Il più bravo in assoluto è certamente il Governatore delle Marche: i suoi uffici regionali hanno approvato finora 6362 domande di cassa integrazione in deroga, l’Inps ne ha autorizzate 4520 e sulla base di queste ha finora pagato 353 dipendenti di 170 aziende. Sono comunque pochi soldi, un’inezia rispetto alla necessità. Ma sono il risultato più importante finora ottenuto in Italia, dove paghiamo il prezzo ormai insostenibile di una burocrazia inetta e, se non criminale, certo contraria al bene comune. Il peggior Governatore (e poteva essere altrimenti?) è invece il lombardo Attilio Fontana, quello del tira e molla col Governo; quello delle mascherine su e giù; e quello dell’«apro subito, no anzi aspetto gli scienziati»!
La Lombardia, la Regione dove c’è la più grave crisi sanitaria ed economica, si dimostra purtroppo la più inefficiente in assoluto: in due ondate a tutto ieri sera, 23 aprile 2020, è riuscita ad approvare solo 507 domande di aziende per la Cig in deroga, delle quali l’Inps ne ha autorizzate soltanto 28 e a oggi non c’è stato un solo euro di pagamento. Il Molise, dove praticamente il covid-19 lo hanno visto solo in televisione, la Regione ha approvato 87 domande, l’Inps ne ha autorizzate 59, pagando 3 dipendenti di 2 aziende.

Basta leggere la tabella allegata più sotto (e consultabile sul sito Inps) per capire qual è la drammatica situazione. È pur vero che si notano anche i tempi celeri di Campania, Lazio e Veneto, che inchiodano gli uffici regionali lombardi al nulla di fatto. Ma questa è un’aggravante e non certo un segno positivo: a Napoli 1346 lavoratori hanno già giustamente ricevuto l’indennità di Cassa integrazione in deroga… a Bergamo, a Brescia, a Lodi o Cremona neanche uno.
Ma come può essere possibile? La Regione più ricca d’Italia, quella che si è permessa come sedi dei grattacieli ipercostosi (e con i piani terra per un periodo in odor di ‘ndrangheta), quella dalla sanità più efficiente e specializzata (ma impreparata a gestire un’epidemia), non è in grado di mettere in sicurezza decine di migliaia di lavoratori di piccole e medie imprese dei servizi e della ristorazione? A che è servito tanto esercizio di muscolarità contro Conte e la sua banda di inadeguati ministri, se poi non si sa provvedere al minimo indispensabile? Approvare le domande presentate dalle aziende chiuse per decreto da settimane (sono per lo più bar e ristoranti) e girarle all’Inps.
Che dire? Impreparazione a gestire una procedura che le stesse regioni avevano sollecitato? Oppure, come maliziosamente qualche sindacalista e qualche politico comincia ad avanzare, dietro c’è un sottile calcolo politico per scaricare sull’Inps (che è un istituto i cui vertici andrebbe decapitati dopo la bufala degli hacker inventata di sana pianta per giustificare il crash del sito nella vicenda 600 euro) e sul Governo il mancato pagamento della Cig di marzo?
Francamente propendiamo più per la prima ipotesi, anche se Attilio Fontana aveva già dimostrato di saper barare al gioco nei giorni scorsi quando, già allora per coprire i ritardi dei suoi uffici, aveva annunciato una
fake news che ha dell’incredibile: aveva in anticipo scaricato impropriamente la responsabilità dei mancati pagamenti della Cig sul Governo. E in più il Governatore lombardo aveva sparato la balla che grazie all’intervento della Regione i lombardi avrebbero ricevuto comunque dei soldi dalle banche. Peccato che questa prevista anticipazione (un prestito senza interessi e costi) fa parte di un accordo “nazionale” fra l’ABI (l’associazione bancaria) e le organizzazioni sindacali di tutti i comparti.
La Regione Lombardia non c’entra proprio nulla e, fra l’altro, aveva spacciato per suo un impegno delle banche che neanche funziona. Con il personale che di fatto è quasi del tutto assente da ogni filiale, i lavoratori in Cig (che dovrebbero uscire di casa per questa operazione) non riescono nemmeno ad avere risposte dalle proprie banche.
Al pari dei piccoli imprenditori che per i famosi prestiti garantiti dallo Stato (
100mila euro con istruttoria e 25mila con una semplice domanda) non riescono nemmeno loro ad ottenere nulla dalle rispettive banche. A Bergamo e Brescia, nel cuore della pandemia, possiamo garantire che è così. E in questo modo, l’Italia rischia di finire peggio per la burocrazia che per il coronavirus...
Se poi pensiamo che i consulenti del lavoro lombardi sono sul piede di guerra per il caos generato dalle procedure sbagliate e burocratiche imposte da Regione e Inps c’è davvero da chiedersi come sia stato possibile arrivare a questa barbarie amministrativa. I dati dei singoli lavoratori vanno reinseriti più volte e in tempi diversi e si arriva all’assurdo che se un’azienda ha 5 lavoratori in part time, si devono aprire e chiudere 5 procedure diverse, ognuna delle quali può arrivare ad avere fino a 13 richieste integrative diverse, degli stessi dati, da diversi uffici. E con richieste e procedure diverse fra Regione ed Inps.
Ma ovviamente il caso Lombardia é solo il più macroscopico di questa totale inefficienza della macchina burovpcratica nazionale. Se anche altre regioni sono state più efficienti, alla fine il collo di bottiglia resta l'INPS che o non autorizza le procedure o, come é successo finora, non paga, se non in casi rari. Eppure nelle tante conferenze stampa di Conte una cosa l'ha sempre ripetuta: nessun dipendente sarà lasciato in difficoltà. Ed era arrivato al punto, con tanto di conferma del ministro del Lavoro, di garantire che entro il 15 aprile tutti avrebbero ricevuto l'indennitá. In veritá, a oggi, gli unici ad essere stati pagati sono gli autonomi, sia pur con la misera somma di 600 euro, uguale per tutti. Ma li c'erano le opposizioni pronte a impalare il Governo.

Dei camerieri, dei baristi o dei cuochi sembra invece non interessare a nessuno. A partire da Cgil, Cisl e Uil perché difficilmente questi lavoratori, di aziende piccole se non micro, sono iscritti al sindacato. Diverso il caso della cig ordinaria: nelle medie e grandi aziende c'é il sindacato e le indennità sono state versate. E se alla fine tutta questa lentezza fosse in parte dovuta anche alla Cgil che nel caso della CIG in deroga aveva voluto mantenere la formula della consultazione e dell'accordo anche se, in assenza di tesserati, non avrebbero alcun titolo per rappresentare qualcuno? Altra follia di un Paese che resta ancorato a riti e procedure del secolo scorso.
Davvero un disastro e se non fosse che per lo più siamo confinati in casa ci sarebbe davvero da scendere coi forconi in piazza…
#vergogna
Prospetto Cassa Integrazione Guadagni in Deroga (CIGD) attraverso le regioni |
Numero |
Regione |
Domande Decretate Regione |
Domande Autorizzate INPS |
Domande Pagate |
Beneficiari Pagati |
Primo invio flusso |
33191 |
LOMBARDIA |
37 |
28 |
0 |
0 |
15/04/2020 |
33192 |
EMILIA ROMAGNA |
3449 |
1991 |
30 |
74 |
10/04/2020 |
33192 |
LOMBARDIA |
470 |
0 |
0 |
0 |
21/04/2020 |
33192 |
VENETO |
3459 |
908 |
60 |
101 |
10/04/2020 |
33193 |
ABRUZZO |
113 |
0 |
0 |
0 |
14/04/2020 |
33193 |
BASILICATA |
577 |
315 |
117 |
228 |
09/04/2020 |
33193 |
CALABRIA |
1344 |
269 |
7 |
15 |
14/04/2020 |
33193 |
CAMPANIA |
8999 |
4956 |
639 |
1346 |
09/04/2020 |
33193 |
FRIULI VENEZIA GIULIA |
379 |
214 |
67 |
141 |
03/04/2020 |
33193 |
LAZIO |
29684 |
4883 |
428 |
861 |
02/04/2020 |
33193 |
LIGURIA |
2865 |
2027 |
16 |
29 |
14/04/2020 |
33193 |
MARCHE |
6362 |
4520 |
170 |
353 |
14/04/2020 |
33193 |
MOLISE |
87 |
59 |
2 |
3 |
08/04/2020 |
33193 |
PIEMONTE |
704 |
321 |
12 |
28 |
10/04/2020 |
33193 |
PUGLIA |
1691 |
1084 |
342 |
715 |
08/04/2020 |
33193 |
TOSCANA |
2565 |
859 |
72 |
123 |
07/04/2020 |
33193 |
UMBRIA |
937 |
319 |
76 |
132 |
09/04/2020 |
33193 |
VALLE D'AOSTA |
453 |
183 |
0 |
0 |
15/04/2020 |
|
ITALIA |
64.175 |
22.936 |
2.038 |
4.149 |
|
fonte: INPS - dati del 22 aprile aggiornati il 23 aprile |