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Liquidità e assunzioni agevolate. Il Sostegni bis spinge l'accoglienza

Il Governo discute su un altro scostamento di bilancio da 40 miliardi più 5. Salvini propone un aumento del deficit da 50 miliardi. Obiettivo: sostenere chi è rimasto fuori dal Recovery Plan

 
14 aprile 2021 | 08:46

Liquidità e assunzioni agevolate. Il Sostegni bis spinge l'accoglienza

Il Governo discute su un altro scostamento di bilancio da 40 miliardi più 5. Salvini propone un aumento del deficit da 50 miliardi. Obiettivo: sostenere chi è rimasto fuori dal Recovery Plan

14 aprile 2021 | 08:46
 

I 40 miliardi che il Governo potrebbe inserire in quello che è già stato ribattezzato "Sostegni bis" sono sempre più un'ipotesi accreditata, con addirittura una novità all'orizzonte: 5 miliardi, di ulteriore deficit per finanziare le opere che resterebbero fuori dal Recovery plan e che hanno un valore complessivo di circa 30 miliardi. Il prospetto prevede di destinare 1 miliardo per facilitare le assunzioni soprattutto di giovani e di personale con contratto a termine. Una boccata d'ossigeno per i ristoranti e gli alberghi - con filiere annesse e stagionali in primo piano - che arriverebbe contestualmente ad una discussione su riaperture imminenti (anche se graduali) sempre più calda.

A maggio infatti i ristoranti sembrano destinati a ripartire sfruttando in primis gli spazi all'aperto, se la liquidità dovesse arrivare tempestiva sarebbe anche un'occasione per allestire locali ancor più sicuri e innovati per rilanciarsi e guardare all'estate con fiducia. Sarebbero 15 i miliardi di liquidità stanziati che rappresenterebbero un gruzzolo non indifferente, tardivo ma forse ma incoraggiante. Anche per gli alberghi e il turismo in generale la facilitazione per l'assunzione del personale "stagionale" sarebbe manna dal cielo, impossibile prevedere e programmare una ripartenza senza il personale.

E non va dimenticato che allo studio c'è anche la proroga delle moratorie sui prestiti, la sospensione di Imu (a giugno) e Tosap, lo stop al canone Rai, i ristori parametrati sui costi fissi (affitti, bollette), decontribuzione sulle assunzioni. Insomma un piano che sembra andare incontro ad ogni singola richiesta portata avanti dall'inizio della pandemia da ristoratori, albergatori e gestori di palestre.

Il decreto Sostegni bis sarà finanziato con il prossimo scostamento da circa 40 miliardi Sostegni bis, altri 40 miliardi e ristori per due mesi

Il decreto Sostegni bis sarà finanziato con il prossimo scostamento da circa 40 miliardi


Alle partite Iva il doppio dei sostegni

Ma quale sarebbe la tabella di marcia del Sostegni Bis e chi ne gioverebbe? Nel momento in cui sarà varata la richiesta di nuovo scostamento di bilancio da 40 miliardi cui si sommerebbe la prima tranche, forse 5 miliardi, di ulteriore deficit per finanziare le opere che resterebbero fuori dal Recovery plan, questa sarà approvata la prossima settimana in Parlamento e servirà a finanziare il decreto legge Sostegni bis, che dovrebbe prevedere per chi sta beneficiando degli indennizzi del dl Sostegni (nella prima settimana 600mila imprese per un totale di 1,9 miliardi, cifre che potrebbero raddoppiare entro la fine di questa settimana) nuovi ristori, che avrebbero un importo doppio rispetto a quelli in corso di erogazione. Esempio: se una partita Iva ha preso 2.500 euro col primo dl Sostegni, ne prenderà 5mila col secondo. A questi indennizzi dovrebbero infatti essere destinati circa 20-22 miliardi rispetto agli 11 stanziati dal primo Dl.

Consiglio dei Ministri già oggi

Di certo però ancora non c'è nulla. Un Consiglio dei ministri è stato convocato nella mattinata di mercoledì, ma l'ordine del giorno è quantomeno evasivo: «Varie ed eventuali». Stando ad alcune indiscrezioni, la riunione di governo potrebbe limitarsi a una prima discussione tra il premier Mario Draghi e i Ministri sia sul nuovo scostamento di bilancio per finanziare il decreto legge Sostegni bis sia sul Def, il Documento di economia e finanza, ma rinviando l’approvazione di entrambi a un successivo Consiglio dei ministri, entro la settimana.

Altri 5 miliardi oltre ai 40

Qualora la discussione dovesse prendere piede, c'è un'ala ottimista del Governo che ritiene possibile il varo già oggi dello scostamento di bilancio da almeno 40 miliardi, cui si sommerebbe la prima tranche, forse 5 miliardi, di ulteriore deficit per finanziare le opere che resterebbero fuori dal Recovery plan e che hanno un valore complessivo di circa 30 miliardi. In tutto, quindi, la richiesta che il governo potrebbe fare al Parlamento è di autorizzare un ulteriore scostamento di bilancio per almeno 45 miliardi nel 2021, dopo i 32 già utilizzati per il decreto legge Sostegni.

La ripercussione sul deficit immediata per l'anno corrente sarebbe non da poco perchè salirebbe verso l’11% (contro il 9,5% dell’anno scorso), sul debito, che continuerebbe a crescere in rapporto al Pil, ma anche sullo stesso prodotto interno lordo, spingendo la crescita di qualche decimale di punto, tra il 4 e il 4,5%: meno del 6% previsto dall’esecutivo lo scorso autunno, quando però non c’era stata ancora la nuova ondata di coronavirus, ma comunque in ripresa rispetto al catastrofico 2020.

Ieri è stato anche il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, a dire: «I nostri dati confermano che l’obiettivo di una crescita del 4% è possibile anche se i rischi restano». Proprio per assestare il quadro macroeconomico alla luce del nuovo scostamento di bilancio e degli effetti che potranno avere il Recovery plan e il fondo per le opere extrapiano, il Def non sarà approvato oggi, ma tra domani e la fine della settimana.

Salvini: 50 miliardi di deficit aggiuntivo

Ma i 40 miliardi più 5 non sono l'unica soluzione sul tavolo perchè la discussione tra gli esponenti di maggioranza e Governo si sta accendendo. Il leader della Lega, Matteo Salvini, ha chiesto qualche giorno fa a Draghi 50 miliardi di deficit aggiuntivo per sostenere imprese e famiglie mentre Forza Italia ha proposto «20 miliardi al mese di scostamento» finché ci sono le restrizioni. Il ministro dell’Economia, Daniele Franco, vorrebbe invece rimanere sui 40 miliardi, sperando che siano gli ultimi necessari prima di un graduale ritorno alla normalità. Sotto il governo Conte conflitti di questo tipo venivano risolti con vertici di maggioranza che precedevano le riunioni del Consiglio dei ministri. Draghi non pare intenzionato a seguire questa strada, ma a risolvere i dissidi nella discussione in Consiglio dei ministri.

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