galestro. Questo, oltre ad assicurare un ottimo drenaggio dei terreni, conferisce particolare mineralità e sapidità ai vini. Le vigne sono un vero patrimonio per la cultura locale. Quelle storiche - Selvole, Capaccia, Madonnino, Ellere, Marangole, Mondeggi, Sant’Ilario e Acciaiolo - si inerpicano sui fianchi delle colline e prendono luce. Il suo vigneto simbolo è sicuramente il “Solatio”: assomiglia a un cuore stilizzato e si inerpica su una collina dalla pendenza mozzafiato, su un terreno di sasso tra i 550 e i 580 metri. Infine, oltre i 580 metri, ci sono le vigne di Chardonnay. Proprio grazie a queste altitudini di tutto rispetto prendono vita vini d’eccellenza, unici nel loro genere, che continuano a ricevere riconoscimenti anche a livello internazionale.

Il Solatio, il vigneto simbolo di Castello di Albola
Tutte le vigne, da una decina d’anni, sono coltivate in biologico. Infatti, dal 2015 hanno azzerato l’uso dei prodotti chimici e, dall’anno successivo, è iniziato il processo di conversione. Dal 2022 l’intera produzione è “bio”, quindi caratterizzata dall’uso di sostanze e processi naturali, per garantire un maggior rispetto dell’ambiente senza però rinunciare alla qualità e al gusto della tradizione vitivinicola italiana. Il vitigno principe è sicuramente il Sangiovese, che occupa il 90% della superficie vitata della tenuta. L’altra prestigiosa “bacca rossa” è il Cabernet Sauvignon, utilizzato per produrre il Super Tuscan Acciaiolo. Sono coltivate anche uve bianche, in particolare Chardonnay, Trebbiano e Malvasia, queste ultime due indispensabili per produrre il raro Vin Santo di Castello di Albola, ulteriore firma di toscanità. Ci sono anche 12 ettari di oliveti, da cui si ottiene l’Olio extravergine di oliva biologico Castello di Albola, dal carattere fortemente chiantigiano. Il blend di olive delle cultivar di Frantoio, Leccino e Moraiolo (le varietà più tipiche alla base del grande evo Dop di queste terre) gli conferisce una particolare eleganza e un gusto delicato, con fragranti note di carciofo, salvia e pomodoro verde.
I vini di Castello di Albola
Quelli di Castello di Albola sono vini autentici, dalla personalità seducente e di grande finezza, che pretendono devozione e cura costante. Il vino di punta è sicuramente l’Acciaiolo, 100% Cabernet Sauvignon: un prodotto ambizioso, di grande spessore, che ha ricevuto numerosi riconoscimenti nel tempo. Appartiene alla prestigiosa categoria dei Supertuscan (Fine Wines) e racconta la storia del patrimonio di Castello di Albola, rafforzando il legame tra la tenuta e l’iconica regione del Chianti Classico. Un altro vino molto interessante è il Solatio. 100% Sangiovese, prende il suo nome dal pendio scosceso sul quale viene coltivato. Ha profumi eleganti di spezie e tannini finissimi. Il sorso è dritto e rappresentativo del vitigno simbolo.

Alcune bottiglie di Acciaiolo
Tra i bianchi eccelle il Poggio Alle Fate, che interpreta perfettamente il terreno marnoso e il clima fresco del luogo. Le uve Chardonnay in purezza sono vinificate per la gran parte in acciaio, mentre la rimanente parte matura in barrique, enfatizzando le spiccate risonanze minerali nell’aroma e la nervosa nota fresca nel sorso. Infine, come da tradizione, non può mancare il Vin Santo del Chianti Classico Doc, un uvaggio formato da Trebbiano Toscano e Malvasia del Chianti, che affina per otto anni in piccole e preziose botticelle toscane di castagno, dette “caratelli”, da 100 litri. La straordinaria finezza di profumi e aromi, unita a un perfetto equilibrio tra dolcezza e freschezza, lo rendono un vino adatto ad accompagnarsi a una selezione di pregiati formaggi erborinati e alla più ricercata biscotteria e pasticceria.
Vino e arte: fino al 31 dicembre la mostra “Dialoghi Paralleli”
Una delle caratteristiche più importanti del Castello di Albola è che da alcuni anni il vino si sposa perfettamente con l’arte. Infatti, fino al 31 dicembre è in programma la terza edizione del progetto “Dialoghi paralleli”: un percorso culturale che permette ai visitatori di scoprire, all’interno delle cantine e di alcune sale della tenuta, le opere di Blerta Xhomo e Massimo Barlettani. Due artisti profondamente diversi dal punto di vista del percorso e della propria tecnica artistica, ma anche profondamente interessati a cogliere il senso. All’interno del percorso esperienziale progettato a Castello di Albola, le opere offrono al visitatore diverse visioni di mondi, significati e soggetti: espressioni differenti di due menti creative che si incontrano, trovano ognuna il proprio spazio specifico e non si scontrano, ma si arricchiscono nella reciprocità espositiva.

La cantina di Castello di Albola con i quadri della mostra
«Oltre 25mila visitatori giungono ogni anno a Castello di Albola - racconta Alessandro Gallo, da oltre 20 anni direttore della tenuta - un luogo che appassiona per la sua bellezza unica, l’architettura caratteristica del borgo medievale e la cultura vitivinicola che custodisce da generazioni. L’esposizione “Dialoghi paralleli” è parte di un percorso più ampio che arriva al mondo dell’arte: un cammino volto a dar sempre più valore al territorio e alla sua eredità, alla sua identità e alle sue tradizioni. Noi che custodiamo questi luoghi per le generazioni future - conclude - abbiamo il dovere di continuare a promuovere questi scambi, così da interpretare insieme questo patrimonio senza eguali che abbiamo ereditato… e siamo invitati a farlo mentre degustiamo un buon bicchiere di vino».
Via Pian d'Albola 31 53017 Radda in Chianti (Si)