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Ristoranti chiusi dopo Pasqua? Fioccano proteste e aperture illegali

Il Premier Maro Draghi e il Cts hanno lasciato intendere che dal 6 aprile non si tornerà alla normalità come ipotizzato e i locali, che puntavano a questa data, scendono in piazza chiedendo di poter aprire. Ennesima puntata di un braccio di ferro lungo un anno. Tassisti, commercianti e rider si uniscono in tutta Italia per far sentire la loro voce

25 marzo 2021 | 18:19
I cuochi spingono per aprire dopo Pasqua Ristoranti chiusi dopo Pasqua? Fioccano altre proteste
I cuochi spingono per aprire dopo Pasqua Ristoranti chiusi dopo Pasqua? Fioccano altre proteste

Ristoranti chiusi dopo Pasqua? Fioccano proteste e aperture illegali

Il Premier Maro Draghi e il Cts hanno lasciato intendere che dal 6 aprile non si tornerà alla normalità come ipotizzato e i locali, che puntavano a questa data, scendono in piazza chiedendo di poter aprire. Ennesima puntata di un braccio di ferro lungo un anno. Tassisti, commercianti e rider si uniscono in tutta Italia per far sentire la loro voce

25 marzo 2021 | 18:19
 

Altra batosta per i ristoranti: anche dopo Pasqua non si riaprirà. Le indicazioni trapelate dall'intervento del Premier Mario Draghi a Camera e Senato e le indicazioni date dal Cts vanno infatti nella direzione di un'Italia ancora colorata di rosso e di arancione dopo le festività. Proprio mentre sembrava che apparisse la luce in fondo al tunnel, tac, altra batosta. E allora, scoppiano - anzi, riscoppiano - le polemiche dei ristoratori e di tutta la filiera.

I cuochi spingono per aprire dopo Pasqua Ristoranti chiusi dopo Pasqua? Fioccano altre proteste
I cuochi spingono per aprire dopo Pasqua


Bologna epicentro delle manifestazioni
Le prime manifestazioni scatteranno nella giornata di venerdì contemporaneamente in alcune delle principali città italiane e saranno coordinate da Tutela nazionale imprese italia (Tni). Accanto all'associazione guidata da Pasquale Naccari altri esponenti, a Bologna in particolare parteciperà anche la Fipe. «Siamo in ginocchio - ha detto Naccari - è l'ora di unirsi e bloccare l'Italia». Gli fa eco Elisabetta Valenti, presidente del comitato tutela ristoranti di Bologna: «Siamo consapevoli della situazione e del fatto che è necessario agire con prudenza, tuttavia non è possibile non tenere in considerazione la situazione in cui versa gran parte del tessuto imprenditoriale italiano».

Al coro si unisce anche la Fipe: «Il sostegno appena varato è insufficiente a far fronte alle gravi perdite registrare dalla categoria ristoratori in un anno di pandemia».

Coi ristoratori anche commercianti, tassisti e rider
Chi protesta chiede al Governo il risarcimento dei danni subiti dalle aziende del settore che sono state causate da ripetute chiusure e molteplici restrizioni. Alla protesta parteciperanno anche tassisti, commercianti e anche i rider. Riders union ha organizzato un presidio in piazza del Nettuno (alle 18,30) e tende la mano «ad altre categorie e soggetti che sono in mobilitazione perchè stanno vivendo sulla propria pelle condizioni simili alle nostre«, come afferma  uno dei portavoce dei fattorini, Tommaso Falchi. L'appello dei rider in particolare punta ad intercettare altri scioperi e proteste annunciate sempre per venerdì nel mondo della logistica, dello spettacolo e della scuola. Nel caso dei riders si trtterà di un vero e proprio sciopero, confermato nonostante l'accordo per la legalità, contro il caporalato, l'intermediazione illecita e lo sfruttamento siglato alla presenza del ministro del Lavoro Andrea Orlando da Cgil, Cisl, Uil e Assodelivery.

C'è chi apre nonostante i divieti
Purtroppo insieme a queste legittime proteste, verbali e dimostrative ma nel rispetto delle norme anti-Covid, se ne aggiungono altre più concrete che non badano a mezzi termini e hanno nell'apertura "illecita" dei locali il loro modo per protestare. Nei giorni scorsi ha fatto scandalo l'iniziativa di alcuni ristoratori di Varese che hanno deciso di aprire canali Telegram clandestini per ricevere lì prenotazioni nonostante i loro locali dovessero rimanere chiusi perchè in zona rossa.

A proposito di questo episodio la Fipe ha voluto esprimere solidarietà all’inviato di Striscia la Notizia, Max Laudadio, da giorni bersaglio di insulti e invettive a opera di chi si proclama al fianco dei lavoratori del settore, ma in realtà fa un danno all’intera categoria. "Chi apre abusivamente il proprio locale, per ospitare feste più o meno private in spregio alle più elementari norme sul distanziamento sociale e la protezione individuale - si legge in una nota ufficiale - commette un reato, mette a rischio la salute delle persone e, di certo, non aiuta una categoria massacrata dalle misure di contenimento del Covid19".

"Noi come Fipe-Confcommercio - prosegue la nota - viviamo ogni giorno il dramma della categoria ridotta al collasso, e chiediamo con forza una prospettiva di riapertura per le nostre imprese, ma con regole certe e protocolli sanitari che mettano clienti e lavoratori in sicurezza. Una riapertura che dovrà essere irreversibile, unica via d’uscita da una crisi che ci ha visto perdere sin qui oltre 42 miliardi di euro, che rappresentano mediamente il 40% di fatturato con punte che in alcuni territori e per alcune imprese superano anche l’80%. Davanti a una situazione del genere i ristori non bastano. Bisogna riaprire al più presto e serve serietà da parte di tutti".

Prima ancora ci aveva provato il movimento #ioapro con aperture illecite diffuse in tutta Italia e ora è Mio (Movimento imprese e ospitalità) a minacciare aperture a pranzo e a cena dal 6 aprile, qualunque siano le decisioni del Governo e in ogni colore nel quale le singole Regioni si troveranno. «Da un anno - ha detto il presidente, Paolo Bianchini - i piccoli imprenditori dell'ospitaità a tavola sono costretti a chiudere-aprire-chiudere, in contrasto con le evidenze scientifiche, senza prospettive, programmazione, piani di rilancio, indennizzi. Di fronte al funerale certo di bar, ristoranti, pizzerie, pub, il direttivo di Mio Italia ha deliberato una scelta obbligata: andare contro le norme e aprire a pranzo e a cena».

A Trento si spera nella zona gialla
Tralasciano le proteste c'è chi ancora punta ad un ragionamento più lucido che con fiducia attende un via libera delle istituzioni. A Trento ad esempio lavorano contando su una zona gialla post-pasquale. Nelle intenzioni della giunta provinciale, oltre ad aiutare i ristoratori aggiungendo di tasca propria ciò che non è arrivato dallo Stato col decreto Sostegni, c'è anche l'idea di progettare un bonus acquisti da spendere negli esercizi commerciali e nei ristoranti.

«Speriamo di passare in zona gialla - ha detto Marco Fontanari, presidente dell'associazione ristoratori del Trentino - arrivare anche dopo Pasqua in zona arancione sarebbe insostenibile. Abbiamo ribadito al ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, la necessit di consentire l'apertura dei locali anche a cena dopo il 6 aprile, anche migliorando i controlli. La distanza deve restare di un metro, due assolutamente no (era stata l'Iss recentemente a suggerire di aumentare la distanza per contrastare le varianti ndr.) e poi lavorando su prenotazione, misurando la temperatura e prevedendo solo pagamenti elettronici».

Per Fontanari i ristori non sono più funzionali perchè il miglior ristoro ora è poter riaprire visto il gran bisogno di liquidità.

Le destinazioni internazionali che riaprono
Nel frattempo, in altri parti del mondo le logiche italiane appaiono del tutto superate. È il caso della lontana Polinesia che, nel bel mezzo del Pacifico, sta correndo verso l'eliminazione di tutte le restrizioni riportando le persone in ristoranti, bar, sale da bowling e simili (una prospettiva che fa venire l'acquolina in bocca ai tanti viaggiatori in attesa di programmare le vacanze). Ma anche la "vicina" Islanda si prepara ad accogliere i primi turisti. Italiani per giunta. Otto persone, già immunizzate, si preparano a raggiungere l'isola di ghiaccio e vulcani grazie a un tour organizzato dal portale SiVola.it.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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