Rinvii, proroghe, dilazioni hanno caratterizzato gli ultimi mesi del
Fisco italiano che ora torna a riprendere i suoi ritmi. Domani, 16 marzo,
ripartono i versamenti verso le casse dello Stato per
Iva, ritenute e contributi Inps (precedentemente congelati a novembre e dicembre). Insomma, i contribuenti si preparino a
pagare. Perché, a differenze dei recenti cambi di data, il decreto legge
Sostegni (che dovrebbe arrivare al Consiglio dei ministri in settimana) non è giunto in tempo per prorogare alcune scadenze fiscali. Mentre altre sono già state spostate in avanti dal ministero dell’Economia che nel frattempo sta lavorando per evitare accavallamenti che manderebbero in tilt il sistema.
Il 16 marzo scatta il pagamento dei versamenti Iva sospesi Niente proroga per i versamenti Iva sospesiFra le 72 scadenze che si accalcano il 16 marzo (come gli adempimenti periodici Irpef e Inps o la tassa vidimazione libri sociali), ci sono quelle relative all’Iva
sospesa lo scorso inverno. I
beneficiari di questa dilazione sono stati gli esercenti delle attività sospese dal Dpcm del 3 novembre, quelli delle attività di
ristorazione situati in zona arancio o rosso nel momento in cui entrava in vigore il decreto e gli esercenti del comparto
turistico in zona rossa (alberghi, tour operator, agenzie di viaggio, ecc). Coinvolte anche le
partite Iva con ricavi o compensi fino a 50 milioni nel 2019 e una riduzione di fatturato o corrispettivi del 33%, comprese quelle legate ai settori sopra elencati. Un appuntamento non certo gradito considerando la concomitanza con l’avvio delle
nuove restrizioni del Dpcm pasquale (dal 15 marzo al 6 aprile). Unica consolazione: la possibilità di rateizzare in quattro parti l’ammontare dovuto al Fisco.
Somministrazione e cessione, stessa impostaRestando in tema Iva, e considerato il regime restrittivo di molte realtà imprenditoriali, a partire dall’
Horeca, risulta utile ricordare le disposizioni in materia di
somministrazione e
cessione di beni e/o servizi. Come riportato da
Italia Oggi, «al ristorante, al chiosco o a domicilio, l’Iva sulle opere dello chef è comunque del 10%». Il riferimento è alle ultime modifiche introdotte dalla Legge di Bilancio 2021 (pubblicata in Gazzetta Ufficiale a fine dicembre 2020) che ha dichiarato applicabile l’
aliquota agevolata alla fornitura di piatti pronti, venduti tramite asporto o consegna a domicilio, che ha uniformato di fatto il trattamento delle cessioni a quello delle somministrazioni.
Certificazione unica al 31 marzoTornando alle scadenze fiscali, il 16 marzo avrebbe dovuto essere la data X anche per la
certificazione unica. Il doppio adempimento, ossia consegna al percipiente e trasmissione all’Agenzia delle Entrate, è stato spostato al 31 marzo.
Slittamento anche per l’invio da parte degli enti esterni (banche, assicurazioni, enti previdenziali, ecc.) dei dati utili alla predisposizione della dichiarazione dei redditi precompilata che slitta al 10 maggio (dal 30 aprile).
Dalla Certificazione Unica al saldo e stralcio, diverse le proroghe fiscali da monitorare Fatture elettroniche, altre tre mesi per la conservazioneA livello pratico, è in fase di studio anche la
proroga dei termini per la conservazione delle
fatture elettroniche relative al 2019. Lo scopo è quello di dare più
tempo (tre mesi?) ai contribuenti per adattarsi a un adempimento del tutto nuovo nel panorama tributario italiano dal momento che l’obbligo di fatturazione elettronica è stato introdotto solo due anni fa (dall’1 gennaio 2019) e ha determinato il nuovo bisogno di conservazione
sostitutiva delle fatture elettroniche emesse e ricevute nel periodo di imposta.
Rottamazione ter e saldo e stralcio: due dateIl
cambio data più caldo, però, rimane sempre quello relativo alle rate della
rottamazione ter e del
saldo e stralcio. In particolare, secondo quanto emerge dalle bozze del decreto Sostegni, entro il 31 luglio 2021 andrebbero pagate le rate scadute nel 2020 mentre entro il 30 novembre quelle relative all’anno in corso.
Digital tax a metàInfine, anche la
digital tax si trova di fronte all’ennesimo rinvio. Il comunicato stampa del ministero dell’Economia prevede che il versamento dell’imposta sui servizi digitali vada effettuato entro la scadenza del 16 marzo, mentre la presentazione della relativa dichiarazione può essere differito al 30 giugno.