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Ora è davvero tempo di regolare le sagre Da Governo e Regioni servono atti concreti

di Alberto Lupini
direttore
 
28 luglio 2009 | 10:36

Ora è davvero tempo di regolare le sagre Da Governo e Regioni servono atti concreti

di Alberto Lupini
direttore
28 luglio 2009 | 10:36
 

Sapevamo di sollevare una questione di grande attualità, ma francamente non pensavamo di raccogliere così tante adesioni e incoraggiamenti per andare avanti nella denuncia dell'abuso di sagre e feste gastronomiche di ogni tipo in tutta la Penisola. Eppure è bastato che 'Italia a Tavola”, unico giornale di settore in Italia, desse visibilità e valorizzasse l'iniziativa dell'Arthob di Brescia e del neonato Consorzio Cuochi di Lombardia, perché da ogni parte del Paese giungessero sostegni e adesioni a questa battaglia. Dalla Calabria al Veneto, dalla Liguria alla Puglia, dalla Toscana alla Sicilia, siamo stati inondati da telefonate, lettere e mail (alcune delle quali pubblicate nei commenti ai vari articoli pubblicati) in cui i ristoratori (senza distinzione di livello o di idea politica) ci chiedono ancora una volta di rappresentare con forza anche questo problema di categoria.

Il movimento è stato talmente ampio e generalizzato che il più potente sindacato nazionale del settore, la Fipe, ha deciso di scendere in campo schierandosi sulle nostre posizioni e su quelle di Arthob e Consorzio Cuochi di Lombardia. Una decisione che non può che farci piacere perché in tal modo possiamo assolvere al nostro compito di evidenziare un problema passando la mano a chi, operando in stretto rapporto con la politica, ha il dovere e la possibilità di trovare delle soluzioni. La novità, di non poco conto, è che la Federazione italiana pubblici esercizi sta raccogliendo dati sul fenomeno delle sagre in un 'Libro bianco” da presentare alle varie amministrazioni comunali. E ciò mentre il direttore generale del sindacato, Edi Sommariva, ha denunciato una riduzione fino all'80% degli incassi per i ristoratori dovuta al dilagare di sagre e feste di piazza.

La questione di fondo - e lo vogliamo ribadire agli enti locali, alle Regioni e al Governo - è che le sagre sono ormai senza controllo. Ogni ente si inventa le cose più strane e, senza alcun controllo igienico-sanitario, fiscale o previdenziale, occupa spazi per lo più pubblici con delle tavolate dove ciò che si mangia è spesso al limite del commestibile e il territorio non è quasi mai rappresentato. Sommariva ha parlato di dati gravi in Toscana (dove il sindacato più forte è la Confesercenti), ma ci permettiamo di fargli presente che le stesse situazioni, a volte anche peggiori, valgono anche per le regioni dove le regole si fanno insieme alla Fipe-Confcommercio... Purtroppo c'è stato finora troppo disinteresse su questo tema, forse perché non riguarda la categoria dei ristoranti stellati o più alla moda (gli unici che sembravano meritare attenzione di stampa e sindacati finora...). Ma l'assoluta maggioranza delle aziende del settore, comprese pizzerie e trattorie, merita oggi più rispetto e questa è una battaglia vera per la Ristorazione. Anche perché si tratta dei locali che, come sa bene il ministro Michela Vittoria Brambilla, costituiscono l'ossatura portante del turismo italiano.

Ai politici, attraverso anche la discesa in campo della Fipe, non possiamo che chiedere che venga regolamentato il settore con urgenza, valorizzando le sagre vere (che rappresentano tradizioni e cultura del territorio), ma mettendo le stesse 'in sicurezza” per quanto riguarda gli aspetti enogastronomici. In proposito ci sembra importante riportare alcuni dei passaggi di uno dei commenti che abbiano ricevuto su questo tema, quello di Michele Corti, docente dell'Università di Milano.

«Alcune sagre - scrive il professor Corti - sono fast food camuffati che servono solo per autofinanziamento di associazioni. Il ricavo netto dipende dall'uso di materia prima scadente. Se nelle sagre si usassero materie prime di qualità del territorio, artigianali, la sagra va in pari. Ma a cosa deve servire la sagra? Dovrebbe servire a ricreare cultura locale, a socializzare, a ritrovare i sapori genuini, non a far cassa. Bisognerebbe distinguere tra sagra e sagra chiedendo alle amministrazioni che le autorizzano di applicare un codice di qualità. Quando la sagra risponde alla sua funzione originale (attualizzare antichi riti alimentari comunitari promuovendo presso residenti e turisti la cultura gastronomica del territorio) la ristorazione non solo non subisce concorrenza sleale, ma può collaborare e partecipare».

Un'analisi che condividiamo perfettamente e sulla quale concorda anche la stragrande maggioranza dei ristoratori italiani che, aderendo alla battaglia lanciata da Arthob e Consorzio Cuochi di Lombardia, vuole solo avere regole uguali per tutti e poter dare magari un contributo per il successo delle sagre del proprio paese.

Alberto Lupini
alberto.lupini@italiaatavola.net


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02/02/2011 09:37:00
13) Sono diventate solo feste per fare cassa
COM'è VERO! CHE LE SAGRE E LE FESTE PATRONALI, SIANO DIVENTATE SOLO FESTE PER FAR CASSA. SONO FESTE E SAGRE SENZA CONTROLLO SIA IGIENICO CHE ECONOMICO!!!!!! ORMAI è DIVENTATO UN MODO PER FAR SOLDI SENZA CONTROLLI. LASCIATEVELO DIRE DA CHI HA PARTECIPATO COME VOLONTARIA, E COME MANODOPERA!!!! FATE CONTROLLI E VE NE ACCORGERETE, QUANTI CONTI NON VANNO!!!!!


18/07/2010 18:16:00
12) In un paese basta una sagra all'anno...
Che dire...questa sleale concorrenza sta dilagando in maniera esponenziale e con prodotti che nulla hanno di tradizione locale.Basta poco,basta riscrivere i disciplinari dei vari circoli,tipo arci,acli ecc.... Nel paese la sagra ci vuole, avvicina le famiglie e unisce i cuori, ma UNA per Dio...non "quella della primavera,di fine estate,d'autunno,le rane ,i ciccioli,la porchetta,la piadina,addirittura il pesce in paesi distanti più di cento kilometri dalla costa,BASTA,io ci sono!


28/07/2009 10:36:00
11) Il vero problema è la mancanza d'attenzione da parte delle istituzioni
Salve, nel nostro bel Paese scopriamo sempre delle novità che si protraggono da decenni? Credo che la ristorazione d'alta qualità non subisca violenza dalle sagre, manifestazioni che sono state sempre fatte. Il vero problema è che le istituzioni non stanno attente alle problematiche che la nostra società sta per attraversare. Il mio è un ritornello che già io conosco, e che ripeterò affinché si continui a sensibilizzare tutta l'opinione pubblica sul tema. Il problema sono le sagre, la crisi o la giungla di operatori della ristorazione?


28/07/2009 10:36:00
10) Raccogliamo firme per la regolarizzazione delle sagre
Perchè non raccogliamo le firme affichè si regolarizzino e si mettano a norma anche le sagre? Si potrà fare qualcosa affinchè finisca questo fiorire selvaggio di feste che levano lavoro a noi ristoratori??? A parte le norme igeniche, i cibi di scarsa qualità e le carni cotte su reti di letti usate a mò di griglia, ma che dire dello sfruttamento minorile? Ci sono bambini sotto i 10 anni che sparecchiano trascinando dei sacchi più grandi di loro fino a notte tarda!!!! Non vengono neppure pagati perchè si divertono!!!! Io lo trovo vergognoso.
Cordiali saluti Adler


28/07/2009 10:36:00
9) È giusto porre un limite alle sagre
Complimenti, è giusto che si faccia qualche cosa contro le varie sagre (paesane, Alpini, ecc.) anche qui in Valtellina non se ne può più. Complimenti e in bocca al lupo.


28/07/2009 10:36:00
8) Il malessere è unico, ma il problema è di tutti
Sig.ra Adelina Bonavera più che una raccolta firme farei una raccolta lettere, dove ognuno di noi esprime il proprio pensiero scritto. Sarebbe una bella testimonianza che farebbe capire che il malessere è unico, ma il problema è di tutti.


28/07/2009 10:36:00
7) Fondamentale questa presa di posizione contro le sagre
Ritengo fondamentale questa presa di posizione contro le sagre e tutte quelle "manifestazioni" che non si chiamano sagre ma si trasformano in qualcosa di molto simile. Era ora che qualcuno avesse il coraggio di prendere iniziative contro quanti, per pura "campagna politica", sfruttano aziende di tutti i settori per aumentare successo e utile.


28/07/2009 10:36:00
6) Normative poco chiare anche per circoli, agriturismi e bar
Questa iniziativa ha fatto rialzare la testa dai fornelli a molti ristoratori. I problemi che vessano e che depredano i fatturati della ristorazione sono molteplici. Oltre alle sagre c'è una normativa non chiara sui diritti e doveri dei circoli e degli agriturismi, senza dimenticare i bar, che, in alcune città italiane come Ancona, si fingono ristoratori senza averne nè le capacità professionali, nè le autorizzazioni. Quella delle sagre è e rimane la prima emergenza, ma non l'unica. La ristorazione italiana è una delle componenti che spinge l'universo straniero a visitare l'Italia. E che biglietto da visita è vendere gnocchi surgelati della grande industria o cibi malmantenuti o piadine industriali con dei prosciutti vergognosi e di dubbia provenienza? Poi le sagre chiudono le loro tende e noi rimaniamo a difendere un settore sempre più vilipeso e abbandonato a se stesso dalle leggi e dai tutori locali. Avete tutto l'appoggio mio e quello dell'Associazione Ristoratori della Provincia di Ancona-Confcommercio.


28/07/2009 10:36:00
5) Non è un po' di folla attirata da una sagra che produce turismo
Ritengo che il 99% delle sagre abbia lo scopo di accrescere la popolarità dell'amministratore di turno che le propone. Queste persone non hanno ancora capito però cosa significa promuovere un territorio in funzione turistica. Non è un po' di folla attirata da una sagra che produce turismo. Anzi spesso la qualità scadente dei prodotti offerti squalificano anche tutto il resto dell'offerta territoriale. Bisognerebbe almeno garantirsi, da parte dei promotori e responsabili delle sagre, circa la genuinità e la peculiarità territoriale di ciò che si offre. E bisognerebbe diminuire il numero delle sagre di almeno il 90%.


28/07/2009 10:36:00
4) Gli enti pubblici fanno ponti d'oro alle sagre. Continuate nella battaglia
Era ora che tale problema fosse portato alla conoscenza e all'attenzione di tutti. Racconto in breve la mia realtà. Sono un piccolo ristoratore con una country house nelle colline marchigiane in provincia di Ancona. Tre anni fa ho ristrutturato un casale dotandolo di tutti i moderni comfort, in un'oasi di tranquillità, immersa nel verde della campagna. Ampio parco, parcheggio, piscina,ecc. Un ingente investimento finanziario. Tutt'intorno a me c'è una fioritura di sagre e feste dai titoli più disparati e originali (ma come li trovano!) e il tutto, come dice nel suo articolo con l'unico scopo di fare cassa e non certo per promuovere il territorio. E così da maggio a fine settembre (ma si inventano feste pure nel periodo invernale!) devo combattere con queste manifestazioni che tra l'altro godono dei favori e della benevolenza di amministrazioni locali (mettono cartelli indicatori dappertutto senza il minimo rispetto: per mettere una mia freccia turistica indicatrice ho dovuto fare a lotta con l'amministrazione provinciale, il comune, i vigili per oltre quattro mesi), utilizzano spazi pubblici senza pagare alcuna tassa di occupazione (perché loro sì e io no?) non rispettano le minime condizioni igieniche, producono cibarie di dubbia qualità e, non poche volte, hanno pure il contributo di amministrazioni locali. E ovviamente con questo proliferare di eventi il fatturato del mio locale langue (ma le scadenze fiscali pressano tutti i mesi). è necessario ed urgente mettere un freno a tale situazione. Privilegiare le vere sagre o feste di tradizione, assicurare qualità e igiene, far pagare tutte quelle tasse che qualsiasi altro esercente paga (dall'occupazione del suolo pubblico, alla pubblicità, alla siae, ecc.) e ottenere così il rispetto di chi lavora e investe. Grazie per aver sollevato a livello nazionale tale questione. E' da tempo che nel mio piccolo cerco di fare altrettanto, ma sembravo una voce fuori dal coro. Ora mi sento più tutelato e compreso. Grazie di cuore a vada avanti in questa battaglia.


28/07/2009 10:36:00
3) Bravi continuate così...
Benissimo!!!Finalmente si riuscirà a regolamentare queste situazioni!!!Posso dire la mia esperienza in Toscana dove oltre a sagre e sagrette per ogni periodo dell'anno!! Altro problema che in Toscana speriamo venga regolamentato è quello degli Agriturismi Ristoranti dove le norme igeniche non vengono controllate e neppure vengono controllate ricevute fiscali,e alla fine fungono da veri e propri ristoranti!!!Per non parlare dei bar che ormai anche senza spazi e cucine fanno ristorazione dalla mattina alla sera no stop!!Con prezzi non adeguati e con scarsa qualità!!! Bravi!!!Continuate così!!! E speriamo che veramente tutte queste situazioni vengano regolamentate e se ci sarà la raccolta di firme contate anche sulla mia!!!


28/07/2009 10:36:00
2) Era ora che i ristoratori si facessero sentire
Gestisco da oltre un decennio il mio locale che si affaccia su una strada dei sapori e del vino. Sulle dolci colline dell'Oltrepò Pavese la bella stagione è occasione per le pro loco di tanti comuni limitrofi di organizzare le più svariate serate in cui offrono non solo attrazioni di tipo danzante, ma anche la possibilità di poter assaporare piatti tipici oltre che grigliate all'aperto e tante altre cose. Mi chiedo ormai da tempo se chi organizza questi "eventi" debba rispondere a regole ben precise e se esistono enti che abbiano potere di controllo su di essi. La questione è molto delicata ma era ora che i ristoratori si facessero sentire all'unisono per il rispetto degli interessi di categoria.
Grazie ancora una volta a Italia a Tavola.


28/07/2009 10:36:00
1) Il vero problema è la mancanza d'attenzione da parte delle istituzioni
Salve, nel nostro bel Paese scopriamo sempre delle novità che si protraggono da decenni? Credo che la ristorazione d'alta qualità non subisca violenza dalle sagre, manifestazioni che sono state sempre fatte. Il vero problema è che le istituzioni non stanno attente alle problematiche che la nostra società sta per attraversare. Il mio è un ritornello che già io conosco, e che ripeterò affinché si continui a sensibilizzare tutta l'opinione pubblica sul tema. Il problema sono le sagre, la crisi o la giungla di operatori della ristorazione?




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