La candidatura dei vini liquorosi storici della “Fascia del Sole” - Marsala, Jerez e Samos - a Patrimonio Immateriale dell’Umanità Unesco si configura come un progetto culturale e identitario che supera i confini del gusto. L’annuncio è stato dato a Catania, in occasione della Sessione Vini Dolci, Fortificati e Ossidativi del Concours Mondial de Bruxelles, durante la tavola rotonda «Dal Mediterraneo al Mondo: I vini fortificati verso l’Unesco».

I vini della “Fascia del Sole” - Marsala, Jerez e Samos - si candidano a diventare Patrimonio Immateriale dell’Umanità Unesco
Un impegno comune tra territori
L’iniziativa è stata condivisa da istituzioni, consorzi e operatori internazionali, con l’obiettivo di dare nuova centralità a tipologie considerate per lungo tempo di nicchia. L’unione dei tre territori è vista come un ponte culturale tra nazioni e popoli. «La candidatura della fascia del sole, che lega i territori di Marsala, Jerez e Samos, è un progetto strategico di straordinario valore» ha dichiarato Giuseppa Mistretta, Commissario Straordinario dell’Istituto Regionale del Vino e dell’Olio. «Non si tratta soltanto di promuovere vini di eccellenza, ma di un’operazione di tutela che abbraccia paesaggi, tecniche di vinificazione e un sapere artigianale che rischia di disperdersi».
Jerez, Samos e Marsala: insieme verso l'Unesco
Per Carmen Aumesquet del Consejo Regulador de los Vinos de Jerez y Manzanilla, «la candidatura è un’opportunità di consolidare il legame storico con Marsala e Samos. La nostra produzione può oggi essere riconosciuta come bene culturale, testimonianza viva del rapporto tra uomo, terra e clima». Dal fronte greco, Yannis Skoutas, presidente della United Winemaking Agricultural Cooperative of Samos, ha sottolineato: «Il vino fortificato non è soltanto un prodotto, ma una narrazione collettiva. Ogni goccia racchiude la fatica dei nostri viticoltori e la resilienza delle isole». Infine, Benedetto Renda, presidente del Consorzio per la Tutela del Vino Marsala, ha ribadito: «Marsala è da sempre ponte tra popoli e culture. Per affrontare i cambiamenti climatici e le nuove abitudini di consumo, dobbiamo investire in ricerca, comunicazione e formazione».

L'annuncio ha coinciso con l'avvio della Sessione Vini Dolci, Fortificati e Ossidativi del Concours Mondial de Bruxelles
Il progetto ha ricevuto il sostegno delle istituzioni locali. «La città di Catania è orgogliosa di accogliere un momento così importante» ha dichiarato Andrea Guzzardi, assessore alla Cultura, «riconoscere i vini fortificati come patrimonio Unesco significa inserire le nostre tradizioni in una rete mondiale di valori condivisi». Un ruolo operativo è affidato all’Associazione Paladini di Sicilia, che coordina la candidatura con la Cabina di Regia dell’Assessorato Regionale all’Agricoltura. Il presidente, Diego Maggio, ha sottolineato: «Dimostrare come questi vini siano elementi identitari di una civiltà mediterranea significa unire enologia, antropologia, storia e paesaggio».
Il Concours Mondial a Catania
La giornata di apertura ha coinciso con l’avvio della Sessione Vini Dolci, Fortificati e Ossidativi del Concours Mondial de Bruxelles, che proseguirà nei prossimi giorni con l’assegnazione delle medaglie. La Sicilia partecipa con Marsala, Passiti di Pantelleria, Malvasie delle Lipari e Moscati di Noto e Siracusa. L’edizione 2025 del concorso riunisce 40 giurati internazionali provenienti da 20 Paesi, confermando la Sicilia come crocevia privilegiato del dialogo enologico.