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Torte in faccia tra Iginio Massari e Sal De Riso?

Il 12 marzo presso la Pastry Arena di Sigep, Fiera di Rimini, sarà annunciato il varo della nuova associazione di pasticceri voluta da Iginio Massari dopo la brusca separazione da AMPI lo scorso anno

di Gabriele Ancona
vicedirettore
 
24 febbraio 2022 | 18:13

Torte in faccia tra Iginio Massari e Sal De Riso?

Il 12 marzo presso la Pastry Arena di Sigep, Fiera di Rimini, sarà annunciato il varo della nuova associazione di pasticceri voluta da Iginio Massari dopo la brusca separazione da AMPI lo scorso anno

di Gabriele Ancona
vicedirettore
24 febbraio 2022 | 18:13
 

Data da segnare in agenda. Il 12 marzo presso la Pastry Arena di Sigep, Fiera di Rimini, sarà celebrato il varo di una nuova associazione di pasticceri. Un plotone di professionisti che nei mesi scorsi ha sbattuto le porte di AMPI-Associazione Maestri Pasticceri Italiani e, con in testa Iginio Massari, fondatore e presidente onorario, e Gino Fabbri, presidente in carica, ha girato i tacchi. «A gennaio (2022, ndr) fondo una nuova associazione con 30 amici, ma anche altri ne verranno. La farò più severa: chi vuole entrare avrà diritto davvero di chiamarsi accademico. Senza trucchi». Così Massari in una dichiarazione al vetriolo a Cook Corriere del maggio scorso. E oggi si entra nel vivo, ma con bocche cucite.

Iginio Massari Torte in faccia tra Massari e De Riso?

Iginio Massari

La nuova associazione accoglierà le migliori professionalità del settore

Silenzio stampa assoluto dallo staff di Massari. «Si entrerà nel merito nell’ambito della conferenza stampa organizzata per Sigep - ha spiegato Debora Massari, responsabile della comunicazione - per ora vale solo il comunicato inviato agli organi di stampa». Ecco il testo del comunicato stampa: «La neonata associazione senza fine di lucro, raccoglie le migliori professionalità e le eccellenze più esclusive della pasticceria e del mondo del dolce. Le imprenditorie più illuminate, con i tecnici più sapienti, intendono offrire la propria esperienza per la formazione, la diffusione, la promozione della cultura dolciaria, stagliandosi nel panorama come alveo di raccolta delle nuove leve e di tutti coloro, nell’esempio coerente della dedizione e tesa alla perfezione dei fondatori, vogliano raccogliere il testimone per affrontare le sfide del futuro precorrendo i gusti, le tecniche, l’estetica del nuovo orizzonte».

L'antefatto: le dimissioni di Gino Fabbri

In retrospettiva, le prime crepe all’interno dell’AMPI, come annunciato dal direttore di Italia a Tavola Alberto Lupini il 30 aprile 2021, si erano intraviste il 15 aprile, quando a Brescia era stato eletto il nuovo consiglio direttivo di 11 componenti, di cui solo 2 confermati. Il risultato aveva portato alle dimissioni effetto domino del presidente Gino Fabbri. Valutazioni diverse sul futuro dell'Accademia e forse anche giudizi su alcuni componenti sarebbero stati alla base del ribaltone che, nei fatti, avrebbe messo Fabbri di fronte a una maggioranza in direttivo con idee diverse dalle sue. Da qui la scelta di lasciare.

Sal De Riso Torte in faccia tra Massari e De Riso?

Sal De Riso

Sal De Riso nuovo presidente

A distanza di due settimane dalle dimissioni di Fabbri e Massari, il consiglio direttivo, senza una guida, si era riunito per rinnovare le cariche eleggendo a presidente il pasticcere Sal De Riso che a sua volta ha nominato vicepresidenti Santi Palazzolo e Paolo Sacchetti. Una decisione che è stata verbalizzata durante un incontro a cui, però, i dimissionari non hanno partecipato. Motivo, quest'ultimo, per una richiesta di spiegazioni, statuto alla mano, sulla correttezza delle procedure. Spiegazioni che il neo presidente ha dato a Italia a Tavola: «Il regolamento dice che, nel momento in cui il presidente si dimette, il consiglio direttivo può votare un nuovo presidente, anche pro tempore e in vista di nuove elezioni all'interno dell'Assemblea. D'altronde, nel momento in cui Fabbri e Massari hanno abbandonato la barca, l’Accademia aveva bisogno di una nuova guida. Questa cosa è stata fatta; poi il resto sono voci».

 

Una scissione che non fa bene al settore

Ai tempi Massari fu lapidario («Non mi interessa più nulla»), ma la reazione, come annunciato, è arrivata puntuale. E dopo due anni di pandemia, con i nervi già abbastanza tirati e una guerra in atto in Europa che sta già presentando un pesantissimo conto economico, Sigep sarà teatro di uno tsunami. Uno scisma, che in una fase come quella attuale, non fa certo bene al settore. Tempo un paio di settimane e le forze saranno in campo, ma su un terreno non previsto. Il conflitto russo-ucraino sta già incidendo in modo pesante sulle Borse mondiali con ricadute disastrose sui prezzi delle materie prime. Tutte.

 

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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