Ennesimo colpo di scena all'interno della Federazione italiana vignaioli indipendenti. L'assemblea dei soci Fivi andata in scena ieri a BolognaFiere ha dovuto fare i conti con l'ennesimo rifiuto ad entrare a far parte del Consiglio presieduto da Lorenzo Cesconi, in seguito alle dimissioni di Francesco Maria De Franco (Calabria), Gaetano Morella (Puglia) e Monica Raspi (Toscana). Dopo aver inizialmente accettato l'incarico, con tanto di annuncio divulgato attraverso la newsletter Fivi, Stefano Casali (Toscana) si è tirato indietro. Al suo posto, l'Assemblea ha approvato l'ingresso in Consiglio di Gianluca Morino (Piemonte). Sarà lui ad affiancare gli altri neo consiglieri Andrea Annino (Sicilia) e Desirèe Pascon Bellese (Veneto). Il rifiuto di Casali e il subentro di Morino arriva dopo le porte chiuse da Cesare Corazza, Celestino Gaspari e Daniele Parma, che hanno costretto il direttivo a cooptare nuovi consiglieri). Segnali evidenti di un certo malumore all'interno dell'associazione, anche se la situazione viene dipinta in maniera differente dai vertici.
Gianluca Morino subentra nel Consiglio Fivi dopo il dietrofront di Stefano Casali (credits foto Maddy Sporks Photography)
Fivi cresce troppo? L'ipotesi società di servizi
«Nel percorso di crescita di Fivi - commenta il presidente Cesconi - dobbiamo essere sempre più in grado di affrontare le inevitabili pluralità di opinioni, senza che queste debbano diventare occasione di scontro o, peggio ancora, di divisione. L'esito dell'Assemblea di ieri dimostra che Fivi è coesa, pur nella sua diversità, e che ha gli strumenti e la maturità per crescere senza snaturare se stessa». Il prossimo appuntamento con il collettivo Fivi sarà a Vinitaly 2024. La Federazione si presenterà a Veronafiere dopo aver approvato, sempre in occasione dell'assemblea di ieri a BolognaFiere, il Rendiconto Finanziario 2023 e il Bilancio Previsionale 2024. Il primo documento, come sottolineano i vignaioli in una nota, «evidenzia la solidità economica e patrimoniale dell'associazione e conferma il trend di crescita degli iscritti, aumentati nel corso del 2023 di circa il 10%, arrivando a sfiorare quota 1.700».
Proprio gli abbondanti emolumenti sarebbero al centro dell'acceso dibattuto tra vignaioli, che si spaccano sull'ipotesi di creazione di una società di servizi in grado di gestire gli "introiti" di Fivi, ormai al limite per l'attuale status di società del terzo settore. «Il bilancio, approvato all'unanimità dai quasi 400 soci votanti - continua Fivi in una nota - testimonia il lavoro portato avanti sia sul fronte politico-sindacale sia su quello di comunicazione e promozione dei propri valori, con progetti culturali come quello del libro “Breve storia che ogni bambino può leggere a un vignaiolo indipendente e viceversa. Abbecedario per vignaioli e aspiranti tali” in collaborazione con Corraini edizioni. Confermato anche l'impegno a fianco di scuole e università, con la borsa di studio dedicata a Leonildo Pieropan offerta all'Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e con il sostegno agli studenti meritevoli dell'Istituto Tecnico Agrario Vittorio Emanuele II di Catanzaro».
Le campagne su Tea e ruolo dei vignaioli "custodi del territorio"
Nella sua relazione, il presidente Lorenzo Cesconi ha ricordato «le principali istanze politiche portate avanti nell'ultimo anno», tra cui il traguardo raggiunto in sede europea relativo alle Tecniche di evoluzione assistita (Tea): con la votazione in sessione plenaria del 7 febbraio scorso, il Parlamento europeo ha infatti confermato il divieto di utilizzo delle Tea in agricoltura biologica e ha inoltre approvato un importante emendamento che introduce l'obbligo di etichettatura sia per le piante che per i prodotti contenenti Tea, richieste presentate da parte dei Vignaioli indipendenti durante diverse fasi di lavoro sul dossier.
I soci Fivi si sono riuniti ieri a BolognaFiere per l'assemblea dei soci 2024
Sul fronte nazionale, a seguito del dossier sulla manutenzione del territorio presentato in occasione dell'ultima Assemblea di novembre, Fivi ha lanciato il 5 febbraio scorso la campagna “Vignaioli Custodi del Territorio”, per sostenere il disegno di legge sul riconoscimento dell'agricoltore come custode del territorio e per sollecitarne la rapida attuazione a livello regionale, attraverso una raccolta firme nazionale online (su change.org) e regionale (con raccolta firme fisica presso le cantine degli associati o in alcuni mercati contadini). Il disegno di legge, approvato in tempi record alla Camera, ha avuto anche l'ultima approvazione in Senato lo scorso 21 febbraio.
Fivi in pressing su Consigli regionali e Irpef agricola
Fivi, attraverso le delegazioni locali, vuole ora sollecitare tutti i Consigli regionali ad adottare il testo nazionale attraverso un processo partecipativo di tutti gli attori del mondo agricolo, in modo che la figura dell'agricoltore custode del territorio non rimanga solo un'enunciazione formale ma possa realizzarsi concretamente: «Sarà fondamentale garantire modalità operative che non scoraggino l'iniziativa degli agricoltori, e percorsi di formazione per avere un quadro di intervento coerente sul territorio», sottolinea il presidente Cesconi.
Altro impegno è la richiesta al Governo della reintroduzione dell'esenzione dell'Irpef agricola: «Una misura che giova al settore in un momento delicato, a fronte del calo dei consumi e dell'aumento dei costi di produzione». Continua infine l'attenzione sul tema vino e salute, con l'obiettivo di promuovere l'educazione a un consumo consapevole e combattere l'abuso: «Non si può appiattire il vino alla sola molecola alcol, e il consumo di vino solo a modelli problematici» ribadisce Cesconi.