Ci risiamo, nuovo taroccamento nostrano di prodotti italiani. E che al centro ci sia ancora una volta l'
olio di oliva (simbolo dell'Italia a tavola con il vino, il grana, il parmigiano, le mozzarelle e il prosciutto) non deve certo stupire: da tempo denunciamo che abbiamo una legislazione alimentare a tutela di
imbroglio che va cambiata al più presto. Per cercare di uscire da una situazione di pura demagogia, una possibilità potrebbe derivare dalla proposta di legge '
salva olio Made in Italy” (primi firmatari la senatrice Colomba Mongiello, Pd, e il senatore Paolo Scarpa Buora, Pdl). Se venisse approvata, sulle bottiglie di olio extravergine di oliva ci potrebbero forse essere finalmente
etichette chiare e leggibili con l'indicazione di cosa c'è realmente dentro e che provenienza hanno gli oli o le olive. Già, perché nonostante la grancassa suonata a suo tempo dall'ex ministro Luca Zaia, l'attuale normativa sulle etichette dell'olio è solo un imbroglio che ha dato più forza alle sofisticazioni.
L'obbligo di indicare solo nella contro-etichetta la
provenienza dell'olio (e per giunta in caratteri microscopici) ha permesso agli imbroglioni e ad una parte dell'industria (spesso a capitale spagnolo...) di far passare per italiano un prodotto che, quando va bene, è privo di valore organolettico o salutistico. Vendendo il tutto, grazie alle rettifiche di prodotto ammesse dalla legge, spesso sottocosto, così da mettere fuori mercato gli oli di qualità che, lo ricordiamo una volta per tutte, non possono costare al supermercato meno di 7-8 euro la bottiglia. Sotto questo prezzo si può stare certi che l'olio non è italiano e magari... non è nemmeno olio di oliva.
Sarebbe troppo lungo e complesso vedere perché siamo arrivati a questo degrado. Dovremmo risalire ad esempio alle norme europee che hanno abbassato il livello qualitativo dell'extravergine, ma questo ci porterebbe lontano. Ciò che è importante oggi è però reagire e ridare valore a un prodotto fondamentale per la nostra dieta e che ci è invidiato (e per questo copiato) in tutto il mondo.
Serve uno scatto di dignità dell'intero sistema. I delinquenti che giocano con la nostra salute vanno isolati una volta per tutte. La Federalimentare per prima deve pretendere una legge che chiuda definitivamente i cancelli delle imprese che hanno giocato con la nostra salute. I piccoli produttori per parte loro devono fare più squadra per valorizzare il prodotto a costi più contenuti. E i consumatori devono essere guidati a consumi responsabili ed attenti. Un ruolo fondamentale può essere svolto dai ristoratori, purché a tutti i livelli anche in questo caso si presti attenzione alla tracciabilità e si rispettino le norme, a partire dall'eliminazione dal tavolo delle
oliere (vietate) o delle bottiglie in cui si travasa olio di dubbia provenienza. La ripresa economica passa anche da questi gesti di tutela e valorizzazione della qualità.
Alberto Lupini
alberto.lupini@italiaatavola.netArticoli correlati:
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