Il 14 giugno 2025, come ogni secondo sabato di giugno, si tiene il World Gin Day, iniziativa nata nel 2009 per volontà dello scozzese Neil Houston. Lo scopo è creare un momento di condivisione tra appassionati, bartender e produttori, attraverso eventi, degustazioni e approfondimenti culturali sul mondo del gin. La giornata rappresenta un'opportunità per conoscere nuove etichette, visitare distillerie artigianali e valorizzare la cultura del bere consapevole, in un panorama dove tradizione e innovazione convivono. Nel mercato italiano il gin continua a rappresentare una bevanda alcolica con un buon margine di crescita, soprattutto se confrontato con alcolici consolidati come aperitivi e amari. I dati forniti da Cga by Niq, specializzata in insight per il fuori casa, tracciano un quadro chiaro delle tendenze di consumo, individuando opportunità concrete per brand e operatori del settore.

Nel mercato italiano il gin continua a rappresentare una bevanda alcolica con un buon margine di crescita
Gin, il consumo in Italia
Il 16% dei consumatori italiani consuma gin quando è fuori casa, una percentuale lievemente inferiore alla media globale (19%). Sebbene distante dalle bevande più radicate nel consumo italiano, come gli aperitivi (42%) e gli amari (34%), il gin si posiziona comunque davanti a rum (14%) e whisky (12%). Il gin tonic, in particolare, è oggi al quarto posto tra i cocktail più apprezzati in Italia, preceduto da Aperol Spritz, Mojito e Campari Spritz. Per scalare ulteriormente le classifiche, la chiave sarà l'innovazione del servizio. Come sottolineano gli analisti di CGA by NIQ, è necessario sviluppare proposte che si adattino al rituale dell'aperitivo italiano, rendendo il gin un'alternativa credibile ai grandi classici. «Il gin ha già un posizionamento consolidato nel consumo serale, ma può espandersi se presentato in modalità coerenti con i momenti di socialità più informali», spiegano gli esperti. Cocktail come il gin tonic possono essere reinterpretati con ingredienti locali, presentazioni curate e abbinamenti mirati con il cibo, sfruttando anche l'ampio utilizzo del gin in pizzeria.

Il 16% dei consumatori italiani consuma gin quando è fuori casa
Il 49% dei consumatori di gin in Italia sceglie in base alla reputazione del brand, mentre il 34% è influenzato dalla qualità complessiva del servizio. Il marchio, quindi, assume un ruolo determinante al momento della selezione, specie in un contesto competitivo dove la differenziazione può avvenire attraverso storytelling, packaging e posizionamento. Tra le tipologie, il 58% preferisce gin classici, ma è significativo osservare come il 52% si orienti verso gin aromatizzati. Tra le preferenze aromatiche più comuni troviamo limone (28%), lime (23%), arancia (20%) e pompelmo (17%), a conferma di una crescente richiesta di profili freschi e agrumati. A mantenere salda la leadership sono però i gin di origine britannica, che continuano ad avere un forte richiamo per il consumatore italiano.
Il gin in Italia si confronta con una cultura del bere molto legata all'aperitivo, ma mostra segnali di crescita anche in contesti non esclusivamente notturni. Tra i suoi consumatori, il 47% frequenta bar notturni almeno una volta al trimestre, e il 22% discoteche. Tuttavia, i dati più interessanti emergono da ambienti apparentemente meno legati al consumo di distillati. Ben il 78% consuma gin in pizzeria, e il 73% nei ristoranti, indicando che il gin può trovare una nuova collocazione anche in momenti più rilassati, come la cena o l'aperitivo conviviale. Questo apre una prospettiva interessante per i brand, che possono ampliare il proprio raggio d'azione oltre ai bar specializzati o cocktail bar. Un aspetto centrale nella promozione del gin è il ruolo attivo del bartender: il 25% dei consumatori dichiara di fidarsi delle raccomandazioni del personale di sala o bar al momento della scelta. Questo dato conferma quanto il consiglio diretto sia ancora uno strumento potente per orientare le scelte, in particolare in quei locali dove il gin non è ancora tra le prime opzioni proposte.
Gin, origini europee tra Salerno, Olanda e Inghilterra
Contrariamente all'opinione comune, le prime tracce del gin risalgono all'Italia medievale. Attorno all'anno Mille, alla Scuola Medica Salernitana, si preparava un rimedio medicinale a base di vino e bacche di ginepro, destinato a scopi curativi. «Era una preparazione diversa da quella attuale, ma già allora si riconoscevano le proprietà terapeutiche del ginepro», sottolinea Fulvio Piccinino, autore del volume Il gin italiano. La vera svolta produttiva avviene nel XVII secolo nei Paesi Bassi, con la nascita del Jenever, distillato aromatizzato sviluppato dalla distilleria Bols. Il Jenever si diffonde rapidamente, soprattutto in Inghilterra, dove prende piede come gin e genera, nel XVIII secolo, il fenomeno del “gin craze”: consumo di massa, distillazione domestica e gravi effetti sociali. Per arginare il fenomeno, il Parlamento inglese promuove una serie di interventi normativi (i Gin Act), contribuendo alla nascita di marchi storici come Gordon's (1769), Greenall's (1761) e Plymouth (1793).
Gin: evoluzione tecnologica e diffusione globale
Nel XIX secolo, l'invenzione dell'alambicco continuo di Aeneas Coffey (1832) consente una produzione più pulita e controllata. La qualità migliora e nasce il London Dry Gin, più secco, tecnico e stabile. «L'alambicco continuo permetteva di ottenere distillati più lineari, riducendo la necessità di addolcimento con zucchero o spezie», spiega Alfredo Mineo, fondatore di Insulae Gin.

Il gin è tornato protagonista con il boom della mixology contemporanea
Il gin torna protagonista con il boom della mixology contemporanea, favorito dalla sua versatilità nei cocktail. A livello mondiale si vendono oltre 50 milioni di casse all'anno, grazie alla diffusione del bere miscelato nei locali e a una crescente attenzione verso le botaniche locali.
Gin, classificazioni e stili secondo la normativa Ue
Come sottolinea Piccinino «è importante conoscere le categorie e i metodi di produzione per apprezzare il gin con consapevolezza». Secondo il Regolamento UE 787/2019, il gin si distingue in quattro categorie principali:
- Distilled Gin: ottenuto da alcol agricolo ridistillato con ginepro e botaniche.
- London Dry Gin: più rigoroso, senza aromi aggiunti dopo la distillazione e con zucchero limitato (<0,1 g/l).
- Compound Gin: senza distillazione, prodotto per infusione o miscelazione.
- Sloe Gin: liquore dolce (min. 25% vol) a base di prugnole selvatiche.

L'alambicco continuo per la distillazione del gin
A queste si aggiungono varianti storiche e contemporanee, come:
- Plymouth Gin, noto per la sua morbidezza.
- Old Tom Gin, più dolce, spesso arricchito con liquirizia.
- Contemporary o New Western Dry, dove il ginepro è meno dominante e prevalgono note floreali o esotiche.
Gin Tonic: semplicità e tecnica
Tra i cocktail più iconici a base di gin, il Gin Tonic conserva ancora oggi la sua popolarità. La sua origine si colloca nel periodo coloniale britannico: per combattere la malaria, i soldati della Compagnia delle Indie Orientali miscelavano chinino con acqua frizzante, mitigandone il gusto amaro con il gin.

Tra i cocktail più iconici a base di gin, il Gin Tonic conserva ancora oggi la sua popolarità
Come suggerisce Winston Churchill, «Il Gin Tonic ha salvato più vite e menti inglesi di tutti i medici dell'Impero». Per una preparazione bilanciata, si consiglia un rapporto 1:3 tra gin e tonica (50 ml + 150 ml), ghiaccio abbondante, bicchiere balloon o tumbler alto, e guarnizione coerente con le note del distillato (lime, arancia o pompelmo).
Come celebrare il World Gin Day
La facilità produttiva del gin - che non richiede invecchiamento - ha favorito la nascita di microdistillerie in tutto il mondo, inclusa l'Italia. La crescente attenzione alle botaniche locali ha portato alla creazione di etichette capaci di rappresentare territori e identità specifiche. Il World Gin Day è un'occasione per valorizzare il gin in maniera consapevole. Alcuni suggerimenti per festeggiarlo:
- Partecipare a degustazioni o eventi tematici nei locali
- Provare gin artigianali o da Paesi diversi
- Preparare cocktail a casa curando la qualità di ogni ingrediente
- Condividere la propria esperienza online con l'hashtag #WorldGinDay
Le ricette per celebrare il Wolrd Gin Day
Ecco alcune ricette per celebrare il World Gin Day: