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Simest si ritira da Lactitalia No al "marchio Italia" tarocco di Stato

Simest non finanzierà più Lactitalia, mettendo fine al falso pecorino di Stato dal sound italiano ma prodotto in Romania. Grande risultato per la mobilitazione guidata da Coldiretti, il cui presidente, Sergio Marini, si dice soddisfatto, ma invita a tenere alta la guardia sul marchio Italia

 
16 marzo 2012 | 09:43

Simest si ritira da Lactitalia No al "marchio Italia" tarocco di Stato

Simest non finanzierà più Lactitalia, mettendo fine al falso pecorino di Stato dal sound italiano ma prodotto in Romania. Grande risultato per la mobilitazione guidata da Coldiretti, il cui presidente, Sergio Marini, si dice soddisfatto, ma invita a tenere alta la guardia sul marchio Italia

16 marzo 2012 | 09:43
 

Si è conclusa positivamente la battaglia della Coldiretti, delle associazioni dei consumatori e di 2215 comuni, 12 regioni, 26 province, 41 Camere di commercio e 119 tra comunità montane, consorzi di tutela e altri enti come Unioncamere, che hanno adottato delibere con le quali si denunciava che le operazioni di sostegno dell'Italian sounding, da parte della Simest, determinano danni gravi in quanto bloccano ogni potenzialità di crescita delle imprese italiane a causa della 'saturazione”del mercato con prodotti che richiamano qualità italiane senza essere di origine nazionale, impedendo ai consumatori di effettuare una corretta comparazione sulla base della diversa qualità e convenienza con prodotti autentici del Made in Italy.

A questo proposito il presidente della Coldiretti Sergio Marini ricorda: «Finalmente ha vinto il buonsenso. è un grande risultato della nostra mobilitazione l'annuncio della cessione da parte della finanziaria del ministero dello Sviluppo economico Simest delle quote di partecipazione in Lactitalia, la società che produce in Romania i formaggi 'pecorino” e 'caciotta” che fanno concorrenza alle produzioni del vero Made in Italy».

Ma ha voluto precisare: «La vicenda si è chiusa positivamente ma ci chiediamo in quali altre occasioni ci sia stata una cattiva utilizzazione delle risorse pubbliche come questa senza che nessuno se ne occupasse o intervenisse. Per questo ora l'impegno del Governo e del Parlamento deve essere rivolto a vietare per legge il finanziamento pubblico di prodotti realizzati all'estero che imitano il vero Made in Italy».

«Occorre - ha concluso Marini - avere la forza di distinguere la vera internazionalizzazione da quelle forme di delocalizzazione aggravate dall'uso improprio del 'marchio Italia” che danneggiano il Paese facendo perdere occupazione e svilendo il valore del Made in Italy, costruito con sacrifici da generazioni di imprenditori».

Per quanto riguarda la questione della società Lactitalia, attraverso un comunicato emesso al termine della manifestazione della Coldiretti in piazza Montecitorio è stato annunciato che: «Simest ha portato a conclusione la procedura di partecipazione alla società, dalla quale è uscita con la cessione delle quote, dando piena adesione al rafforzamento del contrasto all'italian sounding e alla diffusione del Made in Italy, così come indicato da una recente direttiva del ministero dello Sviluppo economico».

«Simest ha prontamente recepito la direttiva in materia agroalimentare emanata dal ministero dello Sviluppo economico, che prevede la revoca di partecipazioni deliberate, qualora le imprese pongano in essere pratiche commerciali in grado di indurre in errore i consumatori, anche nei mercati esteri, circa l'origine italiana dei prodotti commercializzati, sia attraverso elementi specifici dei prodotti stessi che del relativo packaging».


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