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Integratori a base di piante: in Italia un mercato da 566 milioni di euro

Un comparto stabile nei volumi ma in crescita nel valore, trainato dagli integratori per il sistema gastrointestinale e dal boom del segmento cardiovascolare, che segna un +12,4% in un anno

 
29 settembre 2025 | 12:56

Integratori a base di piante: in Italia un mercato da 566 milioni di euro

Un comparto stabile nei volumi ma in crescita nel valore, trainato dagli integratori per il sistema gastrointestinale e dal boom del segmento cardiovascolare, che segna un +12,4% in un anno

29 settembre 2025 | 12:56
 

Il mercato degli integratori a base di piante non è più una nicchia, ma un comparto che in Italia vale 566 milioni di euro in un solo anno. Tra agosto 2024 e luglio 2025 le vendite hanno segnato un +2,2%, con 34,7 milioni di confezioni distribuite e una quota di mercato che raggiunge il 12,3% dell’intero settore. A regolarne la produzione è il decreto ministeriale 2018, che disciplina sostanze e preparati vegetali derivati da piante, alghe, funghi e licheni, messi in commercio in forma predosata.

Integratori a base di piante: in Italia un mercato da 566 milioni di euro

Il Italia, il mercato degli integratori a base di piante vale 566 milioni di euro

A trainare le vendite sono in particolare gli integratori per il sistema gastrointestinale, che hanno registrato un incremento del +4,4% e rappresentano oltre il 15% della tipologia. Subito dietro si collocano i botanicals per il sistema respiratorio, in leggera flessione (-1,8%), mentre quelli destinati al sistema cardiovascolare mostrano performance molto positive con un +12,4%. Guardando invece agli ingredienti più diffusi, in testa c’è il miele, seguito da finocchio, senna, eucalipto e bioflavonoidi: sostanze che appartengono alla tradizione naturale ma che oggi trovano un impiego sempre più mirato all’interno di formulazioni moderne.

La ricerca scientifica tra polifenoli e nuove applicazioni

La ricerca scientifica sta infatti concentrando l’attenzione sui componenti bioattivi delle piante, riconosciuti come veri e propri alleati per la salute. Diversi fitocomposti hanno dimostrato proprietà antibatteriche, antivirali, antimicotiche, immunomodulanti, oltre che antiossidanti, antinfiammatorie e neuroprotettive. Dalle strategie di prevenzione per un invecchiamento sano al supporto per la performance fisica, i botanicals rappresentano un’area di studio cruciale, con ricadute dirette anche sul settore degli integratori alimentari, sempre più dinamico e in evoluzione. Uno degli ambiti più promettenti riguarda i polifenoli, sostanze presenti in frutta, verdura, tè, legumi e in numerosi altri vegetali. Contrastare lo stress ossidativo e l’infiammazione cronica è infatti un obiettivo centrale per prevenire patologie metaboliche e cardiovascolari, soprattutto in un Paese che invecchia e che guarda non solo alla durata della vita, ma anche alla sua qualità.

«I polifenoli, presenti in frutta, verdura, tè e legumi, ma anche in altri vegetali, si sono dimostrati in grado di intervenire su diversi segni distintivi dell’invecchiamento, tra cui lo stress ossidativo e l’infiammazione - spiega la dottoressa Franca Marangoni, responsabile ricerca NFI (Nutrition Foundation Italy). L’analisi della letteratura scientifica mostra che la supplementazione per un periodo prolungato con alte concentrazioni di questi composti, sotto forma di integratori o bevande arricchite, riduce i livelli di specifici marker di infiammazione cronica anche in soggetti con sovrappeso od obesità. È un campo di ricerca in continua evoluzione, dove la comprensione dettagliata dei meccanismi d’azione è fondamentale per sviluppare strategie nutrizionali mirate a promuovere una longevità più sana e attiva».

Integratori a base di piante: in Italia un mercato da 566 milioni di euro

La dottoressa Franca Marangoni (credits: Festival del Giornalismo Alimentare)

Accanto agli effetti sul metabolismo e sull’invecchiamento, la ricerca guarda anche alle potenzialità di alcuni fitocomposti in relazione alla memoria e al tono dell’umore. È il caso della teanina, un aminoacido contenuto nelle foglie di tè, e della curcumina, il principale polifenolo della curcuma, che trovano oggi spazio anche nelle formulazioni di integratori. «Oggetto di recenti pubblicazioni - prosegue la - dottoressa - sono le potenzialità della teanina, un aminoacido non proteico contenuto nelle foglie di tè, alla quale, sulla base della metanalisi di studi di intervento, è stato attribuito un effetto modesto ma significativo sulle funzioni cognitive e, in associazione con la caffeina, anche sul tono dell’umore. Anche per la curcumina, il principale polifenolo della Curcuma longa (da impiegare secondo le più recenti indicazioni del ministero della Salute), da studi preliminari sono emerse proprietà interessanti, soprattutto a livello della memoria verbale e visiva».

Intestino, cervello e il nodo dell’idratazione

Non meno rilevante è il filone di studi che indaga il legame tra intestino e cervello. L’asse intestino-cervello è infatti al centro di ricerche che cercano di spiegare come i fitocomposti possano influenzare il benessere generale, anche attraverso il microbiota. «Una linea di ricerca particolarmente interessante - conclude Marangoni -, è quella che individua nella modulazione del microbiota intestinale il passaggio-chiave alla base dell’effetto dei polifenoli a livello cerebrale. L’azione antiossidante e antinfiammatoria dei polifenoli sarebbe almeno in parte attribuibile alla loro capacità di indurre una modificazione in senso favorevole della composizione della flora batterica intestinale, con una riduzione di specifici ceppi, con potenziali benefici per la salute metabolica e cognitiva». Ma se il mercato cresce e la scienza apre nuove prospettive, resta fondamentale non confondere l’uso degli integratori con la base di ogni buona alimentazione: l’idratazione e le scelte quotidiane. Il dottor Pierluigi Rossi, docente all'Università di Bologna e specialista in Scienza della Alimentazione, smonta infatti alcuni falsi miti sugli integratori da utilizzare per una corretta idratazione (soprattutto nello sport).

Integratori a base di piante: in Italia un mercato da 566 milioni di euro

Pierluigi Rossi, docente all'Università di Bologna e specialista in Scienza della Alimentazione

«È sufficiente idratarsi solamente con acqua, nella misura di 35 millilitri per chilogrammo di peso corporeo, per avere un indice di fabbisogno base. Acqua che comunque è presente anche in moltissimi alimenti ovviamente, frutta e verdura in primis. Fondamentale invece evitare bevande che contengano fruttosio, perché poi questa sostanza nel fegato si trasforma in acido grasso. Meglio sicuramente l'acqua naturale di quella addizionata con anidride carbonica». Sulla stessa linea anche Domenicantonio Galatà, biologo nutrizionista e presidente dell'Associazione italiana nutrizionisti in cucina, che sposta l’attenzione sul ruolo dell’alimentazione e sulla qualità dell’acqua.

Integratori a base di piante: in Italia un mercato da 566 milioni di euro

Domenicantonio Galatà, biologo nutrizionista e presidente dell'Associazione italiana nutrizionisti in cucina

«Quando pensiamo a idratarci, la prima cosa che ci viene consigliata èbere di più”. In realtà non basta: serve anche mangiare bene, soprattutto più carboidrati, perché apportano più liquidi e rendono l'alimentazione equilibrata. Un altro aspetto spesso trascurato è il tipo di acqua che beviamo. Non tutte sono uguali. Il residuo fisso è un valore importante: chi fa sport dovrebbe preferire acque ricche di sali minerali, come Ferrarelle o, per chi vive a Roma, la nostra Egeria. Un ultimo consiglio pratico: aggiungere maltodestrine, ormai di uso comune, all'acqua. Rendono più facile bere e danno un piccolo aiuto in più alla nostra energia».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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