BRESCIA - L'invito era interessante. Un incontro a Castenedolo (Bs), pochi chilometri a sud di Brescia, per un convegno su 'Talento: il futuro delle bollicine italiane di qualità”. Come? Un convegno sul Talento a un tiro di schioppo dalla Franciacorta? I franciacortini - si sa - vogliono correre da soli e il marchio Talento non li interessa, almeno per ora.
è comunque una cantina bresciana - e questa è la prima notizia raccolta al convegno - che ha deciso di aderire al marchio Talento e ad accettarne le regole per la propria produzione di spumante Metodo Classico. L'azienda è la Peri-Bigogno, produttrice di vino a Castenedolo dal 1946, con sede in uno storico palazzo su una delle ultime colline moreniche che si spengono nella pianura padana.
La Peri-Bigogno è la prima azienda bresciana che ha aderito all'Istituto Talento, marchio collettivo di proprietà del ministero dell'Agricoltura, registrato nei principali Paesi del mondo, con una sua forte identità e regole ben precise di produzione: solo rifermentazione in bottiglia (Metodo Classico); solo uve Chardonnay, Pinot Nero e Pinot Bianco raccolte in zone certificate Doc; permanenza minima sui lieviti di 15 mesi; prodotto solo Brut (massimo 12gr/lt).
L'azienda Peri-Bigogno aveva già fatto parlare di sé alcuni anni fa quando ai suoi vini rossi è stata data la denominazione comunale di origine (la Deco ideata e voluta da Luigi Veronelli), con cui si certifica che quei vini sono prodotto tipico di Castenedolo.
L'intervento più atteso al convegno era quello di
Claudio Rizzoli (
nella foto), presidente dell'Istituto Talento italiano e amministratore delegato di Cantina Rotari. «Talento si propone - ha spiegato Rizzoli - come un marchio collettivo che intende rappresentare il terzo pilastro della spumantistica italiana, accanto a Prosecco e Asti. è molto sentita l'esigenza di offrire al consumatore finale una maggiore chiarezza, soprattutto relativamente alla tipologia di prodotto. A nostro avviso, è inoltre molto sentita l'esigenza di disporre di un marchio che sia capace di raggiungere una massa critica che dia al Metodo Classico italiano la possibilità di affrontare i mercati esteri. Attualmente i nostri prodotti riconducibili alla tipologia Talento sono penalizzati da una eccessiva frammentazione a causa della suddivisione in un numero eccessivo di microzone che non hanno la capacità di conquistarsi spazi significativi in un contesto internazionale. Per questo motivo sono oggi 18 le aziende di regioni diverse che si sono messe insieme per affermare la loro fiducia in questo progetto e nella capacità degli spumanti italiani classificabili come Talento di conquistare, grazie a questa identità comune e nel pieno rispetto delle rispettive specificità locali, il successo che meritano al fianco degli altri due pilastri, Asti e Prosecco. Tutti insieme potremmo arrivare a 20-25 milioni di bottiglie e solo così uniti potremmo affrontare i mercati internazionali».
Domanda: a 25 milioni di pezzi si arriverebbe solo inserendo anche i produttori franciacortini, ma allora il Talento sta porgendo la mano al Consorzio Franciacorta? Che io sappia nulla vieta - risponde Rizzoli - che un produttore di Franciacorta Docg usi la dizione Talento per il suo mercato estero. Talento è un nome facile, che nel tempo identificherà il Metodo Classico Brut Italiano nel mondo. Ogni produttore e ogni sottozona non perderà la sua denominazione, che comparirà sotto il cappello del Talento. Sappiamo che è una strada difficile ma ci crediamo fortemente e il tempo ci darà ragione.
La nascita del 'Talento” - ha ribadito ancora Rizzoli - serve a far chiarezza nella mente del consumatore soprattutto straniero che non sa dove siano Brescia, Trento, le Langhe o la Franciacorta. Il messaggio internazionale che vogliamo far passare è che lo spumante italiano ha tre grandi pilastri: Prosecco come vino da aperitivo e happy hour; Asti per il vino dolce da dessert; Talento per il vino a tutto pasto e un aperitivo di alto livello.
Il dibattito ha visto anche gli interventi del presidente dell'azienda Peri-Bigogno,
Mario Peri (
nella foto, a sinistra), che ha dato il benvenuto, del giornalista Flavio Grassi, del sommelier Emilio Zanola e di Luigi Bandera, presidente della Strada del Vino Colli Longobardi (nella quale Castenedolo e l'azienda Peri-Bigogno sono inseriti). Ha coordinato gli interventi
Andrea Peri (
nella foto, a destra).
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