COCCONATO (AT) - Sarà per il clima temperato di queste colline, che raggiungono i 500 metri (viene definita la Riviera e i torinesi ci venivano anche per curare la pertosse...), per le sue terre bianche per l’argilla, il tufo e il gesso sfruttati già dai Romani, o perché resistono antiche tradizioni recuperate e valorizzate con le nuove tecnologie, fatto sta che la Barbera di Cocconato, ultimo baluardo dell’Astigiano prima delle pianure torinesi, si caratterizza un po’ come un’isola nel mare enologico del Monferrato.
I produttori della zona non rinunciano certo all’esuberanza e al frutto, ma da tempo lavorano sull’eleganza, la morbidezza e la piacevolezza. Aggiungendo a ciò la capacità di fare vini che durano nel tempo, si ha una Barbera assolutamente interessante e originale, che oggi si vuole riprendere i suoi spazi in un territorio dove, a partire dal 2000, c’è stata un’inversione di tendenza reimpiantando un vitigno che era quasi scomparso, rispetto ai 2mila ettari degli anni ’40, e che oggi ne raggiunge 250 circa.
La dimostrazione del valore di questo vino è stata offerta dalla degustazione, guidata dal giornalista Alessandro Franceschini, di 6 Barbera d’Asti delle altrettante aziende vinicole cocconatesi in occasione della 12ª edizione di “
Cocco...Wine”, la riuscita manifestazione che ha animato il fine settimana con i banchi d’assaggio allestiti nel centro storico grazie all’organizzazione di GoWine. Un’occasione per incontrare tanti produttori piemontesi e i loro vini, e confrontarli anche con alcune selezioni di vini di Marche e Abruzzo e con alcuni autoctoni.
Per quanto riguarda la degustazione guidata, si è partiti da un essenziale e fresco
Barbera d’Asti 2011 in acciaio della cantina Marovè, per passare ad un altro vino giovane, ma più elegante e più caldo per l’uso accorto del legno, il
Barbera d’Asti Superiore 2010 di Nicola Federico. Un po’ più corpulento e con forse troppa vaniglia il
Barbera d’Asti Superiore “Four Rapet” 2010 di Maciot, a cui ha fatto seguito un esuberante ma piacevolissimo
Barbera d’Asti Superiore “Il Dragone” 2008 di
Dezzani, all’insegna di un’integrazione fra frutto e utilizzo sapiente del legno grande.
Il
Barbera d’Asti Superiore 2007 di Benefizio di Cocconito, affinato in legno e con una spiccata acidità, ha poi ceduto il passo ad un campione come il
Barbera d’Asti Superiore “Stradivario” 2003 di
Bava, dove i tannini eleganti, la dolcezza e la freschezza si equilibrano dimostrando come questo vino possa raggiungere davvero livelli molto elevati di qualità e piacevolezza.