Merendine e tasse a scuola, bastone o carota?
Introdurre nuove tasse per educare alla sana alimentazione è un po’ come usare il “bastone” con l’asino. Meglio sarebbe optare per la “carota”, quindi educare, coinvolgere e stimolare
09 settembre 2019 | 17:55
di Alberto Lupini
L’Unione europea finanzia dei programmi per una merenda sana, almeno una volta alla settimana
L’idea, di cui si parla in verità da tempo, può avere un senso, tanto che in altri Paesi è una realtà da anni. Nel Regno Unito c’è la “sugar tax” contro l’obesità infantile, così come in altri 20 Paesi con obiettivi chiari. Negli Usa, Obama aveva tassato le bibite gassate per trovare risorse per la riforma sanitaria, poi cancellata da Trump. Si tratta peraltro di interventi finalizzati a risolvere problemi di salute, più che a trovare risorse...
Se ad esempio le merendine fanno male (ma oggi ce ne sono anche di bio e molte sono controllate per gli ingredienti), almeno in Italia il problema non è tanto per la loro composizione, migliorata negli anni, quanto per la quantità che viene consumata e per la mancata alternanza con frutta ed altri alimenti sani. La sola tassa ne aumenterebbe il costo di acquisto, ma non abbasserebbe il consumo. A fare male, oltre all’eccesso di merendine e bibite zuccherate, sono anche stili di vita sbagliati. Il Ministro Fioramonti potrebbe pensare di tassare anche l’utilizzo dei cellulari a scuola o la mancanza di attività fisica in troppi bambini e adolescenti. A proposito, l’Italia ha il tasso di obesità giovanile più sviluppato in Europa!
Il nemico numero uno per i medici sono oggi le bibite zuccherate, tanto che non a caso c’erano progetti con l’ex ministro della Salute, Giulia Grillo, per combattere obesità e diabete. Ma di fatto non se ne era fatto nulla e in compenso il precedente Governo si era diviso fra 5stelle favorevoli e leghisti contrari ad una sugar tax italiana immaginata solo per eliminare una parte dell’Irap.
E in ogni caso, usare le tasse per educare è un po’ come pensare di usare il “bastone” con l’asino. Molto meglio coinvolgere e stimolare, usando la “carota”. Negli anni scorsi, quando il ministero dell’Istruzione aveva adottato una black list in cui era presente anche McDonald’s, c’erano state iniziative per promuovere a scuola pane, burro e marmellata o una mela. Dopo qualche rifiuto iniziale i bambini si erano in genere entusiasmati. Forse bisognerebbe informare l’attuale Ministro che l’Unione europea finanzia dei programmi per una merenda sana, almeno una volta alla settimana. Anche quest’anno ci saranno infatti dei fondi destinati alle scuole di ogni ordine e grado che serviranno per acquistare e distribuire ai ragazzi latte, yogurt e frutta fresca da consumare durante l’intervallo. Ampliamo questi progetti, creiamo cultura alimentare partendo da queste piccole cose e poi, se proprio non si riescono a scoraggiare le cattive abitudini, mettiamo delle tasse. Ma non solo sulle merendine. Anche sui telefonini, su chi non fa sport, su chi arriva col monopattino a motore, ecc. E magari (perché no?) una tassa sul peso... Ma la scuola finanziamola in modo serio, magari usando i soldi sprecati con il diseducativo reddito di cittadinanza.
© Riproduzione riservata
• Leggi CHECK-IN: Ristoranti, Hotel e Viaggi |
• Iscriviti alle newsletter settimanali via mail |
• Abbonati alla rivista cartacea Italia a Tavola |
• Iscriviti alla newsletter su WhatsApp |
• Ricevi le principali news su Telegram |
“Italia a Tavola è da sempre in prima linea per garantire un’informazione libera e aggiornamenti puntuali sul mondo dell’enogastronomia e del turismo, promuovendo la conoscenza di tutti i suoi protagonisti attraverso l’utilizzo dei diversi media disponibili”
Alberto Lupini