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Affitti abusivi e reddito di cittadinanza: le due spine nel fianco degli hotel

Durante l’assemblea generale a Parma, la Federalberghi mette sul tavolo la ricetta per uscire dalla crisi del turismo strangolato da pandemia, caro energia e ora dalla mancanza del personale. Serve sostegno e formazione

 
14 maggio 2022 | 13:48

Affitti abusivi e reddito di cittadinanza: le due spine nel fianco degli hotel

Durante l’assemblea generale a Parma, la Federalberghi mette sul tavolo la ricetta per uscire dalla crisi del turismo strangolato da pandemia, caro energia e ora dalla mancanza del personale. Serve sostegno e formazione

14 maggio 2022 | 13:48
 

Il problema della mancanza di personale nei ristoranti e nell’intero settore dell’accoglienza è stato uno dei temi centrali durante la 72ª assemblea generale della Federalberghi, la federazione che conta 26mila aziende. A Parma, alla presenza anche del ministro Massimo Garavaglia, il presedente Bernabò Bocca ha spiegato come «Questi anni hanno messo in risalto quanto importante sia per la nostra attività poter contare su collaboratori validi, professionalmente competenti e motivati. Purtroppo, ai tradizionali problemi di reperimento della manodopera si aggiunge oggi un fenomeno di allontanamento del personale dal nostro settore». Ma la soluzione c’è e per Federalberghi la ricetta prevede, in primis, la lotta all’abusivismo in materia di affitti brevi e l’eliminazione del Reddito di cittadinanza. Senza, naturalmente, dimenticare gli aiuti alle aziende per l’emergenza sui costi dell’energia. E investire sulla formazione nelle scuole.

Bernabò Bocca

Bernabò Bocca


Le aziende hanno ancora bisogno di supporto

«Siamo tornati insieme, felicemente in presenza. Rimetteremo a fuoco i nostri obiettivi dopo essere stati letteralmente travolti da due anni di pandemia e trovandoci di fronte oggi a una nuova colossale difficoltà quale è il conflitto in Ucraina. Abbiamo come sempre messo a disposizione le nostre aziende per poter venire incontro alle necessità dei profughi, mai tradendo la nostra vocazione di attenzione al sociale. Ma è certo che per ricominciare a sentirsi forti abbiamo bisogno di essere accompagnati ancora per un po’ e supportati al massimo dai nostri governanti con ogni strumento utile. Vogliamo dire le nostre priorità? La diminuzione della pressione fiscale, in primis riducendo le tasse sugli immobili che gravano sulle imprese anche quando sono chiuse o semivuote; il sostegno agli investimenti con il potenziamento del credito di imposta per la riqualificazione delle strutture ricettive; il contrasto all’abusivismo dilagante in tema di locazioni brevi».


Scalda così la platea Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi, di fronte ai circa 300 albergatori italiani che si sono dati appuntamento a Parma per l’apertura dei lavori della 72ª assemblea generale della federazione che conta 26mila aziende. Un incontro atteso per il comparto, finalmente in presenza, che si celebra alla presenza del ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, e del Governatore dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, e che sancisce un ritorno alla normalità dopo la sofferta ed inevitabile interruzione delle convention sui territori, subìta nel periodo più buio della pandemia.


Fondamentali gli aiuti contro il caro energia

«Il nostro comparto è fertile - ha dichiarato Bocca - va coltivato costantemente. Non può essere considerato importante solo quando va bene. Perché per andare bene devono esserci condizioni di stabilità garantite. Tutti siamo investiti dai pesantissimi rincari del costo dell’energia – ha proseguito il presidente di Federalberghi - Ma forse vale la pena sottolineare che le nostre sono aziende energivore. Se vogliamo misurare in prospettiva gli effetti di questa situazione di grave emergenza, le impennate del caro energia, dovute anche alle conseguenze del conflitto, hanno letteralmente triplicato i costi. E nonostante le misure di contenimento già adottate dal Governo, molte imprese sono a rischio chiusura dovendo affrontare un aumento della bolletta energetica per gas ed elettricità troppo oneroso. Nel nostro ambito, ahinoi, ce ne eravamo già accorti. C’è da auspicare davvero che arrivino aiuti sempre più incisivi per uscire da questo guado. Ma non vogliamo rinunciare al nostro ottimismo. Senza lasciarci trascinare da alcuna deriva, andiamo incontro alla stagione più importante dell’anno contando sulla voglia degli italiani di tornare a viaggiare, voglia che abbiamo già constatato vedendo i risultati del movimento turistico interno a Pasqua e durante il ponte primaverile del 25 aprile. E contiamo anche sulla bellezza dei nostri territori e sulla ripresa del turismo straniero che si profila grazie all’allentamento delle restrizioni che erano dettate dalla necessità sanitaria. Tuttavia, continueremo ad usare prudenza e terremo attivi i protocolli di sicurezza nelle nostre aziende, con la prospettiva di vederci impegnati con continuità. Gli americani sono tornati in Italia, ma quest’anno dobbiamo fare a meno di altri turisti che non vengono solo dalla Russia ma anche dal Far East, come Cina e Giappone. Noi speriamo di compensare questa assenza dal mercato con più americani e, soprattutto con più italiani».

Rispetto alle risorse stanziate per le altre categorie, che non hanno saputo spenderle, come ad esempio le agenzie di viaggio, Bocca ha detto: «Un decreto legge ha destinato alle nostre imprese circa ottanta milioni, inizialmente destinate ad altre categorie che si aggiungono ai 600 milioni stanziati. E accanto alle risorse pubbliche occorre menzionare le risorse provenienti dalle istituzioni private ad esempio quelle attivabili con il sostegno del sistema bancario. A febbraio Federalberghi ha definito un accordo con Intesa Sanpaolo che ha stanziato oltre 1 miliardo di euro per le nostre strutture. Risorse pubbliche e private, quindi, dovevano operare in sinergia nel favorire la ricostruzione e la riconversione del nostro sistema di ospitalità verso standard ancora più innovativi, ridotto impatto ambientale in grado di aumentare il livello di servizi per la clientela e di competitività della nostra offerta».


In apertura dell’assemblea parmense, negli spazi Ipogei dell’Auditorium Paganini, il ministro del Turismo ha fatto il suo intervento dinanzi al vasto pubblico di albergatori, accanto al governatore dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini e all’assessore per le Attività produttive, turismo, commercio e sicurezza urbana del Comune di Parma Cristiano Casa che a loro volta hanno portato il saluto istituzionale.


Occorre sfruttare il revenge tourism

«Tolto il tappo, abbiamo tanta tanta voglia d'Italia tra i turisti del mondo. Una sorta di “revenge tourism” come dice Roberta Garibaldi dell'Enit - ha dichiarato il ministro del Turismo Massimo Garavaglia - Dai primi dati notiamo che su aprile, maggio e giugno l'Italia ha un tasso di riempimento delle strutture ricettive di 10 punti superiore alla Spagna, nostro tradizionale competitor. E questa è un’ottima notizia. Non si vedeva da anni, c'è un rimbalzo ma dobbiamo renderlo strutturale».

Su questo punto Garavaglia ha aggiunto: «E per questo che abbiamo fatto campagne di promozione dell’Italia molto forti: sia con il Giro d’Italia che è stato rivisto in un’ottica più di promozione turistica, sia con Eurovision che vede tra un cantante e l’altro la promozione del nostro Belpaese in modo anche molto veloce con delle clip che poi i giovani potranno riutilizzare sia con la campagna degli Ambassador, grandi ambasciatori italiani che promuovo l’Italia nel mondo. Per quanto riguarda l’occupazione del settore è un dato, ahimè, oggettivo: se abbiamo quasi il 10% di disoccupazione e mancano 300-350 mila figure nell’ambito del turismo vuol dire che c’è qualcosa che non va nel mercato del lavoro. Io credo che sia opportuno un tavolo a breve con il ministro Orlando e gli operatori proprio per vedere cosa si può fare nell’immediato per trovare delle soluzioni.».

Carlo Cracco, Bernabò Bocca e Roberta Garibaldi

Carlo Cracco, Bernabò Bocca e Roberta Garibaldi


Il binomio inscindibile tra turismo ed enogastronomia

Nello stesso contesto della giornata di lavori nella capitale italiana del gusto, si è svolta poi la tavola rotonda sul tema “Enogastronomia e Turismo testimonial del brand Italia - Dai territori ai prodotti una rete per raccontare l’eccellenza” alla quale hanno preso parte lo chef stellato Carlo Cracco, l’amministratore delegato di Enit, Roberta Garibaldi, e lo stesso presidente di Federalberghi Bernabò Bocca. A moderare la giornata di lavori, il giornalista de La7, Andrea Pancani.


Quello della ristorazione in hotel rappresenta un valore aggiunto, molto potente in termini di comunicazione riguardo i territori e l’eccellenza dei prodotti, da offrire sulla tavola ai viaggiatori che scelgono di soggiornare in hotel. È una freccia in più al proprio arco per l’associazione di categoria che cura in primis l’ospitalità.


Gli italiani (e non solo) hanno voglia di riprendersi i viaggi

«Dopo due anni difficili – ha dichiarato Emio Incerti, presidente Federalberghi Parma - e il rinvio dell’evento in programma per il 2020, anno di Parma Capitale Italiana della Cultura, possiamo finalmente ospitare la 72ª assemblea nazionale Federalberghi. Inizia la ripresa: dopo un inizio 2022 caratterizzato da un calo di presenze, il ritorno alla possibilità di viaggiare e la ripresa dell’economia hanno riportato i turisti nella nostra città. C’è voglia di tornare a muoversi: già a Pasqua abbiamo visto un grande afflusso, con circa l’80% delle camere occupate a Parma e provincia. A seguire grazie alla manifestazione Cibus tutte le camere delle strutture ricettive erano prenotate. Ci sono buone prospettive per i prossimi mesi, soprattutto per eventi in programma come il Giro d’Italia e la Mille Miglia».

Massimo Garavaglia

Massimo Garavaglia


Puntare sulla formazione

«Se c’è un settore di fronte al quale si richiede un aggiornamento continuo è proprio quello del food and beverage, soprattutto nel campo della ricettività - ha dichiarato Bocca - Ed è ben augurante ragionare di questi temi nella capitale italiana dell’enogastronomia. Abbiamo chef in Italia che sono dei numeri uno. Con la loro cucina e la loro creatività sostengono indirettamente il turismo italiano ed arrivano a fare destinazione. Strutturare al meglio tutto questo per il nostro turismo sarà come lavorare l’oro».


«La forza attrattiva del turismo enogastronomico è andata rafforzandosi, soprattutto grazie all’immagine consolidata di eccellenze nell’arte culinaria e alla pluralità di risorse e attrazioni diffuse, sia nelle città principali che in quelle minori -dichiara Roberta Garibaldi, amministratore delegato dell’Enit - Questa crescita di interesse dei viaggiatori italiani e stranieri genera nuove opportunità, anche per il settore alberghiero, favorisce lo sviluppo di circuiti virtuosi, creando ad esempio nuove connessioni con i produttori, ristoratori e comunità locali».

 


Cracco: vinciamo facendo sistema e investendo sulle scuole

«Il brand Italia si esporta nel mondo anche grazie all’eccellenza dei prodotti che il nostro Paese possiede in misura direi infinita. La cucina d’autore rappresenta la virtù che si applica alla materia prima - ha dichiarato lo chef stellato di fama internazionale, Carlo Cracco - Ho sempre sostenuto che fare rete nel comparto dell’enogastronomia significa diventare più forti. Pensiamo a quanto hanno funzionato in questo senso i modelli europei. Facendo sistema e collegandosi ai vari organismi preposti si può strutturare un’attività come Ambasciatori del Gusto, rendendo la nostra qualità enogastronomica e il nostro sapere un elemento sempre più forte di attrattività anche per il turismo straniero. Anche noi chef siamo riusciti a diventare una attrazione fondamentale del turismo. Perché chi viene a visitare una città o un monumento poi deve anche dormire e mangiare. Più cose ha attorno più resterà e non sarà un turismo mordi e fuggi. Avere degli alberghi internazionali è fondamentale. Gli alberghi sono i riferimenti della città per i servizi che offrono. Se l’albergo non offre servizi in più rispetto all’ospitalità, il cliente si disperde nel territorio, ma occorre che anche essi sviluppino certi servizi, facendo sistema con il territorio stesso. Negli ultimi tempi, soprattutto dopo la pandemia, si è certamente notato una carenza di forza lavoro sia in sala che in cucina, forse anche una disaffezione a questo lavoro, alla quale bisogna rispondere mettendo al centro di tutto la formazione. È da qui che dobbiamo ripartire, investendo sulle scuole, sull’insegnamento e sulla preparazione professionale di questi ragazzi, cercando di dare loro una possibilità di crescita e nuovi sbocchi professionali».

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