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Cantina Poggio del Moro Qualità e bellezza in Val d’Orcia

di Mariella Morosi
 
19 agosto 2019 | 12:51

Cantina Poggio del Moro Qualità e bellezza in Val d’Orcia

di Mariella Morosi
19 agosto 2019 | 12:51
 

Cinquanta ettari di terreno, tra boschi, seminativi, ulivi, frutteti e vigneti a Chianciano Terme (Si); l’azienda è gestita nel pieno rispetto della natura.

Ci troviamo nella suggestiva val d'Orcia che l'Unesco ha definito patrimonio di tutti. A volerla, nel 2010, con consapevolezza e passione, è stata una ragazza russa, Tania Kuznetsova che la gestisce in collaborazione con uno staff attento e professionale. Se far vino, il buon vino della Toscana, era stato il suo primo obiettivo, a spingerla nell'avventura erano state anche tutte le altre potenzialità del territorio. I 14 ettari vitati a Sangiovese, Merlot, Syrah, Cabernet Sauvignon, Pinot nero, Procanico, Grechetto e Malvasia toscana sono la parte più impegnativa e quella da cui ha ricevuto i migliori riconoscimenti, ma altri 9 ettari danno un ottimo extravergine, un blend delle tipiche cultivar toscane: Leccino, Moraiolo, Pendolino, Frantoio e Correggiolo.

Una sala della tenuta di Chianciano Terme (Cantina Poggio del Moro Qualità e bellezza in Val d’Orcia)
Una sala della tenuta di Chianciano Terme

Per farlo al massimo livello di qualità e di purezza ha installato un frantoio aziendale in un edificio rurale in cui la lavorazione avviene subito dopo la raccolta e a freddo, non superando mai nell’intero processo la temperatura di 27 gradi. E se non basta, nel modernissimo laboratorio di trasformazione nascono le salse di pomodoro, le confetture e le gelatine dell'orto e del frutteto. A prugne, mele cotogne e uva e di gelatina viene aggiunto solo zucchero e succo di limone. La presenza delle arnie per la produzione di miele dimostra l'attenzione alla salute dell'ambiente e alla tutela della biodiversità.

Tania Kuznetsova e Luigi Pagoni (Cantina Poggio del Moro Qualità e bellezza in Val d’Orcia)
Tania Kuznetsova e Luigi Pagoni

A Poggio del Moro c'è anche un lago artificiale, al centro dei vigneti, aiuto indispensabile per le stagioni più siccitose. Nella complessa ristrutturazione degli edifici è stato mantenuto e valorizzato lo stile rurale prettamente toscano, e i materiali, pietra, ferro, legno e rame, non impattano nel morbido panorama senese. In tutte le complesse attività che svolge personalmente, in vigna e in cantina, Tania è affiancata da un esperto professionista come Luigi Pagoni formatosi nella realtà vitivinicole locali. La conduzione di tutte le attività aziendali è eco friendly e ogni fase riceve un'attenzione rigorosa.

A seconda dell'esposizione solare, i vigneti sono chiamati romanticamente “Vigneto del mattino”, “Vigneto di mezzogiorno” e “Vigneto pomeridiano”. A Poggio del Moro si adottano alcune pratiche dell’agricoltura biologica, biodinamica e soprattutto del buon senso. Si  cerca, infatti di rispettare al massimo il territorio praticando attività non invasive, adottando la tecnica del sovescio tra i filari, incrementando la biodiversità, non utilizzando fertilizzanti chimici o insetticidi e cercando di effettuare il minor numero di trattamenti fitosanitari.

In cantina, per le lavorazioni, si pone molta attenzione al calendario lunare. Il vino viene travasato con la luna calante, i vini bianchi e rosati vengono imbottigliati in plenilunio, i vini rossi in fase di luna calante e per il metodo classico la presa di spuma viene svolta nell’ultimo quarto di luna crescente. Nella vinificazione si cerca di limitare al massimo l’uso di metabisolfito di potassio, così da avere nei vini un quantitativo di solforosa molto basso, anche al di sotto dei limiti posti dal disciplinare del vino biologico.

I vigneti di Poggio del Moro (Cantina Poggio del Moro Qualità e bellezza in Val d’Orcia)
I vigneti di Poggio del Moro

Per ciò che concerne la fermentazione, si utilizzano lieviti indigeni ed il piede di fermentazione direttamente in vigna, dove maggiore è la possibilità di ottenere una fermentazione con quelli naturalmente presenti nella pruina della buccia dell’uva. Sono 12 gli ettari coltivati a bacca rossa e due a bacca bianca: Il Sangiovese, in 6 ettari, ovviamente la fa da padrone, ma anche  il merlot, il syrah, il cabernet sauvignon, ed il pinot nero in blend danno una serie di etichette di livello. L’uva, raccolta a mano in cassette, viene ulteriormente selezionata al tavolo di cernita. Macerazione con le bucce per 12 giorni a temperatura controllata di 25 gradi e rimontaggi frequenti.

Pressatura soffice e successivo affinamento in barriques e piccole botti di rovere da 2,25 a 5 Hl per 12 mesi. Successivamente si effettua un affinamento in acciaio di almeno 6 mesi prima dell'affinamento in bottiglia. I riconoscimenti ai vini non si sono fatti attendere ma Tania, attiva anche nell'Associazione Donne del Vino, non si ferma nella direzione di far sempre meglio e partecipando ai vari eventi per la promozione del turismo del vino come Cantine Aperte. Ma a Poggio del Moro si svolgono anche eventi artistici come la mostra "Femminilità"allestita proprio all'interno della cantina, con grandi figure di donna in resina dei giovani artisti Marco Rubbera ed Enrico Mancini.
Ma l'azienda è sempre aperta su prenotazione a visite guidate, degustazioni, pranzi e cene, oltre a ospitare matrimoni e ricorrenze importanti. Tra i vini più rappresentativi di Poggio del Moro è il Chianti Colli Senesi Riserva Dop. Dopo 18 mesi in piccole botti di rovere va in acciaio 6 mesi e infine un anno di affinamento in bottiglia prima di essere commercializzato. Poi c'è il Rasea Igp, pluripremiato Sangiovese in purezza dei vigneti più datati, con una produzione limitata a 6.000 bottiglie. Macerazione sulle bucce per 15 giorni poi 18 mesi in botti di rovere prima di altri 6 mesi in acciaio e del  lunghissimo affinamento in bottiglia.

Poi c'è E Sicchè, equilibrato blend di Cabernet Sauvignon, Sangiovese Merlot e Syrah. Igp è un bianco, l'Ivole, blend di Trebbiano, Grechetto e Malvasia, e il Galio, un rosato dal sentore di spezie sfumate, amarena e lampone, realizzato in 8.000 bottiglie con solo Sangiovese. La tentazione di vinificare dolce è stata ben ripagata da due etichette: il classico Vinsanto Chianti Colli Senesi, dal bouquet di miele, albicocche e fichi, e il liquoroso Kagor, dal colore violaceo e con l'etichetta in cirillico, che racconta una storia con radici lontanissime e che è un omaggio di Tania alla sua amata Russia. E' un vino da messa che nella liturgia ortodossa è simbolo del rapporto vino-sangue e viene offerto ai diaconi dai fedeli insieme al pane rituale cotto in casa, alle candele e all'incenso. Viene prodotto in 5.000 bottiglie con le uve Sangiovese, Merlò, Cabernet Sauvignon e Syrah raccolte appositamente alla fine di ottobre, quando il fruttosio raggiunge il massimo. La fermentazione avviene in grandi tini di rovere. È denso, liquoroso con corpo pieno e una delicata dolcezza acidula con le note di ciliegia e frutti di bosco.

Completano la produzione l'Elisium, spumante rosato metodo classico, Sangiovese 100%, e una grappa giovane.  il nostro logo aziendale è lo stemma della famiglia dei conti Bonci Casuccini che tiene aperta la pergamena con il nome originale del luogo: “Poggio del Moro” e le etichette sono disegnate in gran parte proprio da Tania. Visitare l'azienda è anche una buona opportunità per approfondire la conoscenza del territorio, grazie agli itinerari consigliati ai visitatori della cantina. Per vedere un panorama unico di vigneti, oliveti, boschi e prati con cavalli al pascolo consigliamo di salire fino al Podere Val D'Orcia della famiglia Magri, di fronte al Monte Amiata. È un autentico "balcone" sulla valle, con un oliveto di cultivar Frantoio, Pendolino e l'autoctona Maurino, con maneggio, struttura alloggiativa e un ristorante in cui si possono gustare i Pici con acciugata e briciole di pane e altri piatti della tradizione.

Altra sosta consigliata per mangiare questa rustica pasta tipica povera, solo farina e acqua, seguita da trippa e fegatelli è la Taverna di Bronzone di Monticchiello, vicino Pienza. Meglio ancora dopo aver assistito ad una rappresentazione in piazza del Teatro Povero, un'istituzione nata spontaneamente negli anni 60 in cui i suoi abitanti, tutti attori rigorosamente non professionisti, ancora oggi recitano in forma corale se stessi e la loro comunità sul tema del recupero di una nuova e orgogliosa affermazione di identità sociale e culturale contadina.

Per informazioni: www.poggiodelmoro.com

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