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Cresce il Consorzio Oltrepò Pavese: 21 membri nel nuovo Consiglio

Il Consorzio tutela vini Oltrtepò Pavese si ingrandisce e raggiunge i 21 membri all'interno del proprio consiglio direttivo. Una svolta che punta a una maggiore partecipazione del territorio nelle scelte.

di Stefano Calvi
 
11 febbraio 2021 | 16:16

Cresce il Consorzio Oltrepò Pavese: 21 membri nel nuovo Consiglio

Il Consorzio tutela vini Oltrtepò Pavese si ingrandisce e raggiunge i 21 membri all'interno del proprio consiglio direttivo. Una svolta che punta a una maggiore partecipazione del territorio nelle scelte.

di Stefano Calvi
11 febbraio 2021 | 16:16
 

Il Consorzio tutela vini Oltrepò Pavese si ingrandisce e raggiunge i 21 membri all'interno del proprio consiglio direttivo. Una svolta, applaudita dai vertici della cantina Terre d'Oltrepò, che punta a una maggiore partecipazione del territorio nelle scelte determinanti.

Un vigneto nell'Oltrepò Pavese - Cresce il Consorzio Oltrepò Pavesa:consiglio a 21 membri

Un vigneto nell'Oltrepò Pavese

Ventisei i candidati
Sono 26 i candidati (un numero altissimo rispetto alle altre volte) per 21 posti disponibili, come deciso a metà settimana dallo stesso consiglio che ha dato il via libera all’allargamento. Il consiglio, che sarà rinnovato a fine mese, resterà in carica fino al 2024.

Questi i candidati per le diverse categorie. In rappresentanza dei viticoltori si sono presentati Davide Scabini, Andrea Barbieri, Alessio Gaiaschi, Sara Zambianchi, Federico Defilippi, Daniele Passerini, Camillo Dal Verme, Davide Bonetti, Paolo Verdi, Emilia Maini, Ottavia Vistarino. Tra i vinificatori si sono presentati Gilda Fugazza (attuale Presidente del Consorzio), Marco Maggi, Mattia Nevelli, Andrea Giorgi, Valeria Radici Odero, Antonio Achilli, Francesca Seralvo, Stefano Dacarro. Renato Guarini, Quirico Decordi, Valeria Vercesi, Pier Paolo Vanzini, Massimo Ornaghi, Luca Bellani, Giovanna Fugazza sono i nominativi in rappresentanza degli imbottigliatori.

Ventisei candidati per 21 posti in consiglio, come detto, con l’evidente crescita dell’adesione delle aziende di filiera interessate a partecipare ai lavori Consorzio dei vini dell’Oltrepò. È quanto emerso al termine dell’ultimo consiglio di amministrazione prima dell’assemblea che dovrà approvare il bilancio 2020 ed eleggere il nuovo presidente per i prossimi 2 anni.

Un passaggio deciso lo scorso anno
Il passaggio da 15 a 21 consiglieri per allargare la base di rappresentanza era stato già deciso lo scorso anno, ma non era scontato che fosse confermato perché non era detto che vi fossero abbastanza aziende interessate a partecipare ai lavori per coprire tutti i posti. In realtà, se ne sono fatte avanti 5 in più del necessario. Rimane stabile il rapporto tra le tre tipologie di soci rappresentati: ci saranno 7 viticoltori, 7 vinificatori e 7 imbottigliatori.

Voto con sbarramento
Così come resta la recente introduzione del voto con sbarramento al 49% introdotto lo scorso anno, ovvero nessun socio, per quanto grande, potrà avere la maggioranza assoluta. Ad oggi il Consorzio di tutela conta circa 160 aziende vitivinicole associate, un numero basso rispetto alle oltre 1500 presenti in Oltrepò che però non deve trarre in inganno. Tra queste, per esempio c’è la cantina cooperativa Terre d’Oltrepò che rappresenta oltre 600 aziende agricole di ogni dimensione che conferiscono qui le proprie uve e, per effetto del sistema cosiddetto “erga omnes” che regola i consorzi in Italia, se le aziende associate sono sufficientemente rappresentative per un determinato tipo di prodotto, lo stesso consorzio può pretendere una piccola tassa anche dai non iscritti per svolgere attività di tutela e promozione della denominazione.

Giorgi: Inizia una nuova era
In attesa del nuovo corso del Consorzio che sarà chiamato ad esprimersi a fine mese, «sono convinto del fatto che inizia una nuova era per il territorio», ha affermato il presidente della cantina Terre d’Oltrepò, Andrea Giorgi. «Abbiamo dimostrato con fatti concreti come la nostra cantina abbia lavorato per un obiettivo comune a favore dell’Oltrepò vitivinicolo, ovvero aumentare la numerosità dei soci all’interno del Consorzio e, di conseguenza, la partecipazione. La nostra cantina, in questi anni del nuovo corso, è il luogo ideale del confronto fra tutti i viticoltori ed in particolare è il baluardo dei produttori di uve dell’Oltrepò Pavese», ha aggiunto Giorgi.

Ma il lavoro non si conclude qui: «Sistemata la governace - ha spiegato Giorgi - occorre raggiungere nuovi traguardi circa il prezzo delle uve mentre la redditività delle aziende agricole va sicuramente aumentata. Sono più che mai convinto che il valore aggiunto della filiera debba essere ridistribuito anche agli agricoltori e non solo agli industriali».

Oltrepò, non solo Pinot Nero
Con la commercializzazione della Selezione Cotarella di La Versa, la cantina ha messo sul mercato una serie di diverse tipologie di vino perché è convinta che l’Oltrepò non debba solo essere espressione del Pinot Nero. «Il territorio deve investire anche sulle produzioni che da sempre lo hanno caratterizzato e possono costituire un trampolino di lancio sui mercati internazionali. È giunto il momento di investire maggiormente sul nostro Pinot Grigio Doc che nasce da uve straordinarie che non hanno eguali in nessuna zona d’Italia. Può essere il biglietto da visita ideale per fare breccia nei mercati americani e inglesi. Non possiamo dimenticare poi il Riesling Doc, un’uva vituperata da tutti ma che con il giusto investimento in comunicazione e in promozione può dare soddisfazioni in termini di mercato», ha ribadito Giorgi.

Andrea Giorgi - Terre d’Oltrepò, Giorgi confermato con un comitato per la trasparenza

L’attenzione del presidente Giorgi ricade poi sulle uve a bacca rossa: «In questo contesto di valorizzazione dei vitigni più rappresentativi non possono mancare Croatina e Barbera, le cui uve regalano vini straordinari e moderni, in linea con le nuove tendenze del mercato e dei winelovers. In questa direzione deve andare essenzialmente anche una revisione dei disciplinari di produzione che dovranno avere la forza di valorizzare queste uve. Ritengo che questo sia l’obiettivo primario che dovrà porsi il futuro consiglio del Consorzio».

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