Una manciata di contagi (solo 385 su 24 milioni di abitanti allo scorso fine settimana) e appena 6 morti. Meglio ancora della Corea del Sud, Taiwan ha saputo gestire l’emergenza coronavirus in modo da limitare al massimo il contagio tra la sua popolazione, senza neppure fermare aziende, scuole ed attività commerciali.
Taiwan è riuscito a prevenire l'emergenza da coronavirus
Un modello che fa arrossire gli esperti di tutto il mondo, dall’
Organizzazione Mondiale della Sanità (di cui non fa parte per il veto posto dalla Cina) ai Governi dei cinque continenti, non ancora sufficientemente studiato. L’impressione, tuttavia, è che il treno al quale Taiwan è riuscito ad aggrapparsi, altrove sia ormai passato da tempo. Il segreto, si apprende, sta tutto nell’essere riusciti a prevenire l’emergenza come nessun altro al mondo è riuscito a fare. Probabilmente ha contribuito la vicinanza con la Cina, di cui Taiwan è considerata un po’ come una “provincia ribelle”; sta di fatto che già il 31 dicembre scorso il Paese ha iniziato a monitorare i viaggiatori provenienti da
Wuhan. Quaranta giorni dopo, l’8 febbraio, ha invece chiuso i confini ai cittadini cinesi, delegando la questione a un Centro di comando anti epidemia, che ha avviato i protocolli creati dopo l’emergenza Sars.
Le misure sono state quindi comunicate ai cittadini: le aziende hanno ricevuto l’ordine di incrementare la produzione di mascherine; applicazioni e big data hanno fatto il resto, tracciando i soggetti contagiati e controllando che i pazienti a rischio restassero chiusi in casa. Insomma, un’attività preventiva vera, gestita in maniera esemplare, che da un lao non ha bloccato il Paese e dall’altro ha evitato il diffondersi del contagio. Un comportamento virtuoso che imbarazza, certo, medici e analisti di tutto il mondo, che pur di riconoscere l’efficacia delle azioni del governo taiwanese, preferisce “dimenticarsene”.
Sul tema, però, è intervenuto il senatore della Lega,
Gian Marco Centinaio, che ha detto: «Nonostante il disinteresse nei confronti di Taiwan da parte della comunità internazionale, nonostante l’ostruzionismo da parte dell’Oms, Taiwan continua a bussare al mondo chiedendo ascolto. Le tecniche finora adottate dal Governo di Taipei dimostrano l’alto livello della sanità e il senso civico dei taiwanesi».
«Purtroppo il mondo continua a dipendere dalle direttive di Pechino e ignorare Taiwan – ha aggiunto Centinaio – Nel frattempo la gente muore in tutto il mondo. In questo momento la politica internazionale dovrebbe dare un segnale a chi, in modo colpevole, ha infettato il pianeta. L’Italia dovrebbe iniziare a ragionare con il Governo di Taiwan e farsi spiegare come sono riusciti a limitare e debellare il virus».