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Sardegna, i medici rischiano la vita e l'ATS taglia loro lo stipendio

L'azienda per la tutela alla salute ha considerato nell'ultima busta paga i medici che lottano contro il Covid-19 dei dipendenti (senza tutele) invece che lavoratori autonomi, con un calo dell'onorario del 15-20%.

 
31 marzo 2020 | 17:10

Sardegna, i medici rischiano la vita e l'ATS taglia loro lo stipendio

L'azienda per la tutela alla salute ha considerato nell'ultima busta paga i medici che lottano contro il Covid-19 dei dipendenti (senza tutele) invece che lavoratori autonomi, con un calo dell'onorario del 15-20%.

31 marzo 2020 | 17:10
 

Li chiamano "eroi". Che sia una definizione più o meno azzeccata (considerando che non siamo in guerra, non c'è un nemico che ci odia e ci combatte contro), fatto sta che sono i medici e gli infermieri coloro che badano a noi, che in turni strazianti e sovraumani nonostante tutto non mollano, esponendosi al coronavirus senza desistenza (seppur siano anche a rischio altissimo di contagio, come dimostrano i numeri di sanitari contagiati in Italia). Ecco perché è ancora più scioccante venire a conoscenza del fatto che l'ATS (Azienda per la tutela della salute) della Sardegna ha ridotto gli onorari dei medici impegnati nell'emergenza Sars-Cov-2.

Ridiamo dignità al lavoro dei medici in Sardegna - Sardegna, i medici rischiano la vita e l'ATS taglia loro lo stipendio

Ridiamo dignità al lavoro dei medici in Sardegna

I medici, è giusto ricordarlo, da settimane affrontano il Covid-19 aiutando i migliaia di pazienti ricoverati negli ospedali italiani, pur con una vistosa carenza di dispositivi di protezione individuale (un esempio concreto è il caso delle decine di migliaia mascherine rimandate indietro dagli ospedali lombardi perché non idonee alla protezione dei sanitari). L'informazione di tutta Italia non nasconde, anzi, spinge questa informazione. Nonostante questo, l'ATS Sardegna, con una breve comunicazione sulla busta paga del mese di febbraio, ha informato - come scrivono Mèigos, SIGM Sardegna e Dipartimento Medico in un appello alla stessa ATS regionale - "della modifica unilaterale del trattamento fiscale dei medici ad incarico trimestrale di Continuità Assistenziale, così come per i colleghi della Medicina Penitenziaria e gli Specialisti della Medicina dei Servizi Territoriali e come già fatto per i Medici di Emergenza Territoriale (118) nel mese di gennaio".

Ma questa modifica in cosa consiste esattamente (per rendere più chiaro quanto riportato nell'appello)? Le figure professionali di cui sopra, secondo quanto previsto dall'Accordo Collettivo Nazionale, sono sotto tutti i punti di vista lavoratori autonomi convenzionati, e come tali dovrebbero essere inquadrati anche dal punto di vista fiscale. Invece no: l'ATS Sardegna ha deciso di inquadrare questi medici dal punto di vista fiscale come dipendenti, invece che come lavoratori autonomi, senza riconoscere loro però alcuna forma di tutela propria del lavoro dipendente (quindi ferie, maternità, malattia, tredicesima, disoccupazione e TFR). Pur senza queste tutele, i medici in oggetto non sono esenti dalle trattenute Irpef proprie del lavoro dipendente, che hanno finito per portare ad una sostanziale riduzione del reddito netto dei medici, pari al 15-20%.

Questo inaccettabile provvedimento è reso ancora più grave dalla situazione che viviamo: una situazione durante la quale la categoria dei medici è messa sotto pressione (sia sotto il punto di vista psicologico che, ricordiamolo, della salute) dall'emergenza Covid-19. Una situazione che oggi in Sardegna vede colpito proprio il personale medico anche dal punto di vista fiscale. A risentirne di più, riporta ancora la lettera di accusa, sono "i giovani medici precari dell'imbuto formativo, impegnati nei servizi di continuità assistenziale con contratti di incarico trimestrale, che difficilmente raggiungono le dodici mensilità nell'arco annuale. Medici che, senza tutele e con scarsi mezzi, stanno garantendo la tenuta nel territorio di un SSR (Sistema sanitario regionale) già messo a dura prova dalle conseguenze di anni di mancata programmazione sanitaria.

La lettera è firmata da Mèigos (Giovani Medici Sardegna), Sigm Sardegna (Segretariato Italiano Giovani Medici) e Dipartimento Medico. La loro richiesta è che ATS Sardegna sospenda il provvedimento preso, come già è stato fatto per le Regioni Piemonte, Veneto e Trentino Alto Adige. Questo anche perché la scelta fatta all'Azienda per la Tutela della Salute sarda va contro le norme costituzionali che, come giustamente ricordato, "impogono l'allineamento tra posizione contrattuale e trattamento fiscale".

Ci permettiamo qui di riportare (e rimarcare), in chiusura, l'invito stesso dei tre enti: "Auspichiamo che l’ATS Sardegna operi a garanzia della dignità professionale di chi quotidianamente è impegnato a difesa della salute dei cittadini".

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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