Rieccoci qua, esattamente come otto mesi fa, sospesi tra lockdown più o meno leggeri nelle regioni italiane, ma sempre privi di movimento e libertà di azione. Rispetto alla prima chiusura, rimane la possibilità di muoversi almeno di giorno e di continuare a scegliere quali prodotti alimentari acquistare, per cercare, almeno in parte, di soddisfare la frustrazione che proviamo in questo periodo.

I piccoli produttori raccontino la qualità dell'olio attraverso la sua storia
Un’indagine nazionale ha raccontato che la scorsa primavera oltre il 40% degli italiani comprava
prodotti di enogastronomia online, consapevole non solo dei costi, ma anche dei sovrappiù della spedizione. Molte aziende nel campo olivicolo si stanno aggiornando per avere un sito sempre più moderno e performante, in cui qualsiasi cliente, sia italiano che straniero, possa navigare, innamorandosi così virtualmente dell’azienda, per poi
acquistare un prodotto sulla fiducia.
Qualche organizzatore di eventi ha pensato di sostituire la visita reale nello stand del produttore, ascoltando il suo dialetto e guardandolo negli occhi, creando invece una fiera online, asettica e mal funzionante. Come si può pensare di sostituire il piacere, dopo aver fatto decine - a volte centinaia - di chilometri, dell’assaggio gustoso e succulente di quel prodotto, sostituendolo con una foto sbiadita e il logo dell’azienda?
È molto meglio, in attesa di poterci riabbracciare tra qualche mese più forti di prima, far parlare gli oliandoli attraverso
tutti i mezzi a disposizione. Su Facebook, ma soprattutto su Instagram, dalle Dolomiti a Pantelleria, centinaia di proprietari di aziende agricole e olivicoltori hanno reso una semplice pagina da profilo personale, una vera e propria multimediale.
Video emozionali, dalla raccolta delle olive ai consigli pratici su quale olio scegliere, storie ripetute con scontistiche davvero convenienti. Pillole educative per far avvicinare sempre di più un consumatore attratto dal prodotto, ma ignaro dei veri benefici di
un olio extravergine di assoluta qualità.
Solo l'industria olearia ha i mezzi per raccontare i suoi prodotti di qualità inferiore in televisione e negli spot
Paradossalmente il vero nemico di questi produttori/eroi, che ogni giorno si alzano per vedere comprato il loro prodotto al giusto prezzo, non è il consumatore ignaro, ma è
l’industria olearia o, peggio ancora, l’imbottigliatore, che acquista oli di dubbia qualità provenienti dall’estero a pochi spiccioli per farli sbarcare nella grande distribuzione che poi rivende a prezzi ridicoli. Avete fatto caso che, casualmente, in queste settimane nella fascia serale più importante, sulle reti nazionali si susseguono unicamente spot di olio solo di grandi aziende olearie? Potrebbe mai permettersi un bravissimo produttore di olio o anche una selezione di olivicoltori, di spendere centinaia di migliaia di euro in pubblicità, per far vedere la felice famiglia finta in campagna che gusta olio? Quello nelle pubblicità che vediamo oggi, non farei assaggiare neanche al mio gatto.
L’unica soluzione per il produttore, al momento, è sensibilizzare, giorno dopo giorno, costi quel che costi, il consumatore a scegliere
oli che hanno una storia, dove il produttore ci mette continuamente la faccia, per spiegare che un olio di questa nuova frangitura
deve costare almeno quindici euro al litro. Parlare sottovoce non serve più; è arrivato il momento di alzarla, di gridare la verità sul vero
olio extravergine di oliva artigianale.