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Cronache da ghetto Ma cos'è Quarantena, Natale?

Avete presente quando siete invitati al pranzo di Natale con tutti i parenti e avete quell'emozione che però è anche un po' non veder l'ora di tornarsene a casa? Ecco, a noi la quarantena sembra anche così.

 
20 marzo 2020 | 19:16

Cronache da ghetto Ma cos'è Quarantena, Natale?

Avete presente quando siete invitati al pranzo di Natale con tutti i parenti e avete quell'emozione che però è anche un po' non veder l'ora di tornarsene a casa? Ecco, a noi la quarantena sembra anche così.

20 marzo 2020 | 19:16
 

E così tra un paio di giorni su Bergamo dovrebbe pure cadere la neve. Bene, allora che qualcuno ci avvisi che o siamo su “Scherzi a Parte” oppure che il calendario è cambiato e Natale si festeggia il 25 marzo invece che il 25 dicembre. Perché io ci pensavo giusto in questi giorni in uno dei rari momenti di isolamento dal sempre caro, dolce, tenero e asfissiante pressing dei miei 4 compagni di Quarantena: se non fosse che l’atmosfera fuori dalle mura domestiche è di ansia, paura e tristezza qua sembra davvero di essere a Natale. E infatti nel nostro consueto sommario che introduce questa rubrica abbiamo ripreso proprio il Natale come metafora della Quarantena.



Ci sia consentito di proseguire con un tono un po’ sarcastico e tendente all’ironico su questa situazione, ma - senza perdere il focus della questione che è drammatica e senza mai dimenticare nemmeno una delle vittime di questo maledetto virus - cerchiamo di tenere e tenerci alto un po’ l’umore. Dicevamo, Natale. In primis, le famiglie unite. Quante altre volte vi ritrovate gomito a gomito prolungato in casa con genitori, fratelli, sorelle se non a Natale?
Per non parlare di pranzi e cene. Si sa che il periodo natalizio che inizia alla Vigilia e finisce all’Epifania è anche il periodo delle abbuffate e questa è la Quarantena delle abbuffate. I social ci scherzano, tra amici si sorride, ma qui davvero si sta ingrassando a vista d’occhio. Ogni giorno un dolce particolare, ogni giorno un succulento primo a pranzo e ogni giorno, a cena, qualche sfiziosità magari meno calorica ma ugualmente eccezionale. Per non parlare di colazioni e merende fatte con tanto (davvero tanto) tempo a disposizione.

Ma poi, non so a voi ma a me amici e parenti continuano a mandare foto di famiglia ritrovate in qualche album dei ricordi. A me sa tanto di atmosfera natalizia, quando - un po’ per nostalgia e un po’ per tempo da occupare - si rovista in solaio o in cantina e si portano alla luce reperti a volte comici, a volte commoventi, a volte preziosi. E poi via libera alla grande a maxi sfide a carte e pure ai giochi in scatola. Ho sempre pensato - sin da quando ero piccolo - che quando mamma e papà si mettono a giocare a carte sia segno che è un giorno di festa. E di partite, in questi giorni, ne stanno facendo.

Insomma, manca solo la tombolata (magari con il vicinato seduti tutti sul terrazzo a urlare “77, gambe delle donne”… “33, gli anni di Cristo”, col dirimpettaio che all’improvviso fa “Ambo!”) e poi ecco la “parodia del Natale” 2020. Perché è vero che siamo tutti in casa e in famiglia a scambiarci affetto e ricordi, ma è pur sempre una situazione triste. E allora, se vogliamo vivere fino in fondo questo “Natale improvvisato” visto che il 25 dicembre è anche il giorno delle preghiere, riserviamone una lunga serie a chi soffre e a chi non ce l’ha fatta.

Nelle puntate precedenti:

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