In Italia, dopo giorni di polemiche, discussioni e iniziative bizzarre, non siamo infatti ancora arrivati a nulla. Siamo perennemente nel caos e anche le aperture concesse a go and stop creano solo disagi a tutti. Dagli assembramenti nelle zone delle shopping che non sono controllati e stanno facendo di nuovo salire l’indice dei contagi (passato in 24 ore da 10,1% all’11,7%), ai pubblici esercizi che in parte possono lavorare (ma 80mila locali in Italia, nelle zone arancio restano comunque chiusi) ma senza alcuna compensazione economica per ridurre le perdite.
L'ultima novità è il Governo starebbe valutando non già quell'allentamento richiesto da Regioni e imprese, ma un irrigidimento delle misure anticontagio nei giorni festivi e prefestivi: l'idea è quella di rendere tutta l'Italia zona rossa o arancione nelle giornate più a rischio, permettendo però un allentamento per i piccoli Comuni. Si valuta una deroga che dia, a chi abiti in paesi sotto i 5000 abitanti, la possibilità di spostarsi entro i 30 chilometri. E' quanto si apprende da fonti di governo al termine della riunione dei capi delegazione. L'ipotesi è adottare norme omogenee in tutta Italia, con un irrigidimento delle disposizioni come annunciato anche dalla Merkel in Germania, per evitare la terza ondata. E in tutto questo non c'è al momento un solo impegno ad aumentare il valore dei ristori. Un primo passo potrebbe essere deciso in parlamento lunedì mattina, quasi a confermare come Conte non sappia più come fare ad uscire dal caos creato dal suo barcamenarsi.
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Anche se in Lombardia, Piemonte, Calabria e Basilicata i bar e i ristoranti, con le limitazioni di orario, hanno potuto riaprire essendo passati in zona gialla, la prospettiva non è certo rosea e su tutto grava l’incertezza che la politica non sa risolvere. E questo mentre un locale su 5 è comunque chiuso in Italia per decreto.
È proprio l’incapacità dei politici italiani che preoccupa in questo momento. Non hanno ancora deciso cosa fare, mentre Governo e Regioni sembrano voler allontanare le decisioni drastiche illudendo gli operatori con le aperture a singhiozzo. Ma tutto ciò, ovviamente, con un’esiguità dei ristori finora dati ad aziende che devono stare chiuse o lavorare a orari ridotti da vergogna, mentre in Germania ai commercianti il governo aumenterà ancora l'importo massimo che le imprese possono richiedere per compensare il mancato guadagno: da 200mila a 500mila euro.
Su tutto due dati preoccupano intanto l’Italia: da un lato gli assembramenti senza controllo (a Roma è stata chiusa ad esempio Fontana di Trevi) che si sono creati fra sabato e domenica nelle zone dello shopping, che rischiano di fare di nuovo salire il tasso dei contagiati che, dall’altro, è già per parte sua in crescita, e il rischio che i ristoranti semi-aperti servano ancora una volta solo per trovare dei responsabili per la prevedibile terza ondata della pandemia. Senza neanche dargli un giusto sostegno.
A giustificare una stretta, secondo ambienti di Governo, sarebbe l'immagine degli assembramenti nelle vie dello shopping nel fine settimana, che si sono viste nelle principali città italiane (da Milano a Roma, da Torino e Bergamo a Bologna e Napoli). Situazioni che peró, salvo casi limitato, nulla hanno a che vedere con l'attività dei pubblici esercizi che in molte località hanno riaperto solo ieri.
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Alberto Lupini
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