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Cibi colorati e falso Made in Italy Ecco le frodi dell’Italia a tavola

Secondo il rapporto Italia a tavola 2010 sulla sicurezza alimentare sono 700mila i controlli effettuati nel 2009, 145 milioni di euro il valore delle merci sequestrate. Latte, formaggi, vino, carni i settori più colpiti. Richiesta dai relatori un'Agenzia nazionale di controllo degli alimenti

17 settembre 2010 | 12:01
Cibi colorati e falso Made in Italy Ecco le frodi dell’Italia a tavola
Cibi colorati e falso Made in Italy Ecco le frodi dell’Italia a tavola

Cibi colorati e falso Made in Italy Ecco le frodi dell’Italia a tavola

Secondo il rapporto Italia a tavola 2010 sulla sicurezza alimentare sono 700mila i controlli effettuati nel 2009, 145 milioni di euro il valore delle merci sequestrate. Latte, formaggi, vino, carni i settori più colpiti. Richiesta dai relatori un'Agenzia nazionale di controllo degli alimenti

17 settembre 2010 | 12:01
 

Mozzarelle arcobaleno, cibi scaduti con etichette ringiovanite, pesci esotici naturalizzati italiani, pomodori tunisini spacciati per pummarò del Vesuvio, vino comune che diventa Amarone. Sono tanti i furbi e i furbetti attivi nei segmenti della nostra filiera agroalimentare che con fantasiose contraffazioni e sofisticazioni se non la salute del cittadino attentano certamente al suo portafoglio.

Ma c'è anche l'Italia delle eccellenze famose in tutto il mondo, dei produttori che rispettano le regole, c'è il lavoro delle forze dell'ordine, delle dogane. Sono tanti i cittadini che denunciano e fanno scattare controlli e sequestri e cresce l'attenzione dei media su quello che mettiamo in tavola.

La tutela forte del nostro cibo è una leva su cui si deve puntare perché tollerare sofisticazioni e taroccamenti danneggia anche la nostra economia, e per questo è necessario potenziare e coordinare gli interventi di controllo. è  quanto emerge da 'Italia a tavola 2010” il settimo rapporto sulla sicurezza alimentare del Movimento difesa del cittadino e di Legambiente presentato al Senato, ormai divenuto il quadro più attendibile di quanto si fa per la salute dei cittadini. La scelta della sede istituzionale non è casuale.

«Sono due le motivazione che ci hanno spinto a tenere qui il nostro appuntamento annuale - ha detto Francesco Ferrante di Legambiente - perché senza il lavoro dei vari corpi delle forze dell'ordine non potremmo difenderci da quello che diventa sempre più un problema di allarme sociale ed economico. è  fondamentale che queste forze abbiano i mezzi per continuare a operare e i tagli annunciati dal governo non vanno certo in questa direzione. Non si può lasciare il cittadino indifeso di fronte alla truffe. Quindi siamo qui per chiedere al governo non solo di non ridurre le risorse per i controlli, ma anche di rafforzarle. Il secondo punto è che chiediamo l'istituzione di un'agenzia nazionale di sicurezza alimentare con il ruolo di un coordinamento di tutte le attività di controllo. A suo tempo ci battemmo per la scelta di Parma come sede dell'Agenzia europea, ma di fatto per vari motivi questa non è stata finora messa in condizione di difendere operativamente il principio per cui era sta creata e cioè quello della sicurezza alimentare».

In prima fila, alla presentazione del rapporto, gli uomini e le donne delle forze dell'ordine,  in divise nere, blu, bianche, grigio verde. «è proprio grazie a loro - ha detto Antonio Longo del Movimento della difesa del cittadino- che abbiamo l'ambizione di presentare il rapporto come il resoconto più approfondito su quanto si fa in Italia contro le frodi, che oltretutto ostacolano regolare svolgimento del mercato- e come strumento per aiutare il consumatore ad una maggiore consapevolezza. Oggi offriamo un panorama numerico, ma dietro c'è un impegno di tanti, tutti i giorni».

Qualche dato: 34.600 le ispezioni dei Nas, con 39 milioni di kg di merce sequestrata per un valore di 124 milioni di euro, migliaia di sequestri dell'Ispettorato centrale per il controllo dei prodotti agroalimentari, tonnellate le merci intercettate dell'Agenzia delle dogane - chi ha letto il libro di Saviano sa cosa succede nei porti - migliaia di controlli del Corpo forestale dello Stato con centinaia di denunce e sanzioni amministrative, intensa l'attività ispettiva dei servizi di Igiene e nutrizione e dei Servizi veterinari, delle Capitanerie di Porto, strumento di controllo soprattutto dei delicatissimi prodotti ittici.

Clamorosi gli atti di agropirateria registrate quasi ogni giorno dalle cronache, dai pecorini romeni alla passata cinese, e dalla presentazione del rapporto esce la conferma che sempre più la nostra filiera agroalimentare è sotto attacco da parte della criminalità organizzata, di speculatori e di produttori senza scrupoli che hanno individuato proprio nell'alto valore aggiunto dei prodotti made in Italy una cospicua fonte di guadagno.  

Ma accanto a questo messaggio di allarme e di preoccupazione ce n'è anche uno rassicurante: le forze preposte a livello istituzionale ai controlli della filiera funzionano, anche se sarebbe auspicabile un loro maggiore coordinamento proprio un'agenzia nazionale per la sicurezza alimentare da molti auspicata. E bisogna colpire duro chi truffa, come dice ancora Longo denunciando la tendenza a depenalizzare le sanzioni a chi infrange le regole. Soddisfatto dello stato attuale dei controlli anche Silvio Borrello, del ministero della Salute, che quest'anno ha partecipato direttamente alla stesura rapporto con dati significativi.

«Abbiamo rilevato - ha detto- una netta diminuzione di sostanze contaminanti negli alimenti. In Italia siamo allo 0,7% contro il dato europeo che si attesta sul 3,5%. Inoltre il 100% dei prodotti alimentari destinati all'infanzia sono al 100% privi di sostanze estranee o dannose come i pesticidi».



Sono controllati dal Nas persino i mangimi, primo anello della catena alimentare, perché antibiotici e ormoni non possano arrivarci con la bistecca. Le nostre dogane sono le più efficienti a livello europeo - ma è stato ammesso - a volte il lavoro deve fermarsi per vuoti legislativi.

Tutto bene, quindi, ma potrebbe andare meglio. Come sempre la presentazione di Italia a tavola si è conclusa con la premiazione dei più virtuosi, per dare visibilità all'altra faccia della medaglia. Tra i premiati come esempio di buone pratiche alimentari, con la collaborazione di Aiab (Associazione italiana per l'agricoltura biologica) e il Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi) sono stati quattro protagonisti della ristorazione ospedaliera. I loro progetti non hanno trascurato il ruolo del cibo nel decorso della cura: cibi freschi, sani, cucinati secondo la tradizione. Hanno ricevuto una targa Luigi Robino della Asl di Asti, il Circolo del Cibo,la Cir Food, azienda di catering di Bologna,  e Edy Sommariva, titolare di un'altra azienda del food.

Nella ricerca i numeri e i casi dei Carabinieri per la tutela della salute (Nas), dell'Ispettorato centrale per il controllo della qualità dei prodotti agroalimentari (Icqrf), dell'Agenzia delle Dogane, del Corpo forestale, del Sistema di allerta comunitario, delle Capitanerie di porto, e dei Carabinieri per le politiche agricole e alimentari. Quest'anno Italia a Tavola si arricchisce del contributo dei Servizi igiene degli alimenti e nutrizione e i servizi veterinari dei dipartimenti di prevenzione delle Asl e Laboratori pubblici che operano nell'ambito del Servizio sanitario nazionale.

Tra i casi più eclatanti di frodi e irregolarità pericolose per la salute ne spiccano alcuni come l'operazione 'Somatos” portata a termine dai Nas dopo tre anni di attività investigativa: 22 ordinanze di custodia cautelare, di cui 5 in carcere e 17 agli arresti domiciliari, nei confronti di altrettante persone ritenute responsabili di associazione per delinquere finalizzata al traffico e all'impiego di sostanze vietate in zootecnia (ormoni).

Tra i prodotti di qualità simbolo del Belpaese vittima di sofisticazioni e contraffazioni c'è il vino, prodotto al centro dell'attività di controllo dell'Icqrf e del Corpo forestale che nel 2009 hanno scoperto, ad esempio una vasta falsificazione dell'Amarone della Valpolicella: una famosa cantina di Fara Novarese (No) moltiplicava con comune vino da tavola, per il 60% di provenienza francese e per il 40% di provenienza italiana, il vino Valpolicella della tipologia "Amarone", "Ripasso" e altri vini pregiati, per un totale di 952.084 litri.

Il falso Made in Italy è un mercato allettante soprattutto per i prodotti esportati, grazie a un 'stacca-attacca” di etichette. Lo testimoniano i risultati delle operazioni dei Carabinieri per le politiche agricole e alimentari che a Ferentino (Fr) hanno sequestrato rotoli di etichette recanti la dicitura 'mozzarella bufala” e 'frozen bufala mozzarella” e confezioni di plastica contenenti prodotto destinato al mercato estero con etichettatura recante la dicitura mozzarella di bufala.

I problemi principali del settore ittico sono invece il mancato rispetto delle norme di igiene sanitaria, di conservazione e di tracciabilità. Basti pensare che la Guardia Costiera, nel corso dell'operazione Giano (durante le festività natalizie) ha scoperto oltre 324 tonnellate di pesce scaduto da anni o in cattivo stato di conservazione e intercettato una vera e propria filiera di distribuzione nazionale di specie ittiche provenienti dall'area est asiatica.

I sequestri non mancano alle frontiere: nel 2009 l'Agenzia delle Dogane ha scoperto oltre 25mila barattoli di pomodori 'San Marzano” falsamente etichettati e oltre 24mila chili di formaggio a pasta filata dichiarata 'Mozzarella”, proveniente da una azienda tedesca e destinata in Libia. Molti prodotti sofisticati e contraffatti provengono proprio dall'estero. In particolare, secondo il sistema di allerta comunitario Rasff sono Cina e la Turchia i paesi dai quali provengono gran parte delle irregolarità.

Notizie di frodi che fanno passare l'appetito se non fosse che rappresentano il risultato di oltre 700mila controlli da parte delle Forze dell'ordine solo nel 2009. Ogni giorno gli istituti preposti restituiscono all'agroalimentare la sua credibilità passando al setaccio produttori, allevatori, trasformatori, supermercati, negozi e ristoranti. Ma anche mercati rionali, pescherie, stabilimenti balneari, bar, agriturismi. Controlli che hanno evitato che arrivassero sulle nostre tavole 41 milioni di chili di prodotti per un valore di oltre 145 milioni di euro a seguito della scoperta di oltre 86mila infrazioni (tra penali e amministrative).

Ai dati di Legambiente e del Movimento difesa del cittadino replica Confagricoltura: «L'agricoltura italiana fornisce prodotti di alta qualità e di elevata sicurezza alimentare». Il settore della produzione primaria conferma il trend in discesa per il numero di infrazioni registrate. Le aziende irregolari sono calate dal 4,7% del 2008 al 2,6% del 2009, malgrado i controlli siano aumentati, dal 33,2% nel 2008 al 34,5% nel 2009. La maggioranza delle infrazioni (82,1%), in tutti i settori, sono dovute alla mancata applicazione del sistema di autocontrollo (39,5%) e dalle condizioni igieniche generali (42,6%).

Estendendo i dati si può affermare che l'86,4% delle aziende agricole rispetta i requisiti burocratici imposti all'autocontrollo (irregolari 13,6%) e l'85,4% quelli igienici generali (14,6% irregolari).

«L'aumento di infrazioni registrate da altri settori, primo tra tutti quello della trasformazione - sottolinea Confagricoltura - non può essere imputato all'agricoltura italiana. Per questo riteniamo che sia importante che i cittadini sappiano che l'uso di materia prima italiana aumenta sensibilmente il livello di sicurezza alimentare e diminuisce il rischio anche per l'industria alimentare».


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