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Dallo sci ai prodotti tipici la Montagna può essere fattore di sviluppo

di Alberto Lupini
direttore
 
26 marzo 2018 | 18:09

Dallo sci ai prodotti tipici la Montagna può essere fattore di sviluppo

di Alberto Lupini
direttore
26 marzo 2018 | 18:09
 

Un boom della stagione invernale che rispecchia l'innovazione costante della montagna italiana, ora pronta a replicare con la stagione estiva. E le attività di promozione danno quello slancio tanto auspicato.

Per ora c’è stato il boom della stagione invernale. Complici nevicate abbondanti ovunque e il ritorno di italiani e stranieri, gli albergatori e gli operatori della montagna non possono che essere soddisfatti. Al punto che c’è anche chi si azzarda a prevedere un buon andamento anche per l’estate con Alpi e Appennini che potrebbero non essere più la Cenerentola del turismo italiano.

(Dallo sci ai prodotti tipici la Montagna può essere fattore di sviluppo)

Certo, fare le vacanze sulla neve (e quest’anno se ne sono fatte davvero tante) non vuol dire trasferire in automatico le presenze anche fra giugno e settembre, ma per la montagna italiana si potrebbero aprire prospettive interessanti.

La maggior parte delle località dell’arco alpino (da La Thuile all’Alta Badia, da Madonna di Campiglio a Cortina, da Arabba a Selva) hanno innovato impianti di risalita per rendere più rapidi i passaggi sulla neve, ma anche per trasportare in estate le biciclette, vero asso nella manica con cui le vette oggi possono richiamare un pubblico giovane e sportivo. E lo stesso hanno fatto molti hotel, attrezzando ricoveri e luoghi di manutenzione ad hoc per le due ruote “leggere”, cercando di intercettare un turismo, soprattutto del nord Europa, che ama muoversi senza motori. O al più, vero jolly, con l’aiutino elettrico garantito dalle e-bike.

Più visitatori in montagna vuol dire, in soldoni, più possibilità di avere risorse per tutelare l’ambiente, innovare l’accoglienza e potenziare le produzioni tipiche. Quindi più lavoro e sviluppo di professionalità. Come dire che la montagna, e non solo le località più rinomate, può diventare finalmente uno spazio vitale tutto l’anno e contribuire a quello che da anni viene auspicato come un nuovo ciclo di sviluppo virtuoso. Sempre che le imprese del settore possano competere ad armi pari con quelle che stanno sugli altri versanti dell’arco alpino. Per fare questo è però fondamentale che dalla nuova classe politica nazionale vengano delle risposte urgenti per fare davvero del turismo una delle priorità del Paese. E una precisa richiesta in tal senso è venuta nei giorni scorsi dal presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca.

Non si tratta di attivare nuovi carrozzoni per la promozione, inventando magari nuove retoriche su pizza e mandolino con cui riempire portali web che nessuno consulta. Ciò che serve sono norme che agevolino la ristrutturazione di impianti e di hotel (innovazione) e adeguati percorsi per avere personale preparato (formazione). Per il resto le imprese fanno già la loro parte e sono più che mai decise ad agire. Ne è un esempio la nascita di Confindustria montagna, un network informale di imprese, consorzi e federazioni che proprio sulle aree montane vogliono attivarsi per la crescita dei territori. Un’opportunità importante per fare squadra ed attivarsi per tempo anche in vista di importanti eventi che potrebbero richiamare l’attenzione internazionale sulle nostre montagne: i Campionati del Mondo di Sci Alpino di Cortina 2021 e la doppia candidatura italiana (Torino e Dolomiti) per le Olimpiadi invernali 2026.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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