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Più rigore nelle aziende di delivery? Il Tribunale: i rider sono dipendenti

Storica sentenza a Palermo contro Glovo. Una decisione che inciderà sui contratti di lavoro e che Just Eat aveva già deciso annunciando le nuove assunzioni a partire dal 2021. Sconfesssato l'accordo Ugl Assodelivery.

 
23 novembre 2020 | 17:01

Più rigore nelle aziende di delivery? Il Tribunale: i rider sono dipendenti

Storica sentenza a Palermo contro Glovo. Una decisione che inciderà sui contratti di lavoro e che Just Eat aveva già deciso annunciando le nuove assunzioni a partire dal 2021. Sconfesssato l'accordo Ugl Assodelivery.

23 novembre 2020 | 17:01
 

Tempi duri in vita per aziende che usano i rider per fare le consegne a domicilio di cibo. Tutto parte dal fatto che Glovo ha ora l’obbligo di assumere un suo rider come dipendente, a tempo pieno e indeterminato. E deve pure pure pagarlo con uno stipendio orario, quindi non a cottimo come ha fatto finora, e applicare i minimi salariali previsti dal contratto collettivo del Terziario. Il tutto a Palermo a seguito di una sentenza “storica” del Tribunale, la prima in Italia che impone alle piattaforme (che offrono in assoluto il servizio più caro per le consegne) di riconoscere il rapporto di subordinazione al rider. Una sentenza che condizionerà l'esito dei contratti di lavoro su scala nazionale.

Più rigore nelle aziende di delivery? Il Tribunale: i rider sono dipendenti

Una sentenza che va oltre quanto stabilito dalla Cassazione
La causa era stata avviata col sostegno della Nidil Cgil di Palermo e va addirittura oltre a quanto già conquistato all’inizio del 2020 con la pronuncia della Cassazione: in quel caso, è stato stabilito che i rider devono restare formalmente inquadrati come lavoratori autonomi, ma essendo “etero-organizzati” hanno comunque diritto a buona parte delle tutele previste per i dipendenti, a partire dalle retribuzioni. Oggi, invece, questa decisione fa ottenere all’addetto un bottino pieno: un vero contratto di lavoro dipendente. Insomma, un “posto fisso”.

Il lavoro durava dal 2018
Il fattorino aveva iniziato a collaborare con Glovo a fine 2018, svolgendo un lavoro di circa 10 ore al giorno, pagato a consegna. Poi era diventato sindacalista con Nidil. A marzo, in seguito ad alcune sue dichiarazioni, era stato allontanato con la disconnessione dalla piattaforma, di fatto corrispondente a un licenziamento, non potendo più accettare ordini. Quindi il fattorino ha presentato ricorso al tribunale di Palermo. Dopo la partenza della causa, l’azienda l’ha ri-connesso al sistema, permettendogli così di riprendere a lavorare.

A fine ottobre il giudice aveva proposto a Glovo di assumere il rider come dipendente per chiudere la causa. L’azienda, però, non aveva accolto la richieste e si è così arrivati a questa sentenza. Secondo cui tra il fattorino e Glovo “intercorre un rapporto di lavoro subordinato a tempo pieno e indeterminato da inquadrare nel sesto livello del ccnl terziario distribuzione e servizi”. La società è quindi costretta a reintegrare il lavoratore ed è anche stata condannata a pagare 13mila euro a titolo di differenze retributive.

Just Eat aveva già deciso di assumere i fattorini come dipendenti
La sentenza inciderà ora anche sulla trattativa per il contratto nazionale dei rider. Quello firmato tra l’Assodelivery (Deliveroo, Glovo, Uber Eats e Social Food) e l’Ugl prevede infatti che i rider restino autonomi e continuino a essere pagati sul numero delle consegne. Ma questo accordo era stato bocciato dai tecnici del ministero, mentre Just Eat per parte sua aveva annunciato che dal 2021 assumerà i fattorini come dipendenti.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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