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Camera e Senato "fuorilegge" Al ristorante oliere senza etichetta

I ristoranti dove i parlamentari italiani trascorrono la loro “pausa pranzo”, all’interno di Palazzo Madama e di Palazzo Montecitorio, non rispettano le norme. L’olio d’oliva viene servito ai tavoli in ampolle anonime, diversamente da quanto approvato nel 2006 nel decreto legge dello stesso Senato

23 marzo 2012 | 10:43
Camera e Senato
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Camera e Senato "fuorilegge" Al ristorante oliere senza etichetta

I ristoranti dove i parlamentari italiani trascorrono la loro “pausa pranzo”, all’interno di Palazzo Madama e di Palazzo Montecitorio, non rispettano le norme. L’olio d’oliva viene servito ai tavoli in ampolle anonime, diversamente da quanto approvato nel 2006 nel decreto legge dello stesso Senato

23 marzo 2012 | 10:43
 

I ristoranti della Camera e del Senato ancora nel mirino. Dopo la denuncia di pranzi luculliani a prezzi da mensa, il relativo (giusto) adeguamento dei prezzi e la fuga dei senatori verso 'lidi” meno costosi (con la triste conseguenza della cassa integrazione per i dipendenti), ora si è scoperto che i ristoranti all'interno di Palazzo Madama e Montecitorio, sono 'fuorilegge”. Proprio così.



Infatti, diversamente dalla legge approvata nel 2006 proprio dal Senato - che vieta la vendita di olio extravergine d'oliva in ampolle o altri contenitori non etichettati nei pubblici esercizi quali pizzerie, mense e ristoranti - al Senato e alla Camera l'olio d'oliva viene servito ai tavoli in ampolle anonime.

«Quando fu approvata la norma si adeguarono», spiega all'agenzia di stampa Il Velino, Loredana De Petris, allora presidente della commissione Agricoltura del Senato. «Ora non saprei, non frequento più dall'aprile del 2008. Probabile che sia cambiato l'appalto». Cosa diversa nei ristoranti aperti a tutti, «dove la norma è rispettata nella maggior parte dei casi», precisa.

Non frequenta neppure l'attuale presidente della commissione Agricoltura del Senato Paolo Scarpa: «Non ho mai pranzato né cenato al Senato. Solo qualche volta alla Camera nella precedente legislatura quando probabilmente non era ancora obbligatoria la norma». E promette: «Mi recherò al ristorante del Senato per verificare la questione, ma solo per motivi squisitamente professionali. Poi andrò a mangiare dove mi reco di consueto», precisa. Stessa cosa per il presidente della commissione Agricoltura Paolo Russo, che dichiara: «Non frequento il ristorante della Camera. Tutte le norme legate alla tracciabilità servono per tutelare la qualità e la trasparenza del prodotto. Sarei dispiaciuto se Camera e Senato non si fossero adeguati alla legge».

«Se c'è una norma ci si deve adeguare, questo è poco ma sicuro», afferma il vicepresidente della commissione Agricoltura della Camera, Angelo Zucchi, che spiega che «proprio in questi giorni è stata presentata una norma di iniziativa popolare relativa all'olio d'oliva che chiede una maggiore trasparenza sull'etichettatura».


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