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Festa Inter? Con tamponi e test! Altrimenti sia “liberi tutti" per l'Horeca

Senza controlli, tamponi, numeri contingentati e distanziamento le celebrazioni per lo scudetto sarebbero un liberi tutti per ristoranti, bar, discoteche e catering. D'altronde, se saltano le regole perché rispettarle? Ma gli esempi da seguire non mancano: dagli eventi-test a Liverpool e Barcellona e quelli programmati da Silb ai protocolli per le feste di Anbc

di Nicola Grolla
05 maggio 2021 | 12:29
Festa Inter? Perché no? Ma solo con tamponi, controlli e distanziamento  Festa Inter? Con tamponi e test!Altrimenti sia “liberi tutti
Festa Inter? Perché no? Ma solo con tamponi, controlli e distanziamento  Festa Inter? Con tamponi e test!Altrimenti sia “liberi tutti

Festa Inter? Con tamponi e test! Altrimenti sia “liberi tutti" per l'Horeca

Senza controlli, tamponi, numeri contingentati e distanziamento le celebrazioni per lo scudetto sarebbero un liberi tutti per ristoranti, bar, discoteche e catering. D'altronde, se saltano le regole perché rispettarle? Ma gli esempi da seguire non mancano: dagli eventi-test a Liverpool e Barcellona e quelli programmati da Silb ai protocolli per le feste di Anbc

di Nicola Grolla
05 maggio 2021 | 12:29
 

Tante polemiche e, forse, un’occasione mancata. Potremmo riassumere così, a esser buoni, quello che è successo domenica 2 maggio davanti al Duomo di Milano, e subito stigmatizzato da Italia a Tavola, quando circa 30mila tifosi interisti si sono riversati in piazza per festeggiare la vittoria della squadra allenata da Antonio Conte. Le immagini le abbiamo in mente tutti, al di là della fede calcistica. Le critiche pure. E il rischio è che tutto ciò si ripeta l'8 e il 23 maggio a meno che non si mettano in campo tamponi, controlli, accessi contingentati e aree dedicate; che a Milano non mancano. Nel caso non succedesse, allora anche discoteche, bar, ristoranti e ricevimenti dovrebbero sentirsi legittimati ad aprire tutto. Anzi, avrebbero un precedente macroscopico a cui appigliarsi. E poi hai voglia a dirgli che non si può.

Festa Inter? Perché no? Ma solo con tamponi, controlli e distanziamento  Festa Inter? Con tamponi e test!Altrimenti sia “liberi tutti

Festa Inter? Perché no? Ma solo con tamponi, controlli e distanziamento


Autorità impreparate, ma la festa era attesa

Che l’Inter fosse vicina alla vittoria si sapeva da settimane. Tempo che si sarebbe potuto spendere per mettere in piedi una manifestazione che rappresentasse anche la riscossa di una città (e una Regione) intera di fronte alla pandemia. Ma così non è stato. Prefetto e Questura hanno parlato di un momento di «spontanea quanto incontenibile euforia collettiva» oppure di maggiori rischi di assembramenti nel caso si fosse tentato di interdire l'accesso alla piazza. Ma di controlli, nemmeno l'ombra. E allora, che senso ha continuare a tenere chiusi i ristoranti al chiuso, predisporre distanziamenti fra i tavoli e impedire eventi e feste per catering e locali da ballo? Tutti luoghi che, nel frattempo, hanno dimostrato di saper tenere sotto controllo gli ospiti con rilevamento della temperatura all'ingresso, utilizzo della mascherina a meno che non si stia mangiando, registro degli ospiti per il tracciamento, servizio al tavolo e via dicendo. Se la celebrazione dello scudetto si vuole comunque tenere, che sia per lo meno a norma. Altrimenti sono le istituzioni, che le regole le hanno scritte, le prime a rimetterci la faccia. Con il rischio che si dia adito a un liberi tutti che comprometterebbe l'equilibrio faticosamente raggiunto.

Il raduno dei tifosi dell'Inter avvenuto il 2 maggio Tifosi e feste fuori controllo Milano non sa più gestire gli eventi
Il raduno dei tifosi dell'Inter avvenuto il 2 maggio


La politica divisa dallo stadio

E non parliamo della semplice boutade di Matteo Salvini che ha incalzato il sindaco Beppe Sala con un tweet in cui chiedeva di aprire San Siro al pubblico (capienza di circa 80mila posti che sarebbe stata ovviamente da ridurre a fronte delle regole anti-contagio attualmente in vigore). Proposta a cui, peraltro, il primo cittadino del capoluogo lombardo ha risposto attaccandosi alla regola che vuole gli stadi serrati. Una giustificazione davvero burocratica e poco ambiziosaper un sindaco che nei giorni scorsi si è speso su tutti i fronti per tenere dritta la barra sull’organizzazione del Salone del Mobile a settembre (nonostante molti pareri contrari).


Le regole sul pubblico agli eventi sportivi

Per onor di cronaca, le regole sugli stadi prevedono l’apertura degli impianti dal primo giugno in zona gialla, con limiti per la capienza previsti dal decreto riaperture varato dal Governo. Per determinati eventi, la presenza del pubblico può essere ammessa anche prima della data indicata dal decreto. «Dal primo giugno in zona gialla sono aperte al pubblico anche le manifestazioni e gli eventi sportivi di livello agonistico riconosciuti di preminente interesse nazionale con provvedimento del Coni e del Comitato paralimpico. La capienza consentita è del 25% di quella massima autorizzata e comunque non superiore a 1.000 spettatori per gli impianti all’aperto e 500 per quelli al chiuso», si legge nel decreto. A questo si aggiunge che «per eventi di particolare rilevanza e tenuto conto delle caratteristiche dei siti è possibile autorizzare la presenza di un numero maggiore di spettatori.È possibile, inoltre, anche prima del primo giugno, autorizzare lo svolgimento di eventi sportivi di particolare rilevanza».


L'occasione mancata: eventi-test in tutta la città

Detto ciò la domanda che ci poniamo è la seguente: non sarebbe possibile organizzare una serie di eventi diffusi, controllati, in diversi luoghi della città da San Siro a Parco Sempione, passando per i palazzetti dello sport, lo stadio del ghiaccio, l’ippodromo e le varie aree verdi? Certo, ci sarebbe stato da costruire un protocollo ad hoc. Mobilitare le forze dell'ordine e gli steward. Oppure si sarebbe potuto almeno copiare le regole di ingaggio messe in campo in altri paesi per eventi al chiuso. A Liverpool e Barcellona, seppure su scala ridotta e con una situazione epidemiologica migliore, eventi-test sono stati eseguiti al chiuso rispettando numerose misure di sicurezza e senza nessun effetto collaterale (leggi: contagi). Eventi-test che la Silb, il sindacato che riunisce i proprietari dei locali da ballo, si appresta a realizzare nelle prossime settimane. Di questi, il primo sarà in Puglia e si terrà all’aperto. In questi casi l'ingresso sarebbe consentito solo a chi è vaccinato o a chi ha un test negativo, gli ambienti verrebbero preventivamente sanificati, si utilizzerebbero materiali monoso e la tracciabilità sarebbe garantita dalla prenotazione online.  

La Silb si prepara a effettuare eventi-test in Puglia e nel Nord Italia sull'esempio di Liverpool e Barcellona Tifosi e feste fuori controllo Milano non sa più gestire gli eventi
La Silb si prepara a effettuare eventi-test in Puglia e nel Nord Italia sull'esempio di Liverpool e Barcellona


Intanto chi si occupa di feste ed eventi resta fermo

Allo stesso modo, si potrebbe chiedere a chi di feste ed eventi di solito ci campa. Come le aziende e le imprese del catering e del banqueting. Ancora ferme a causa del divieto di festeggiamenti (a partire dai ricevimenti nuziali che potranno riprendere dal primo agosto), le società specializzate in questo settore hanno da tempo messo a punto protocolli stringenti che vanno dalla gestione di un numero chiuso di invitati alle regole per servirsi al buffet (selfservice solo con monoporzioni in contenitori chiusi altrimenti ti serve il cameriere), distanziamento e via dicendo. Norme già messe nero su bianco ma di cui, purtroppo, nessuno sembra tenere conto. «Le immagini della festa scudetto che i tifosi hanno messo in scena in Piazza Duomo a Milano ci lasciano senza parole. Trentamila persone, una sull’altra, senza alcun distanziamento e in molti casi senza mascherina. Non era forse un pericolo assolutamente prevedibile? E poi ci dicono che i nostri imprenditori, fermi da 14 mesi, non potranno tornare a lavorare almeno fino ad agosto perché gli eventi creano il rischio di assembramenti. Con quale faccia le istituzioni potranno addurre ancora questa motivazione dopo lo scempio a cui abbiamo assistito?», è stato lo sfogo di Paolo Capurro, presidente Anbc-Fipe, Associazione nazionale banqueting e catering.

Catering e banqueting aspettano ancora la ripresa delle feste, ma i protocolli di sicurezza già ci sono Tifosi e feste fuori controllo Milano non sa più gestire gli eventi
Catering e banqueting aspettano ancora la ripresa delle feste, ma i protocolli di sicurezza già ci sono


Rischio recidiva a Milano? E a Bergamo sembra non si sia imparata la lezione

La prima data utile per provare a dare almeno un segnale alla città e al tessuto economico fiaccato dalla pandemia, come bar e ristoranti, sarebbe stata (e parliamo già al passato) sabato 8 maggio, prima partita in casa dell’Inter vincitrice contro la Sampdoria; su cui, peraltro, è in corso un braccio di ferro con la Lega di Seria A per un possibile anticipo dell'orario (dalle 18.00 alle 15.00 dirittti Tv permettendo). L'idea allo studio è quello di un presidio contigentato degli ultras fuori dallo stadio. Cosa peraltro già vista nel corso dell'anno e sempre passata come se nulla fosse anche se stavolta dovrebbero essere previsti dei varchi di accesso e delle procedure di pre-filtraggio.

La seconda data utile, invece, potrebbe essere più a portata ed è il 23 maggio, ultima giornata di campionato. Oggi ci sarà una cabina di regia per capire il da farsi. Il rischio, infatti, è che nuovi assembramenti spuntino come funghi. Per evitarlo, il Comune chiede la collaborazione di club e tifoseria: «Se vogliono festeggiare siamo disponibili a capire quali attività si possano mettere in campo. Non sarà però possibile agire senza criteri e fuori dalle normative». In vista anche la possibilità di interdire alcune aree come la Darsena e la stessa piazza Duomo.

Nel frattempo, in vista della finale di Coppa Italia che vedrà coinvolte Atalanta e Juventus il 19 maggio al Mapei Stadium di Reggio Emilia, il deputato leghista e bergamasco Daniele Belotti ha chiesto al prefetto di allentare le restrizioni nella città lombarda. Nel dettaglio: coprifuoco e chiusura locali alle 23.30. L'idea è quella di favorire i locali che trasmetteranno la partita (peraltro visibile sulla Rai, comodamente da casa). Ma in caso di vittoria, cosa succederebbe? Un assembramento in Porta Nuova? I protocolli, insomma, sembrano sempre valere per gli altri. Mentre l'organizzazione degli eventi sembra un lontano ricordo di quella che era l'efficiente macchina lombarda.




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