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Coppa Italia, coprifuoco alle 23.30? Bergamo dice "no" ai tifosi nei bar

Il sindaco Giorgio Gori e il Prefetto Enrico Ricci hanno respinto la proposta del deputato leghista, Daniele Belotti di prorogare il coprifuoco in occasione della finale Atalanta-Juventus. «Rischio assembramenti»

 
06 maggio 2021 | 12:19

Coppa Italia, coprifuoco alle 23.30? Bergamo dice "no" ai tifosi nei bar

Il sindaco Giorgio Gori e il Prefetto Enrico Ricci hanno respinto la proposta del deputato leghista, Daniele Belotti di prorogare il coprifuoco in occasione della finale Atalanta-Juventus. «Rischio assembramenti»

06 maggio 2021 | 12:19
 

La proposta del deputato leghista bergamasco, Daniele Belotti di prorogare il coprifuoco a Bergamo fino alle 23.30 consentendo ai pubblici esercizi di restare aperti in occasione della finale di Coppa Italia Atalanta-Juventus del 19 maggio è stata bocciata dal sindaco della città, Giorgio Gori (Pd) e - anche se indirettamente - dal Prefetto, Enrico Ricci. Il primo cittadino ha risposto: «Non siamo ancora usciti dall’emergenza sanitaria e tanti non lo hanno capito, basti vedere domenica i tifosi dell'Inter. Bisogna evitare ogni tipo di assembramento, per strada o nei locali». Da parte del Prefetto invece è arrivato un laconico «il divieto di circolazione dalle 22 è una questione normativa sulla quale può intervenire solo il Governo».

Dunque, nulla di fatto. Belotti, di fede atalantina, aveva avanzato la proposta supportandola con alcune motivazioni trasversali, in parte economiche, in parte sociali, in parte di ordine pubblico rifacendosi, naturalmente, a quanto accaduto domenica in piazza Duomo con 30mila tifosi interisti in festa per la vittoria dello scudetto della loro squadra. Un assembramento subito condannato anche da Italia a Tavola.

Giorgio Gori e Daniele Belotti Coppa Italia, coprifuoco alle 23.30? Bergamo dice

Giorgio Gori e Daniele Belotti


La proposta completa di Belotti

La finale si giocherà a Reggio Emilia e sarà trasmessa in prima serata, alle 21, dalla Rai, in chiaro e per tutti. “Per l’occasione - si legge nella richiesta ufficiale inviata al Prefetto di Bergamo e al ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese - è stato autorizzato, per la prima volta da oltre un anno, l’ingresso allo stadio una percentuale di spettatori pari al 20% della capienza, che al Mapei Stadium corrispondono a 4.300 posti; per decine di migliaia di bergamaschi è un evento attesissimo, che in un periodo normale avrebbe visto un esodo di oltre 20mila tifosi, mentre saranno solo 2mila gli atalantini presenti a Reggio Emilia".

“Visto che bar e ristoranti sono stati autorizzati a svolgere la propria attività con servizio ai tavoli all’aperto e che molti locali trasmettono le partite di calcio, ma con il coprifuoco fissato alle 22 sarebbe impossibile avere clienti tifosi la finale di Coppa Italia potrebbe rappresentare un’occasione importante di lavoro per numerosi bar e ristoranti che trasmettono le partite in tv in un periodo in cui stanno soffrendo in modo pesantissimo i provvedimenti anti Covid”.

Al fine  di evitare massicci assembramenti come quello registrato domenica pomeriggio in piazza Duomo a Milano per lo scudetto dell’Inter - prosegue la richiesta - e constatato che consentendo a ristretti gruppi di amici di potersi ritrovare, in totale sicurezza, nei bar e nei ristoranti della città e della provincia si eviterebbe in caso di auspicata vittoria dell’Atalanta (!) un possibile, per altro vietato, afflusso notturno in centro a Bergamo per festeggiare si richiede per mercoledì 19 maggio una proroga dell’orario di chiusura per gli esercizi pubblici della provincia di Bergamo fino alle 23.30 (orario comprensivo anche degli eventuali tempi supplementari e rigori) o comunque fino alla fine della partita, al fine di poter ospitare, secondo le disposizioni sanitarie vigenti, la clientela per la visione della finale di Coppa Italia”.

Il "no" di Gori

Il no di Giorgio Gori guarda proprio anche all’eventuale festeggiamento post-partita: «Il coprifuoco - ha detto - ci aiuterebbe a limitare gli assembramenti in caso di festeggiamenti. Tenere aperti i bar significa rischiare che a migliaia passino la serata senza distanze».

Il protocollo di Milano per una festa Inter-bis

I festeggiamenti per eventi sportivi potrebbero anche rappresentare delle occasioni per sperimentare un ritorno alla normalità come successo con i concerti di Liverpool e Barcellona, ma bisogna essere pronti. Il test si potrebbe fare per un'altra ipotetica festa dei tifosi dell'Inter che starebbero organizzando qualcosa fuori da San Siro sabato pomeriggio prima della partita Inter-Sampdoria, ma la Lega Serie A ha respinto la richiesta della Prefettura milanese di anticipare alle 15 il fischio d'inizio (previsto per le 18) così da non rischiare di andare oltre il coprifuoco con eventuali festeggiamenti. Dunque si potrebbe pensare al 23 maggio, giorno dell'ultima partita di campionato.

Se la celebrazione dello scudetto si vuole comunque tenere, che siano per lo meno a norma. Altrimenti sono le istituzioni, che le regole le hanno scritte, le prime a rimetterci la faccia. Con il rischio che si dia adito a un liberi tutti che comprometterebbe l'equilibrio faticosamente raggiunto.

Detto ciò la domanda che come Italia a Tavola ci siamo posti nei giorni scorsi è la seguente: non sarebbe possibile organizzare una serie di eventi diffusi, controllati, in diversi luoghi della città da San Siro a Parco Sempione, passando per i palazzetti dello sport, lo stadio del ghiaccio, l’ippodromo e le varie aree verdi? Proposta in parte "accolta" dal Comitato Provinciale per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica di Milano che ha individuato un'ampia area nei pressi di San Siro di circa 15mila metri quadrati dove potranno accedere massimo 3mila persone per una "manifestazione di sostegno" in occasione della prima partita dell'Inter dopo lo scudetto, sabato 8 maggio.

Ciò avverrà, spiega la Prefettura, «attraverso filtri delle forze dell'ordine, anche al fine di procedere ad una diffusa identificazione dei presenti». La Prefettura di Milano spiega che, in occasione di Inter -Sampdoria «non è prevista alcune zona rossa. La tifoseria organizzata si è impegnata ad osservare le disposizioni indicate dal questore e quelle previste dalle norme anti-Covid. Eventuali violazioni saranno rigorosamente sanzionate».

Festa Inter, un'opportunità? Coppa Italia, coprifuoco alle 23.30? Bergamo dice
Festa Inter, un'opportunità?


Nelle aree vicine alla zona San Siro vigerà anche il divieto di vendita e somministrazione di alcolici in vetro e lattine, fatta eccezione per gli esercizi di ristorazione. Analogo provvedimento sarà vigente in zona Duomo presidiata dalle forze dell'ordine in funzione di prevenzione anti-assembramento. Resta invariato l'impegno nelle zone della movida, cioè Darsena, Colonne di San Lorenzo, corso di Porta Ticinese, corso Como, corso Garibaldi, corso Sempione, Arco della Pace e Brera. In previsione della prossima partita in casa dell'Inter, sabato prossimo alle 18 a San Siro contro la Sampdoria, si sono tenuti diversi incontri per «approntare una strategia condivisa», fa sapere la prefettura, con il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, i vertici delle forze dell'ordine e l'Inter. Con lo stesso intento, la questura di Milano ha curato i rapporti con la tifoseria organizzata.

«Invito il sindaco Sala ad attivarsi con urgenza in vista di preoccupanti eventi pubblici imminenti, dopo l'abbandono della città a uno stato di anarchia come accaduto domenica scorsa», ha affermato la vicepresidente e assessore al Welfare della Regione Lombardia, Letizia Moratti.


Intanto chi si occupa di feste ed eventi resta fermo

Ma allora, viene da dirsi, qualcosa si può fare sedendosi a tavolino e discutendone. E allora si potrebbe rivalutare la possibilità di far ripartire feste ed eventi che darebbero tanto ossigendo ad aziende e imprese del catering e del banqueting. Ancora ferme a causa del divieto di festeggiamenti (a partire dai ricevimenti nuziali che potranno riprendere dal primo agosto), le società specializzate in questo settore hanno da tempo messo a punto protocolli stringenti che vanno dalla gestione di un numero chiuso di invitati alle regole per servirsi al buffet (selfservice solo con monoporzioni in contenitori chiusi altrimenti ti serve il cameriere), distanziamento e via dicendo. Norme già messe nero su bianco ma di cui, purtroppo, nessuno sembra tenere conto. «Le immagini della festa scudetto che i tifosi hanno messo in scena in Piazza Duomo a Milano ci lasciano senza parole. Trentamila persone, una sull’altra, senza alcun distanziamento e in molti casi senza mascherina. Non era forse un pericolo assolutamente prevedibile? E poi ci dicono che i nostri imprenditori, fermi da 14 mesi, non potranno tornare a lavorare almeno fino ad agosto perché gli eventi creano il rischio di assembramenti. Con quale faccia le istituzioni potranno addurre ancora questa motivazione dopo lo scempio a cui abbiamo assistito?», è stato lo sfogo di Paolo Capurro, presidente Anbc-Fipe, Associazione nazionale banqueting e catering.


© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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