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Metà delle pizze italiane preparate con ingredienti stranieri

Secondo un'indagine della Coldiretti a metà delle pizze preparate nelle 25mila pizzerie italiane contengono ingredienti principali importati dall'estero. Il rischio è di perdere definitivamente lo storico legame con il territorio di provenienza della pizza che è nata a Napoli a metà del 1700

 
09 dicembre 2009 | 16:46

Metà delle pizze italiane preparate con ingredienti stranieri

Secondo un'indagine della Coldiretti a metà delle pizze preparate nelle 25mila pizzerie italiane contengono ingredienti principali importati dall'estero. Il rischio è di perdere definitivamente lo storico legame con il territorio di provenienza della pizza che è nata a Napoli a metà del 1700

09 dicembre 2009 | 16:46
 

Con la metà delle pizze preparate nelle 25mila pizzerie italiane che contengono ingredienti principali importati dall'estero, il rispetto dell'originalità degli ingredienti e del loro legame con il territorio è una condizione determinante per la tutela della vera pizza napoletana tradizionale. è quanto afferma la Coldiretti nel riferire dell'avvenuta tutela comunitaria per la pizza napoletana Sgt (Specialità tradizione garantita) da parte all'unanimità da parte del Comitato di gestione dell'Unione europea, con la sola astensione della Polonia.

La pizza napoletana Stg avrà ome caratteristica oltre agli imprescindibili pomodoro, mozzarella di bufala dop o mozzarella Stg, olio extravergine d'oliva e origano - un diametro non superiore ai 35 cm, il bordo rialzato (cornicione) tra 1 e 2 cm, e una consistenza insieme morbida, elastica e facilmente piegabile 'a libretto”.

Si tratta di una prima forma di tutela di fronte al rischio concreto di trovarsi servito in pizzeria un prodotto preparato con cagliate provenienti dall'est Europa invece della tradizionale mozzarella, pomodoro cinese invece di quello nostrano, olio di oliva tunisino e spagnolo e farina canadese o ucraina che sostituisce quella ottenuta dal grano nazionale. In Italia sono stati importati  in un anno 500 milioni di chili di extravergine, 86 milioni di chili di cagliate per mozzarelle, 130 milioni di chili di concentrato di pomodoro e 5 miliardi di chili di grano tenero.

Il rischio è di perdere definitivamente lo storico legame con il territorio di provenienza della pizza che è nata a Napoli a metà del 1700 ed eretta per sempre a vessillo tricolore, con il bianco della mozzarella , il rosso del pomodoro ed il verde del basilico , quando il pizzaiolo Raffaele Esposito dedicò la "pizza Margherita" alla regina di casa Savoia nel 1889. Oggi la pizza è la parola italiana più conosciuta all'estero con l'8%, seguita dal cappuccino (7%), dagli spaghetti (7%) e dall'espresso (6%), secondo un sondaggio on line della Società Dante Alighieri.

In Italia ci sono 25mila pizzerie con 120mila posti di lavoro e un fatturato di 5 miliardi di euro che è in crescita nonostante la crisi, come conferma una recente ricerca Doxa secondo la quale quando si tratta di scegliere qualcosa di "gustoso", per la pausa pranzo, il 29% degli italiani predilige pasta, ma ben il 26% pizza.


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