Ogni taglio di carne racconta una storia, e ogni assaggio è un viaggio sensoriale che coinvolge vista, olfatto, tatto e gusto. Non si tratta solo di un alimento, ma di un prodotto complesso che cambia a seconda del taglio, della preparazione e della cottura. Valutare la carne significa quindi comprendere la sua essenza, esplorandola in cinque passaggi fondamentali: l'analisi visiva della carne cruda, quella olfattiva, la valutazione visiva e olfattiva della carne cotta, e infine la prova del gusto e del tatto. Questo è il percorso suggerito da Manuela Violoni e Gian Paolo Braceschi, esperti nell'arte della valutazione sensoriale del Centro Studi Assaggiatori, per scoprire ogni dettaglio di questo prezioso alimento.

Come valutare la carne: una guida completa
L'analisi visiva della carne cruda: la prima impressione
La prima tappa è l'osservazione attenta della carne cruda sotto una luce bianca, preferibilmente naturale, per coglierne i dettagli. Il colore è il primo elemento da valutare: dalle sfumature dei fasci muscolari alla lucentezza della superficie, ogni caratteristica può rivelare qualcosa sulla freschezza e sulla qualità.

Manuela Violoni del Centro Studi Assaggiatori
Un taglio ben fatto, perpendicolare alle fibre muscolari, permette di esaminare la disposizione interna dei fasci, la consistenza del tessuto connettivo e la presenza di marezzatura, cioè le venature di grasso intramuscolare che garantiscono sapore e morbidezza. Anche la consistenza visibile della carne, che si nota osservandone la cedevolezza o compattezza, può fornire indizi sulla tenerezza.

Gian Paolo Braceschi del Centro Studi Assaggiatori
L'olfatto: un indizio prezioso, anche a crudo
Passando all'olfatto, la carne cruda regala un primo impatto aromatico che può essere rivelatore. Quando si apre un incarto o una confezione, l'aroma è immediatamente percepibile e racconta la freschezza o eventuali difetti. In un contesto di analisi sensoriale, si utilizza una coppetta con un piccolo campione tagliato a coltello per preservare gli aromi. Accostando il campione al naso, si possono cogliere sfumature aromatiche legate all'origine della carne e alle condizioni di conservazione.

Oltre il gusto e la vista: come il naso giudica la carne
La valutazione olfattiva richiede anche un pizzico di allenamento: i profumi della carne cruda possono richiamare esperienze o odori vissuti in contesti diversi. Questa connessione tra ricordi e aromi è una chiave per comprendere meglio il prodotto.
La carne cotta: il fascino dei dettagli visivi
Con la cottura, la carne si trasforma profondamente. Le caratteristiche visive della carne cotta dipendono dal metodo scelto: alla griglia, alla piastra o lessata. Nel caso delle grigliate, la crosticina esterna - risultato della reazione di Maillard - dona non solo croccantezza, ma anche colore e sapore inconfondibili. La presenza di eventuali essudati e il colore interno, variabile dal rosato al marrone a seconda del grado di cottura, offrono informazioni importanti sull'umidità e sulla cottura.

Con la cottura, la carne si trasforma profondamente
Con le carni lessate, invece, si osservano una maggiore uniformità di colore e minori variazioni nella consistenza. Qui è fondamentale analizzare la coesione delle fibre muscolari e la trasformazione del tessuto connettivo, che può diventare gelatinosa e translucida, un segnale di cottura ben eseguita.
L'olfatto durante la cottura: un'esperienza che stimola l'appetito
L'odore della carne cotta è uno dei momenti più coinvolgenti dell'esperienza sensoriale. Già durante la cottura, i profumi si diffondono nell'ambiente, stimolando l'appetito e anticipando il piacere dell'assaggio. Per una valutazione olfattiva mirata, è utile avvicinare un boccone appena tagliato al naso, senza attendere che si raffreddi, e aspirarne l'aroma. Le diverse parti del boccone - dalla crosta esterna al cuore interno - possono offrire profumi distinti, legati alle reazioni chimiche della cottura, come la caramellizzazione superficiale o gli aromi più delicati delle zone interne.
Gusto, tatto e retrolfatto: il verdetto finale
L'ultima fase della valutazione è anche la più attesa: l'assaggio. La prima impressione tattile arriva durante il taglio e il morso iniziale, che rivelano la tenerezza e la resistenza delle fibre. Durante la masticazione, si libera la parte acquosa, offrendo una misura della succosità.
La fibrosità della carne - ovvero quanto i filamenti si percepiscono duri o resistenti - e la grassezza, che lascia una pellicola untuosa e aromatica sulle pareti della bocca, completano il quadro. Infine, è fondamentale prestare attenzione agli aromi persistenti, che, dopo la deglutizione, raccontano la complessità del prodotto.