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Altro che premi, alla ristorazione serve un Cavaliere del lavoro

di Alberto Lupini
direttore
 
23 agosto 2011 | 14:01

Altro che premi, alla ristorazione serve un Cavaliere del lavoro

di Alberto Lupini
direttore
23 agosto 2011 | 14:01
 

Sembra un po' un déjà-vu. Dopo avere già lanciato l'idea lo scorso anno, a fine settembre dovremmo finalmente arrivare alla festa della ristorazione italiana in cui il ministro del Turismo premierà dei cuochi italiani che si sono segnalati sia in Italia sia all'estero. Iniziativa in sé meritevole, lo abbiamo già segnalato, se non fosse che dietro la kermesse annunciata ci sta solo un vuoto di idee e progetti. O peggio, un tentativo abbastanza maldestro di un recupero 'politico” di una categoria che come tante altre del ceto medio e delle professioni, si sta allontanando da questa politica e dai suoi esponenti di punta. E non caso l'iniziativa dell'on. Michela Vittoria Brambilla era stata annunciata, in fretta e furia, dopo la sconfitta del centrodestra nella sua capitale simbolo, Milano.

Ma tant'è. A parte le finalità politiche e o di piccola demagogia dell'iniziativa, ciò che lascia perplessi è l'assoluta mancanza di un qualche disegno per dare il giusto valore a un settore produttivo che è assolutamente strategico per il l'Italian style e la valorizzazione delle nostre produzioni agroalimentari. Lo dimostra l'assoluta improvvisazione di questa 'festa” milanese. Non se ne sa nulla e, nonostante l'aiuto che dovrebbe dare la Fipe (ma perché il sindacato continui a restare 'piegato” al Ministro non lo si capisce proprio...), non si ha ancora nemmeno un'idea di quali saranno i criteri con cui la Brambilla sceglierà i premiati. Nessun coinvolgimento a oggi di esperti, ma ancora una volta decisioni autonome e senza consultazioni. E che dire della mancanza di un qualche accordo con altri Ministeri che dovrebbe essere della partita (Attività produttive, Politiche agricole e Beni culturali per citarne solo alcuni)? Come dire che l'iniziativa sarà solo del ministero del Turismo, che con la foglia di fico che le porge la Fipe si arroga di essere l'interlocutore principale della ristorazione...

Altro che scelta di campo del Governo. Eppure basterebbe fare come in Francia o in Spagna, dove i grandi cuochi (che non sono necessariamente solo quelli con le stelle Michelin o i cappelli de L'Espresso...) fanno parte di una delle 'nazionali” che a livello istituzionale rappresentano realmente il Paese a tutti i livelli.

Poiché vogliamo comunque credere alle buone intenzioni della Brambilla ci permettiamo di inviarle un suggerimento, anche se temiamo che, come molti altri, cadrà nel vuoto. Se davvero vuole valorizzare la ristorazione lo faccia fino in fondo e utilizzi i simboli internazionali. In Francia ci sono tanti cuochi insigniti della Legion d'onore per i meriti conquistati per la Patria. In Italia nessuno è Cavaliere del lavoro. Eppure sono stati nominati tali persino dei mafiosi o, come due anni fa, un italo-australiano taroccatore che produce quel Parmesan contro cui i ministri si scagliano verbalmente un giorno sì e uno no.

E allora perché non prendere l'iniziativa, coinvolgendo magari anche altri Ministri, per lanciare da subito una candidatura simbolica per un'intera categoria? Altro che premi che lasciano il tempo che trovano... l'insegna di Cavaliere del lavoro ad un cuoco attesterebbe che il Governo ha finalmente capito la lezione e punta su questo settore. Da tempo avevamo lanciato l'idea, e ora è tempo che la Brambilla faccia sul serio e non pensi solo alla politica di partito. La proposta di attribuire un Cavalierato del lavoro a personaggi del calibro di Gualtiero Marchesi, Alfonso Jaccarino, Aimo Moroni o Ezio Santin, per citare solo alcuni nomi senza nessuna volontà di fare graduatorie, sarebbe un segnale di valenza internazionale e una conferma che il Ministro fa sul serio. Speriamo.

Altrimenti ci resta solo il Presidente della Repubblica... perché nomini un cuoco senatore a vita...

Alberto Lupini
alberto.lupini@italiaatavola.net




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29/08/2011 12:46:00
3) Premio alla ristorazione: una vera patacca!
Esprimere il concetto del premio alla ristorazione, diventa una vera patacca… oserei dire dare un valore economico alla ristorazione come concetto di divulgazione culturale, storico dell'enogastronomia che i nostri chef danno con il loro sacrificio umano giorno dopo giorno, riconoscerli dei veri pionieri della cultura dell'alimentazione italiana, perché no mondiale. Non voglio essere retorico ma solo dire che la gastronomia italiana a fatto scuola, e cultura di aggregazione tra popoli e culture diverse, ecco caro direttore che i suoi editoriali sono delle vere chicche…


25/08/2011 09:53:00
2) Meglio il titolo di "Maestro del Lavoro" per i grandi cuochi
Egr. sig. Lupini,
Pur essendo d'accordo sul fatto che i grandi cuochi meritino riconoscimenti adeguati, sarei però dell'avviso che il "Cavalierato del Lavoro" necessiti di qualcosa di più della semplice genialità o grande capacità in cucina. Vedrei meglio il titolo di "Maestro del Lavoro" che mi sembrerebbe più confacente e dimensionato alle capacità di un grande cuoco. Il paragone con la "Légion d'honneur" non regge in quanto quest'ultimo è un riconoscimento estremamente generico nella sua possibilità di attribuzione, mentre il "Cavalierato del Lavoro" viene attribuito soprattutto per meriti imprenditoriali. Cordialmente.


23/08/2011 17:12:00
1) Un Paese dove la giustizia prevale
Sono d'accordo con la tua opinione. Io sono italiana nata in Brasile (doppia cittadinanza) e mi trasferisco a Treviso dove mi sposerò e vivrò. Voglio trovare un Paese dove la giustizia prevale in tutti gli ambiti: sociale, culturale e professionale. Contate sul mio appoggio se necessario.




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