Da tempo andiamo sollecitando un grande piano per il rilancio della nostra filiera agroalimentare. E da sempre denunciamo la crescente infiltrazione della
criminalità in agricoltura, con tutto ciò che ne deriva fra taroccamenti, imbrogli, attentati alla salute ed evasione fiscale e contributiva.
A mettere nero su bianco alcune situazioni di grande pericolosità sociale ha provveduto, ma solo ultima in ordine di tempo, la
Cia-Confederazione italiana agricoltori, che ha presentato il 4° Rapporto sulla 'Criminalità in agricoltura”. Giustamente il sindacato mette in evidenza i reati legati al danneggiamento alle colture e le aggressioni nei confronti delle persone, atti tipicamente mafiosi. Oppure si parla dei
furti.
Noi vogliamo però alzare il tiro e ci piacerebbe che tutto il mondo agricolo prendesse coscienza dei gravi rischi legati ad una sempre più larga presenza della criminalità in momenti anche strategici di tutta la filiera. La gran parte dei sequestri che giornalmente avvengono per prodotti alimentari hanno alle spalle organizzazioni criminali che speculano sulla nostra salute. Per non parlare dei grandi investimenti che la mafia e la 'ndrangheta (anche e soprattutto al nord, e in particolare in Lombardia) stanno facendo per accaparrarsi terreni, aziende di trasformazione alimentare e reti distributive. E questo spesso insieme ad altre attività, per lo più legate al sistema immobiliare e in parte alla sanità. Per non parlare della difficoltà, al sud, di far decollare le
aziende agricole sequestrate ai mafiosi...
Una situazione di grande pericolo a cui si può rispondere solo con una scelta politica chiara di puntare sull'agricoltura come componente importante per lo sviluppo dei prossimi anni e cercando di valorizzare sul serio le nostre produzioni tipiche colpendo con durezza ed efficacia ogni tipo di sofisticazione o truffa.
Alberto Lupini
alberto.lupini@italiaatavola.netArticoli correlati:
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