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Vino, Cina primo Paese per import Bene l'export italiano, ma sotto la media

La domanda del vino mondiale cresce ancora nel primo semestre del 2017 (8,8%), l'import cinese supera per la prima volta quello tedesco. Le esportazioni italiane crescono del 6,8%, ma rimangono sotto la media (8,8%). La vivacità della domanda è forte negli Usa, mercato in cui la crescita francese recupera terreno sull'Italia

 
05 settembre 2017 | 14:28

Vino, Cina primo Paese per import Bene l'export italiano, ma sotto la media

La domanda del vino mondiale cresce ancora nel primo semestre del 2017 (8,8%), l'import cinese supera per la prima volta quello tedesco. Le esportazioni italiane crescono del 6,8%, ma rimangono sotto la media (8,8%). La vivacità della domanda è forte negli Usa, mercato in cui la crescita francese recupera terreno sull'Italia

05 settembre 2017 | 14:28
 

«Continua a crescere la domanda mondiale di vino con i 7 principali Paesi esportatori (che rappresentano oltre l’80% del mercato) che traguardano il primo semestre 2017 con un valore complessivo delle esportazioni pari a quasi 11 miliardi di euro, in aumento dell’8,8% sullo stesso periodo 2016. E soprattutto grazie all’exploit della Francia (+13,3%) il blocco europeo dei produttori storici mantiene i tre quarti delle vendite globali. L’Italia vince sul 2016 (+6,8%, stima Nomisma) ma la sua crescita è inferiore alla media degli altri Paesi (+8,8%) e in questo contesto il sorpasso senza precedenti della domanda cinese su quella tedesca la dice lunga su dove dovrebbero essere rivolti i nostri obiettivi di mercato». Lo ha detto oggi Silvana Ballotta, ceo di Business Strategies, relativamente agli ultimi aggiornamenti sull’export del vino italiano, il primo prodotto del food&beverage made in Italy con un saldo commerciale attivo di circa 5,3 miliardi di euro l’anno.

Vino, import cinese batte quello tedesco Bene l'export italiano, ma sotto la media

Le ultime rilevazioni dell’Osservatorio Paesi terzi a cura di Business Strategies comparano poi le performance dei 7 top exporter mondiali nei top 8 mercati di importazione (Stati Uniti, Regno Unito, Cina, Germania, Canada, Giappone, Svizzera e Russia). Ciò che emerge è la vivacità della domanda, non solo di quella orientale - che ha registrato quest’anno l’aggancio e il sorpasso cinese sui consumatori tedeschi (1,149 miliardi di euro nel semestre, contro 1,137 miliardi di euro di acquisti tedeschi) - ma anche degli Stati Uniti, primo importatore mondiale con una crescita del 10,2% a/a. In stagnazione invece le importazioni dai principali buyer europei (Germania -2,3%; Regno Unito -1%).

E proprio gli Stati Uniti rappresentano più degli altri le gioie e i dolori del prodotto enologico italiano, che si conferma in testa alle vendite ma che segna una crescita dimezzata (+5,4%) rispetto al trend import degli Usa (+10,2%). In particolare nei primi sei mesi in esame la Francia (che viaggia a velocità quadrupla rispetto al Belpaese) ha recuperato all’Italia quote per un valore di oltre 105 milioni di euro e ora tallona l’Italia a 36 milioni di euro di distanza (828,3 milioni di euro il risultato italiano tra gennaio e giugno, 792,2 quello francese). Sul fronte orientale, fa ben sperare il dato in Cina (+21%, contro una media del +7,9%) e Russia (+35,3%), mentre calano le vendite in Giappone (-5,3%) in attesa degli sviluppi dell’accordo commerciale con l’Ue.

Fonti: Eurostat e dogane

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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