Se c’è un numero che misura il successo della grande distribuzione nel 2020 è senza dubbio la crescita della Marca del distributore (Mdd): +9,3% rispetto al 2019 con 11,8 miliardi di euro di fatturato e il 20% di quota di mercato. «A questo proposito va evidenziato un tratto assolutamente caratteristico che la Marca del distributore può avere, anzi deve aver in Italia; siamo il Paese dell’eccellenza enogastronomica e la Mdd deve rafforzare questa dimensione del buon cibo italiano. Non si tratta solo di qualità, ma anche di varietà e innovazione dell’offerta, e questo apre possibilità a tanti eccellenti produttori nazionali», ha commentato Marco Pedroni, presidente di Adm (Associazione distribuzione moderna).

La marca del distributore vale 11,8 miliardi di euroIl report TEH-Ambrosetti: un record storico per la Mdd L’associazione che raggruppa
le aziende che operano nel largo consumo alimentare ha sviluppato un
position paper sul tema assieme a
The European House – Ambrosetti dal titolo
Dall’emergenza al rilancio sostenibile: il contributo della Mdd da cui sono emerse
10 evidenze principali sul trend che vede sempre più coinvolte le aziende della grande distribuzione nella promozione di brand proprietari capaci di fidelizzare il cliente attraverso un’offerta completa capace di far risparmiare alle famiglie 100 euro a testa, pari a circa due miliardi di euro complessivi.
Non a caso, a beneficiarne è stata anche la
filiera dell’industria alimentare italiana, in cui l’incidenza della Mdd è arrivata a toccare il record storico dell’8% e contribuisce alla crescita del 78% registrata dall’
industria alimentare nel mercato domestico negli ultimi 17 anni.
Evidenza 1: distribuzione moderna asset del PaeseRispetto a quello che può trasparire dall’opinione pubblica, il
settore della grande distribuzione organizzata è uno dei maggiori
asset economici del Paese. Nel 2019, per esempio, ha generato un volume d’affari pari a 143 miliardi di euro, per 24,1 miliardi di euro di valore aggiunto e 3,3 di investimenti. Tutto per rispondere alle esigenze dell’84,3% dei
consumatori che, nei supermercati, fanno la propria spesa alimentare. Un’economia che nel 2019 ha generato il 21,7% del Pil.
Evidenza 2: l’occupazioneNella distribuzione moderna sono
occupate direttamente 425mila persone. Un dato che porta la Gdo al quinto posto per livelli di occupazione fra i settori economici italiani (posizione che sale di due gradini se si considera solo il Mezzogiorno). Di questo totale, il 65% è
donna. Mentre il 91% ha un contratto a tempo indeterminato (rispetto all’83% medio del mercato del lavoro italiano).
Evidenza 3: punti vendita sempre apertiDall’11 marzo 2020, i 27mila
punti vendita della distribuzione alimentare sono rimasti aperti divemtando, di fatto, dei laboratori per sperimentare le misure di sicurezza da implemetare per far ripartire tutto il
retail in sicurezza. Accorgimenti che hanno pesato sulle casse delle aziende, costrette ad adeguare i propri spazi ai nuovi
protocolli anti-contagio. Dettagli che non hanno comunque frenato l’
espansione della rete in cui si sono aggiunti altri 1.184 nuovi punti vendita.
Evidenza 4: Mdd arma di resilienzaGrazie alle performance della Mdd, il canale si è dimostrato
resiliente alla crisi riuscendo a modulare in tempi rapidi la propria
proposta alle nuove abitudini di consumo. Un percorso cominciato da lontano e che ora sta raccogliendo i frutti e punta a toccare quota 24% del mercato nel 2025.
Nel 2025 la Mdd punta a occupare il 24% del mercatoEvidenza 5: Mdd e lavoroI
benefici della Mdd vanno oltre le vendite. Nei circa 50 sotto-comparti economici direttamente e indirettamente impiegati dalla filiera delle private label, sono circa 235mila; in aumento del +7% rispetto all’anno precedente.
Evidenza 6: leva per la sostenibilitàIndiscutibile il ruolo giocato dalla Mdd come leva per muovere gli ingranaggi della
sostenibilità. I risultati della survey condotta da TEH-Ambrosetti sulle aziende della Mdd partner evidenziano che il 69,2% dei retailer adotta
soluzioni orientate al consumo sostenibile attraverso l’adozione di requisiti di produzione da parte delle aziende produttrici. Tuttavia per quasi il 70% del campione è il sistema Paese a essere
impreparato di fronte alla transizione verso nuovi modelli di consumo sostenibili e circolari.
Evidenza 7: intercettare i nuovi trend di consumoNei mesi più critici del primo
lockdown, di fronte all’assalto dei consumatori
spaventati dalla pandemia agli scaffali, la private label ha superato la media annaleraggiungendo una qyota di mercato massima del 2,5%. Questo a testimonianza della flessibilità della Mdd nel rispondere alle esigenze dei consumatori a partire dal posizionamento di
prezzo solitamente del 15%.
Evidenza 8: espressione di italianitàCon oltre 1.500 aziende
partner, il settore della marca del distributore si caratterizza come un forte serbatorio di
imprenditoria italiana (il 92% delle aziende lo è). La metà di quelle che compongono la filiera sono di media dimensione, mentre nel 40% dei casi dsi tratta di micro o piccole imprese che nel 98% dei casi hanno una
relazione di oltre due anni con i propri partner commerciali (mentre ltre il 50% ha una relazione di fornitura con la distribuzione moderna di oltre 8 anni)
Evidenza 9: più competitivitàMappando un campione rappresentativo di bilanci di 565 aziende attive nel comparto nel periodo 2013-19, è emerso che chi si occupa di marca del distributore ha
performance economiche migliori rispetto alle altre aziende dell’alimentare. Rispetto a quest’ultimo, che registra una
contrazione attesa dell’1,8% rispetto all’anno precedente, il fatturato degli Md partner a bassa intensità è stimato in
crescita dell’1,1%, quello degli Mdd partner ad alta intensità del 5,6% e quello degli Mdd partner ad altissima intensità del 7,3%.
Evidenza 10: dati in linea con l’agenda OnuSecondo le rilevazioni TEH-Ambrosetti, la marca del distributore è uno dei pochi settori economici a impattare direttamente e indirettamente su tutti i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell’
Agenda 2030 dell’Onu. In aggiunta, 71 dei 169 target relativi ai 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile sono direttamente o indirettamente impattati dalla marca del distributore, nel più ampio contesto della distribuzione moderna.