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Torna pacifica la protesta dei pastori Presidi al Ministero e a Cagliari

Dopo gli scontri di Cagliari, un presidio pacifico ma determinato di pastori italiani staziona davanti alla sede del ministero delle Politiche agricole a Roma. Intanto, i rappresentanti del Movimento dei pastori sardi hanno occupato a Cagliari la sala della terza commissione in Consiglio regionale

 
20 ottobre 2010 | 17:09

Torna pacifica la protesta dei pastori Presidi al Ministero e a Cagliari

Dopo gli scontri di Cagliari, un presidio pacifico ma determinato di pastori italiani staziona davanti alla sede del ministero delle Politiche agricole a Roma. Intanto, i rappresentanti del Movimento dei pastori sardi hanno occupato a Cagliari la sala della terza commissione in Consiglio regionale

20 ottobre 2010 | 17:09
 

CAGLIARI - I rappresentanti del Movimento dei pastori sardi che da ieri, 19 ottobre, occupano la sala della terza commissione in Consiglio regionale non lasceranno il palazzo. Dopo essersi consultati i dodici attivisti del Mps guidati da Felice Floris hanno comunicato alla presidente del Consiglio, Claudia Lombardo, e ai capigruppo, la decisione di mantenere l'occupazione finché non avranno risposte sulla piattaforma di rivendicazioni, a partire dagli aiuti de minimis.



Non sono servite le motivazioni della presidente e dei capigruppo che hanno fatto presente come per interpretazione del regolamento, qualunque decisione assunta da un consigliere non in serenità, anche per la presenza della forza pubblica, potrebbe essere impugnata e inficiata. Intanto fuori dal Consiglio aumentano i pastori che si stanno unendo a quanti presidiano da ieri il palazzo. Sono circa 200 i manifestanti, ma il numero sembra destinato a salire.

Intanto un presidio 'pacifico ma determinato” di pastori italiani staziona davanti al ministero dell'Agricoltura, in via XX Settembre a Roma. Dalle 15 di mercoledì, coltivatori diretti provenienti da diverse regioni presidiano la sede del dicastero in attesa di novità sul tavolo di trattativa aperto, che deve decidere le sorti di un settore in cui, sottolinea Coldiretti, «la crisi in atto rischia di decimare irrimediabilmente i circa 70mila allevamenti sopravvissuti: giacchè negli ultimi 10 anni in Italia è scomparso quasi un gregge di pecore su tre».

La crisi della pastorizia ha portato martedì ai violenti scontri durante la manifestazione nazionale a Cagliari: «Occorre condannare le violenze e isolare i provocatori che, così facendo, stanno gravemente danneggiando la lotta della stragrande maggioranza dei pastori - dice il presidente di Coldiretti, Sergio Marini - pastori che in questi mesi si sono (in maniera determinata, ma pacificamente) mobilitati per garantire un futuro ai propri allevamenti senza i quali la Sardegna muore».

Secondo un'analisi di Coldiretti «le violenze vanno isolate perché indeboliscono la lotta in cui i pastori sono impegnati per ottenere un giusto riconoscimento del proprio lavoro ma non possono essere l'occasione per le istituzioni nazionali e regionali di sottrarsi ancora una volta alle loro responsabilità dopo aver troppo a lungo temporeggiato invece di preoccuparsi a mettere in campo soluzioni concrete», oppure «il settore ovicaprino morirà».

Dalla mungitura quotidiana di una pecora «si ottiene in media un litro di latte che viene pagato fino a 60 centesimi al litro, con un calo del 25 per cento rispetto a due anni fa» e ben al di sotto dei costi di allevamento che si avvicinano all'euro/litro, accusa Coldiretti. E i pastori non si salvano neppure con la lana: «Costi di tosatura e smaltimento superano notevolmente i ricavi o per la carne quando solo a Pasqua quella venduta dall'allevatore a circa 4 euro al chilo viene rivenduta dal negoziante a 10-12 euro al chilo».

Gli allevatori chiedono una serie di interventi per il rilancio del settore con interventi strutturali e congiunturali e, oltre al ritiro dal mercato del Pecorino Romano da destinare ai più bisognosi, la ristrutturazione dei debiti bancari e previdenziali, l'incremento delle indennità compensative, lo sblocco dei pagamenti per il Programma di sviluppo rurale (Psr), la verifica del funzionamento delle organizzazioni dei produttori e l'istituzione di un osservatorio per il monitoraggio dei flussi del latte.


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