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Il Palazzo reagisce. In minoranza i talebani del tasso alcolico

di Alberto Lupini
direttore
 
27 gennaio 2009 | 15:50

Il Palazzo reagisce. In minoranza i talebani del tasso alcolico

di Alberto Lupini
direttore
27 gennaio 2009 | 15:50
 

Vai a fidarti dei politici... Vista l'ignavia con cui ministri e parlamentari hanno reagito all'indignazione unanime rappresentata da 'Italia a Tavola” sul caso del brindisi di Del Noce in diretta Rai a Capodanno (con Champagne bevuto a canna), francamente pensavamo che il Palazzo si stesse richiudendo in se stesso. Dobbiamo ricrederci. E lo facciamo constatando con piacere che, alla fine, la ragione può trionfare. Lo dimostra la vicenda della demenziale e granitica volontà (a suo tempo proclamata come 'irrinunciabile” da destra e sinistra) di abbassare allo 0,2% il limite di alcol per poter guidare, che ora sembra non trovare più una paternità...

Da subito ci siamo opposti a quell'idea da talebani che non rappresenta una soluzione alle stragi del sabato sera, ma metterebbe solo in crisi l'italian style e il mondo del vino. Su www.italiaatavola.net abbiamo quindi avviato un pressing che ora sta dando i suoi frutti. Giorno dopo giorno (e lo dimostrano le lettere inviateci dai politici e pubblicate sul nostro portale) il fronte della cosiddetta 'tolleranza zero” ha cominciato a squagliarsi. Prima nel Governo con i distinguo del Ministro Sacconi e poi nella stessa maggioranza con l'uscita delle Lega che ha smentito persino il 'suo” ministro Zaia. Poi è stata la volta dell'opposizione con il Pd che, superata la fase dell'intorpidimento intellettuale, si è deciso a cavalcare il fronte del no. E intanto ora dopo ora cresce l'irritazione del Paese, come dimostrano i gruppi spontanei dei contrari, ad esempio quelli su Facebook (a cui invitiamo ad aderire). Questa buffonata si può fermare e contiamo che lo si possa fare...

Le ragioni della nostra opposizione sono molte e cerchiamo ora di riassumerle. In primo luogo un provvedimento erga omnes, nonostante le sue buone intenzioni, alla fine potrebbe rischiare di essere inefficace nella pratica per l'impossibilità di fare controlli a tappeto. Meglio alzare le sanzioni, ma lasciare un minimo di agibilità al "bere bene" che ha a che fare con due questioni di non poco conto per il Paese. Da un lato c'è infatti il valore, anche culturale, della dieta mediterranea, che si basa sull'apporto quotidiano di vino, mentre dall'altro c'è la realtà economica di un Made in Italy a Tavola che conta decisamente di più di qualche proclama autarchico contro gli ananas.

Piuttosto che colpire indiscriminatamente ci sembra saggia la strada indicata dal ministro Sacconi ad essere sul serio inflessibili con chi è più a rischio, come i giovani fino a 21 anni, i quali vanno educati a un bere responsabile (ma non con cattivi maestri come Del Noce che beve a canna in diretta tv). Se c'è un problema da affrontare è poi quello di controlli seri che devono partire subito sul consumo della droga, che è la causa maggiore delle stragi del sabato notte. Sarebbe certamente più opportuno dare un deciso giro di vite allo spaccio di stupefacenti (fra coca e pasticche parliamo di giri criminali da miliardi di euro...) invece che mettere a rischio la produzione del vino in Italia. Nessuno ha ancora sentito parlare di "tolleranza zero" riguardo agli stupefacenti. Forse perchè la lobby dei locali notturni è più influente di quella della ristorazione e delle cantine?

E sempre in tema di sicurezza non possiamo non parlare anche dei mancati controlli sugli autisti di Tir (spesso dell'ex Europa dell'Est) alla base di incidenti, spesso perchè semplicemente "ubriachi" di sonno e alcol. Ai politici italiani sembrava forse più facile combattere contro un nemico inesistente che non affrontare con decisione il problema dei locali notturni dove la droga la fa da padrona quasi ovunque, salvo qualche eccezione troppo limitata per fare media. Purtroppo dietro quel mondo ci sono interessi colossali che nessuno sembra volere smuovere. E del resto basterebbe ricordare come la cocaina sia ormai diffusa ad ogni livello, anche in Parlamento.

Se poi si pensa che all'interno dei sindacati di categoria il peso dei gestori di certi locali è talmente forte da imporre scelte a volte discutibili o addirittura controproducenti per la ristorazione, si capisce perché su questa vicenda non ci siano state prese di posizione chiare. Questa vicenda del limite alcolico ne è un esempio: si è sparato nel mucchio per depistare l'attenzione rispetto ai veri problemi, che non sono certo due bicchieri di vino a pasto. Per fortuna la reazione c'è stata e forse stavolta eviteremo di pagare qualche tassa in più e non danneggeremo economicamente la produzione di vino e grappa.

Alberto Lupini
alberto.lupini@italiaatavola.net


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