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A “Cocco...Wine” eccellenze nel calice Sei Barbera d’Asti a confronto

Vini capaci di durare nel tempo, un vitigno che era quasi scomparso e che oggi raggiunge i 250 ettari. La manifestazione astigiana è stata l’occasione per confrontare 6 prodotti del territorio e incontrare i produttori

di Alberto Lupini
direttore
 
02 settembre 2013 | 12:29

A “Cocco...Wine” eccellenze nel calice Sei Barbera d’Asti a confronto

Vini capaci di durare nel tempo, un vitigno che era quasi scomparso e che oggi raggiunge i 250 ettari. La manifestazione astigiana è stata l’occasione per confrontare 6 prodotti del territorio e incontrare i produttori

di Alberto Lupini
direttore
02 settembre 2013 | 12:29
 

COCCONATO (AT) - Sarà per il clima temperato di queste colline, che raggiungono i 500 metri (viene definita la Riviera e i torinesi ci venivano anche per curare la pertosse...), per le sue terre bianche per l’argilla, il tufo e il gesso sfruttati già dai Romani, o perché resistono antiche tradizioni recuperate e valorizzate con le nuove tecnologie, fatto sta che la Barbera di Cocconato, ultimo baluardo dell’Astigiano prima delle pianure torinesi, si caratterizza un po’ come un’isola nel mare enologico del Monferrato.

I produttori della zona non rinunciano certo all’esuberanza e al frutto, ma da tempo lavorano sull’eleganza, la morbidezza e la piacevolezza. Aggiungendo a ciò la capacità di fare vini che durano nel tempo, si ha una Barbera assolutamente interessante e originale, che oggi si vuole riprendere i suoi spazi in un territorio dove, a partire dal 2000, c’è stata un’inversione di tendenza reimpiantando un vitigno che era quasi scomparso, rispetto ai 2mila ettari degli anni ’40, e che oggi ne raggiunge 250 circa.



La dimostrazione del valore di questo vino è stata offerta dalla degustazione, guidata dal giornalista Alessandro Franceschini, di 6 Barbera d’Asti delle altrettante aziende vinicole cocconatesi in occasione della 12ª edizione di “Cocco...Wine”, la riuscita manifestazione che ha animato il fine settimana con i banchi d’assaggio allestiti nel centro storico grazie all’organizzazione di GoWine. Un’occasione per incontrare tanti produttori piemontesi e i loro vini, e confrontarli anche con alcune selezioni di vini di Marche e Abruzzo e con alcuni autoctoni.

Per quanto riguarda la degustazione guidata, si è partiti da un essenziale e fresco Barbera d’Asti 2011 in acciaio della cantina Marovè, per passare ad un altro vino giovane, ma più elegante e più caldo per l’uso accorto del legno, il Barbera d’Asti Superiore 2010 di Nicola Federico. Un po’ più corpulento e con forse troppa vaniglia il Barbera d’Asti Superiore “Four Rapet” 2010 di Maciot, a cui ha fatto seguito un esuberante ma piacevolissimo Barbera d’Asti Superiore “Il Dragone” 2008 di Dezzani, all’insegna di un’integrazione fra frutto e utilizzo sapiente del legno grande.

Il Barbera d’Asti Superiore 2007 di Benefizio di Cocconito, affinato in legno e con una spiccata acidità, ha poi ceduto il passo ad un campione come il Barbera d’Asti Superiore “Stradivario” 2003 di Bava, dove i tannini eleganti, la dolcezza e la freschezza si equilibrano dimostrando come questo vino possa raggiungere davvero livelli molto elevati di qualità e piacevolezza.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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