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Facciamo chiarezza sugli spumanti Il ricco patrimonio è un vantaggio

Il gap di storia, cultura e consumo dei vini con le bollicine fra l’Italia e la Francia è ampio, non solo in termini temporali e volumetrici, ma soprattutto di scelte e di valore aggiunto trasversale e unitario che la Francia mette sul campo - fra storia e capacità di forgiare leggende

 
24 settembre 2009 | 12:59

Facciamo chiarezza sugli spumanti Il ricco patrimonio è un vantaggio

Il gap di storia, cultura e consumo dei vini con le bollicine fra l’Italia e la Francia è ampio, non solo in termini temporali e volumetrici, ma soprattutto di scelte e di valore aggiunto trasversale e unitario che la Francia mette sul campo - fra storia e capacità di forgiare leggende

24 settembre 2009 | 12:59
 

 L'occasione è stata la inaugurazione del Forum Spumanti di Valdobbiadene. L'Osservatorio Nazionale dei vini con le bollicine italiane, costituito nel 2005 con il supporto del Ministero e di Ismea in primis, oggi di UniCredit Group, ha presentato i primi dati sui consumi e mercati del comparto relativi al primo semestre 2009 in raffronto con lo stesso periodo del 2008, stimando un andamento dell'annata corrente. Concomitanti si sono diffuse le voci di un 'ripensamento” delle stime e della produzione vendemmiale 2009 da parte della Champagne, in un periodo di eventi in tutta Italia, principalmente dei territori produttori di vini con le bollicine. Probabilmente ghiotta la notizia per dare 'sensazionalità” ai due dati contrastanti emersi: un mondo spumantistico italiano in crescita nel 2008 (e confermato nel 2009) e un mito champagne che conferma direttamente e indirettamente una continuità di calo di consumi e spedizioni nel mondo, iniziata a fine 2008 con perdite fra il 5 e il 10%, a seconda delle categorie di operatori e paesi.

Reputo fondamentale ritornare sul tema - ne avrei fatto volentieri a meno - perché diversi sono ancora gli interventi confusionali e stiracchiati a proposito dell'armata italiana, che preferisco definire solo un 'ricco patrimonio viticolo ed enologico” rispetto ad un ' mitico monocru territoriale”.

Facciamo chiarezza una volta per tutte senza basarci sui titoli a effetto.

Il gap di storia, cultura e consumo dei vini con le bollicine fra l'Italia e la Francia è ampio, non solo in termini temporali e volumetrici, ma soprattutto di scelte e di valore aggiunto trasversale e unitario che la Francia mette sul campo - fra storia e capacità di forgiare leggende - dal 1690 a oggi.

 La spumantistica italiana moderna - e un po' significativa - ha origine con le prime bottiglie tirate fra il 1860 e il 1865. Il prossimo anno saranno 150 anni contro i 320 d'oltralpe. La Francia produce circa 450 milioni di bottiglie (secondo loro sono il primo produttore al mondo), di cui 320 milioni di Champagne (anno 2008). L'Italia produce 329 milioni di bottiglie, di cui 305 milioni di metodo italiano (Asti, Prosecco, di Vitigno, ecc..) e circa 24 milioni di metodo classico, ovvero lo stesso metodo utilizzato in Champagne e quindi giustamente paragonabile.

Sono 4 le zone italiane identificabili del metodo classico (Franciacorta, Trento, Alta Langa, Oltrepo Pavese) che utilizzano i vitigni internazionali, oltre al gruppo di imprese Anima che produce partendo dai vitigni autoctoni e altre 100 aziende circa che producono autonomamente, Doc o non Doc, almeno una etichetta con numeri limitati.

Paragone, similitudine, raffronto sicuramente errato: lo Champagne è un vino unico che non è assimilabile a nessun altro vino con le bollicine. In Italia il patrimonio viticolo, vinicolo e territoriale legato ai vini spumanti è molto più diversificato, differenziato, particellare, settoriale, compartimentale, campanilistico, individuale e autarchico e non ha eguali al mondo. Abbiamo un patrimonio viticolo e umano legato ai vini da oltre 2.500 anni che nessuno possiede al mondo: hanno realizzato vini i primitivi italici, gli etruschi, i greci, i romani e altri popoli di passaggio. Ognuno ha dato il suo contributo, niente è statalizzato, nazionalizzato,catalogato, monolitico e monocromatico. La creatività e libertà dei mille comuni si è espressa anche attraverso le peculiarità enoiche. Inoltre siamo anche capaci in 40 anni di realizzare ex novo delle produzioni di altissimo valore e respiro, sicuramente in grado di competere non solo con la Francia, ma con il resto del mondo.

 Infine, in questa realtà italiana, è giusto che ognuno voglia una autonomia territoriale, di metodo e di tipologia, ancor più di tutela (mi auguro veramente e non solo nei titoli e a parole!!) interna e internazionale, di valorizzazione delle peculiarità, di non fraintendimenti e di non mescolamenti, però…. il consumatore chiede di conoscere, vuole un punto di riferimento in grado di fornire elementi di valutazione e di giudizio, vuole fare confronti in diretta, essere artefice delle proprie decisioni soggettive e private. Vuole capire dove sta la differenza di ogni prodotto in termini di rapporto identità/valore per poter scegliere. Ancor più il consumatore neofito, e lo straniero che reclama semplicità e immediatezza.

La produzione italiana si differenzia come ricco patrimonio produttivo, un grande vantaggio oggi per il consumatore alla ricerca del proprio vino. Per questo il Forum si propone come tavolo di lavoro aperto istituzionale, non vuole standardizzare, omogeneizzare e prevaricare con la parola ' spumanti” o 'bollicine” generico nessuno, almeno finchè la legge italiana e comunitaria prevede tale definizione ufficiale. Ma solo come categoria merceologica o come aggettivo del termine 'presa di spuma”, per fare i sofisti. Ecco allora che la nuova 164 potrebbe essere il momento giuridico per chiarire termini, menzioni e denominazioni, per aiutare a dare chiarezza di classifiche diverse. Il Forum nel 2010 farà un ulteriore passo in avanti, perché la crescita di conoscenza e di mercato può continuare in Italia e all'estero solo con la definizione concorde di un piano condiviso, nella differenza e nella tracciata e irrinunciabile unilateralità di scelte produttive e tecnologiche.

*Forum degli spumanti

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