A meno di un anno dall’elegante cofanetto che ha festeggiato il quarantennale della fondazione di Andreola, con la preziosa collezione di sei Rive di Valdobbiadene Docg: Col San Martino, Guia, Refrontolo, Rolle, San Pietro di Feletto e Soligo, Stefano Pola ha svelato, nello splendido scenario del Ristorante Aurevo del Palazzo di Varignana Resort di Castel San Pietro, la novità di quest’anno, il “Marna del Bacio”.

Il “Marna del Bacio” di Andreola
Il terroir del Rive di San Pietro di Barbozza
“Marna del Bacio” Valdobbiadene Docg Extra Brut millesimo 2024 è classificato come un Rive di San Pietro di Barbozza, una delle 43 micro-zone che, per il mix di microclima, terreno, pendenza ed esposizione, si distinguono per l’inequivocabile terroir che le permette di fregiarsi della menzione “Rive”.

I vigneti di Andreola
L’ennesimo Valdobbiadene Docg di indubbia classe sfornato da Stefano Pola che, con l’aiuto del valente enologo Mirco Balliana, prosegue il lavoro di papà Nazzareno, con la medesima caparbietà e passione necessarie in un contesto ambientale di viticoltura eroica, praticata tra colline di rocce affioranti e pendenze vertiginose.
Andreola: tradizione e qualità nel cuore del Valdobbiadene
Nata nel 1984 nel cuore di Col San Martino, Andreola è oggi una delle realtà più dinamiche del Valdobbiadene Docg. La sua forza sta nell’unire la tradizione vitivinicola della denominazione a una costante ricerca di qualità e innovazione. Il viscerale legame con il proprio territorio si traduce nell’impegno quotidiano che richiede l’impervia viticoltura delle Rive e nel proseguire quella ricerca estrema di qualità e distinzione che, ad esempio, ha portato Stefano alla scelta di eliminare, nell’etichetta come dal retro, ogni riferimento al termine Prosecco.
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Stefano Pola, titolare della Cantina Andreola
Non per rinnegare la gallina delle uova d’oro che ha reso ricche queste terre, ma per valorizzare e distinguere l’eccellenza riconosciuta (ma spesso confusa dal target dei consumatori… da “Spritz o Prosecchino”) del Valdobbiadene Docg.
Le caratteristiche di “Marna del Bacio”
Le selezionate uve di Glera di quest’ultimo alfiere di casa Andreola provengono da una piccola lingua di terra, identificata dal toponimo di “Bacio”, considerata una delle zone più prestigiose di San Pietro di Barbozza, borgo nel cuore della denominazione. “Marna del Bacio” nasce da un appezzamento di circa 2 ettari, situato tra i 300 e i 350 metri di altitudine, con pendenze che raggiungono anche l’80%, con la roccia madre che affiora in superficie, creando un suolo ricco di marne calcaree e biancone.
L’esposizione da est a ovest assicura una maturazione ottimale delle uve mentre il microclima, caratterizzato da forti escursioni termiche tra giorno e notte, esalta la finezza aromatica della Glera, elementi che combinati rendono questo Extra Brut un capolavoro di equilibrio olfattivo e gustativo, dotato di finezza aromatica e vibrante sapidità, risultato del calibrato mix tra terroir, altitudine, esposizione e maniacale cura dei vigneti.
Degustazione e abbinamenti
Nel calice “Marna del Bacio” si distingue per il suo perlage cristallino, fine e persistente e per il suo tenue color giallo paglierino con lievi riflessi verdolini. Al naso sprigiona delicate note di fiori bianchi, mela verde e pesca bianca, mentre al palato si presenta con un profilo deciso, complesso ed elegante, in cui la sapidità si intreccia armoniosamente con la freschezza.

Nel calice “Marna del Bacio” si distingue per il suo perlage cristallino
Spuma cremosa e raffinata per bollicine indubbiamente versatili, perfette per accompagnare aperitivi, antipasti di pesce crudo, fritti e formaggi freschi, ma anche primi di pesce o carni bianche, regalando sempre un’esperienza sensoriale autentica, capace di proiettare, come un ologramma, l’eroico territorio di provenienza.