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Olio deodorato Danni enormi per il settore

La cosa scandalosa non è che si vendano sul mercato oli deodorati, certamente meno salutari dei veri extravergini, ma probabilmente non tossici (ammesso che il procedimento sia stato eseguito a regola d’arte), ma ciò rappresenta una vera e propria truffa nei confronti del consumatore finale

di Gennaro Sicolo
 
04 marzo 2011 | 10:22

Olio deodorato Danni enormi per il settore

La cosa scandalosa non è che si vendano sul mercato oli deodorati, certamente meno salutari dei veri extravergini, ma probabilmente non tossici (ammesso che il procedimento sia stato eseguito a regola d’arte), ma ciò rappresenta una vera e propria truffa nei confronti del consumatore finale

di Gennaro Sicolo
04 marzo 2011 | 10:22
 

Ancora una volta la normativa europea ha difeso gli interessi dei grandi e piccoli marchi che da anni ingannano i consumatori, a discapito dei piccoli produttori che agiscono onestamente.

Ci riferiamo al Regolamento (Ue) n. 61/2011 del 24 gennaio 2011 relativo alle caratteristiche degli oli d'oliva e di quelli di sansa d'oliva nonché ai metodi di analisi ad essi attinenti.  Dopo trent'anni di battaglie, in cui il Cno è stato protagonista unitamente ad altri organismi di settore, il legislatore si è posto il problema di come regolamentare in termini analitici il vero contenuto di una bottiglia di olio extravergine di oliva.

Il provvedimento introduce, sì, un sistema di rilevazione piuttosto efficace, quello del calcolo degli alchil esteri, che identificano senza scampo le non buone caratteristiche di produzione, ma autorizza la vendita di olio con un livello massimo di alchil esteri pari a 150 mg/kg con etichettatura "olio extra vergine di oliva”. Poiché un olio ottenuto da olive sane, spremute subito dopo la raccolta, contiene al massimo 10-15 mg/kg di alchil esteri, che possono arrivare in via eccezionale a 30, come da dati di laboratorio in nostro possesso, possiamo senz'altro dire che questo regolamento, se non modificato nei parametri, introduce di certo ulteriori dubbi e incertezze in un mercato già difficile .
 
La cosa scandalosa non è che si vendano oli deodorati, certamente meno salutari dei veri extravergini, ma probabilmente non tossici (ammesso che il procedimento sia stato eseguito a regola d'arte), ma che si faccia dell'extravergine una notte in cui tutte le vacche sono nere.

Ciò rappresenta una vera e propria truffa nei confronti del consumatore, che ha diritto di sapere che valore ha ciò che gli viene offerto; poi sarà libero di scegliere il prodotto di maggior valore o quello meno pregiato. è utile far sapere al consumatore che i costi industriali per il confezionamento di una bottiglia sono di circa 1 euro, è facile a questo punto capire che alcune offerte rappresentano solo azioni speculative e truffaldine lasciando intendere che si tratta di un affare ma in realtà si sta comprando un prodotto scadente .

Ma, oltre che al consumatore, il nuovo regolamento europeo, se non rivisto nei parametri, crea un danno enorme anche ai produttori onesti, che vedono il loro prodotto equiparato a quello ottenuto a costi infinitamente minori.

Di fronte a queste prospettive disastrose il Cno propone di ridurre drasticamente i parametri ammissibili di alchil esteri ed invita il legislatore a rivedere tali limiti con un'ottica di tutela del mercato, a garanzia del consumatore.

L'olio è uno degli alimenti più importanti per la nostra salute: abbiamo il diritto di conoscerne tutte le qualità.

è in questa prospettiva che si inquadra l'azione del Cno per diffondere l'attenzione alla tracciabilità, che è rilevabile negli extravergini del marchio collettivo del Cno ”Terre del Sole” anche attraverso un sms o un 'qr code”, (un'icona che, fotografata con il telefonino, ci connette ad un sito internet dandoci tutte le informazioni sul prodotto), cioè usando gli strumenti di comunicazione più avanzati. In questo modo i veri oli extravergini potranno continuare a raccontare le biodiversità e le tipicità territoriali, racchiuse in un progetto di filiera che ottimizzi tutti i processi, di cui il produttore dà ogni garanzia 'mettendoci la faccia”.

Riteniamo, infatti, che solo con la chiarezza sia possibile difendere contemporaneamente gli interessi dei consumatori e dei produttori, anche di quelli industriali, purché non millantino qualità diverse da quelle reali.

Invitiamo pertanto i consumatori ad orientare le loro scelte verso prodotti a certificazione DOP e Igp e 100 % Italiano o a tracciabilità certificata di piccole filiere di produttori e/o cooperative. Solo con questa selezione si potrà avere la certezza di consumare un alimento sano per tutta la famiglia.


* presidente Cno (Consorzio nazionale degli olivicoltori)


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10/03/2011 11:53:00
2) L'olio extravergine autentico non è quello garantito dall'Europa....
Se mi permettete vorrei commentare passo a passo questo intervento per rilevare che tutto quello che vale per gli alchil esteri vale anche per tutti gli altri parametri che indicano la qualità dell'Olio Extravergine d'Oliva (come per esempio: l'acidità, i perossidi o i polifenoli: "Il provvedimento introduce un sistema di rilevazione degli alchil esteri e autorizza la vendita di olio con etichettatura "olio extra vergine di oliva” con un livello massimo di alchil esteri pari a 150 mg/kg.
Poiché un olio ottenuto da olive sane, spremute subito dopo la raccolta, contiene al massimo 10-15 mg/kg di alchil esteri, possiamo senz'altro dire che questo regolamento, se non modificato nei parametri, introduce di certo ulteriori dubbi e incertezze in un mercato già difficile." Lo stesso discorso però, dico io, si dovrebbe fare per il grado di acidità (=<0,8 di legge contro <0,2 di un EVO di qualità) o per i perossidi (= <18 di legge contro <5 di un EVO di qualità) o i polifenoli (=>60 di legge contro >250 di un EVO di qualità).
La cosa scandalosa è che si faccia dell'extravergine una notte in cui tutte le vacche sono nere. Ciò rappresenta una vera e propria truffa nei confronti del consumatore, che ha diritto di sapere che valore ha ciò che gli viene offerto; poi sarà libero di scegliere il prodotto di maggior valore o quello meno pregiato. "è utile far sapere al consumatore che i costi industriali per il confezionamento di una bottiglia sono di circa 1 euro", ed io aggiungo che i costi di frangitura incidono per circa 1,5 euro a litro; che i costi di raccolta a litro incidono da un minimo di 2 (meccanica in piano) ad un massimo di 7 euro (manuale in collina a sbalzi); che i costi di potatura annuale dell'oliveta incidono come minimo di 1 euro, che i costi di lavorazione del terreno alla base degli olivi incide da 0,50 euro (con uso di diserbanti) fino a 1,5 euro a litro per taglio dell'erba durante tutto l'anno; e a tutto ciò bisogna aggiungere i costi dei concimi e dei trattamenti delle piante, i costi di gestione dell'azienda agricola ed i costi di commercializzazione.
"è facile a questo punto capire che alcune offerte rappresentano solo azioni speculative e truffaldine lasciando intendere che si tratta di un affare ma in realtà si sta comprando un prodotto scadente." Per concludere il consumatore deve mettersi bene a mente che solo gli oli di qualità sono saporiti e fanno bene alla salute ed al gusto mentre gli altri oli fanno solo ingrassare. Non è possibile trovare un olio di qualità sul mercato a meno di 7/8 euro il litro e non c'è molto da scandalizzarsi se un olio IGP Toscano o una DOP del Garda arrivano a 15/18 euro. Dovremmo invece scandalizzarci di pagare un Olio "EVO" in offerta speciale nei Supermercati a 2,99 il litro e nelle stazioni di servizio un olio minerale lubrificante per il motore dell'automobile a 15 euro!


09/03/2011 10:38:00
1) Ipocrisia da parte di Carlo Petrini e Slow Food
Perchè non parlare anche di Carlo Petrini e di Solw Food, che sostengono questo scandalo, ma si ergono a paladini della qualità ed in difesa dei piccoli produttori, andando a braccetto con la grande industria? Questo è il vero scandalo!!




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