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Lo scandalo di Bruxelles Autorizza l’olio "deodorato"

Il nuovo regolamento comunitario in vigore dal 1° aprile, autorizza la vendita di extravergine con un quantitativo massimo di alchil esteri pari a 150 mg/kg, composti chimici che si formano nei prodotti di scarsa qualità, e autorizza indirettamente la commercializzazione di condimenti deodorati

24 febbraio 2011 | 16:40
Lo scandalo di Bruxelles Autorizza l’olio
Lo scandalo di Bruxelles Autorizza l’olio

Lo scandalo di Bruxelles Autorizza l’olio "deodorato"

Il nuovo regolamento comunitario in vigore dal 1° aprile, autorizza la vendita di extravergine con un quantitativo massimo di alchil esteri pari a 150 mg/kg, composti chimici che si formano nei prodotti di scarsa qualità, e autorizza indirettamente la commercializzazione di condimenti deodorati

24 febbraio 2011 | 16:40
 

BRUXELLES - L'Europa sdogana l'olio taroccato e di fatto autorizza i 'deodoranti”. Bruxelles ha infatti definito i nuovi limiti per la concentrazione degli alchil esteri, composti chimici che si formano nei prodotti di scarsa qualità, e ha stabilito dei livelli massimi oltre cui un olio non potrà essere etichettato come extravergine.



Viene presentata come la normativa che dovrebbe salvaguardare la genuinità dell'olio extravergine di oliva. E invece il nuovo regolamento comunitario, in vigore dal prossimo 1° aprile, rischia di spalancare le porte dei supermercati europei a miscele di oli di dubbia qualità. Secondo gli esperti de ilfattoalimentare.it, la legge europea non bonifica il mercato, se non in misura modesta, ma legalizza la presenza di condimenti difettosi, promuovendoli sul campo. «Non siamo di fronte - spiega Roberto La Pira, giornalista esperto di consumi - a una legge che permette di bloccare e di escludere dal mercato l'olio taroccato, come hanno scritto molti giornali, ma all'esatto contrario».

Al centro del dibattito c'è la cosiddetta deodorazione, ovvero un'operazione che consente di trasformare oli di oliva non commestibili di scarsa qualità in oli di oliva senza difetti. Finora dopo questo trattamento l'olio non poteva più essere definito extravergine. I limiti introdotti adesso però prevedono che un extravergine è tale se la somma degli esteri etilici e metilici da acidi grassi è inferiore a 75 milligrammi per chilo. Inoltre la deodorazione diventerebbe quasi obbligatoria quando passa molto tempo tra la raccolta dell'oliva e la sua trasformazione.

Per capire cosa sta succedendo, bisogna partire dai prezzi delle bottiglie esposte sugli scaffali dei supermercati, che oscillano da 2,50 a 8-9 euro al litro e più, creando molta confusione tra i consumatori che non sanno più cosa scegliere. L'oscillazione è dovuta alla presenza di bottiglie contenenti olio extravergine trattato per eliminare i cattivi odori, quello che viene chiamato dagli addetti ai lavori "deodorato". La chiave per capire se un olio è stato deodorato è in due parole: alchil esteri. Ossia quei composti (in letteratura noti come esteri metilici ed etilici di acidi grassi) che si formano in seguito a fenomeni fermentativi e degradativi delle olive e che comportano la produzione di alcol metilico ed etilico e la liberazione di acidi grassi dai trigliceridi. L'elevata presenza di queste sostanze è un indicatore di scarsa qualità dell'extravergine, che si impoverisce dal punto di vista nutrizionale perché perde molte delle sue proprietà antiossidanti. In pratica, gli alchil esteri testimoniano una non corretta conservazione dovuta a un cattivo stoccaggio della materia prima, accatastata per giorni in enormi cumuli (come spesso succede nei sistemi industriali spagnoli), oppure franta dopo che è già in atto un processo di fermentazione.

A una forte concentrazione di alchil esteri, dunque, dovrebbe corrispondere un difetto organolettico dell'olio: un'alta acidità oppure un odore troppo forte. Condizioni che non consentirebbero di definire il prodotto extravergine. A meno che non venga corretto, magari deodorato, per poi ritrovare "l'extraverginità" venendo miscelato con una buona dose di extravergine ben fruttato. Neppure il miglior chimico, però, è in grado di far sparire contemporaneamente i difetti organolettici e le loro tracce chimiche. E difatti gli alchil esteri rimangono anche a seguito dei trattamenti e offrono un'arma in più per stanare le possibili frodi commerciali. Diventano, cioè, testimoni scomodi di ipotetiche sofisticazioni.

«Gli oli che hanno bisogno di essere deodorati sono quelli di bassa qualità. è inaccettabile che un procedimento chimico finora vietato in oli extravergine venga sostanzialmente permesso per consentire a chi non produce qualità di arrivare sul mercato con un prodotto adulterato che il consumatore non sarà in grado di riconoscere dall'etichetta», dichiara Carlo Petrini, presidente Slow Food. «è una legge che va esattamente in direzione contraria a quella che sembrerebbe volere imboccare la nuova Pac del Commissario Ue all'agricoltura Dacian Ciolos. Non si protegge la qualità danneggiando in modo così grave una categoria, i produttori onesti di olio extravergine di oliva, che in questo momento è già in grave difficoltà. La presenza di oli deodorati deve almeno essere indicata in etichetta a protezione del diritto del consumatore all'informazione e alla salute», conclude Petrini.

Intanto gli uomini del Nucleo agroalimentare Forestale di Roma del Corpo forestale dello Stato hanno riscontrato, presso diversi stabilimenti di confezionamento a Firenze, Reggio Emilia, Genova e Pavia, documenti di trasporto falsificati utilizzati per regolarizzare una partita di 450mila chilogrammi di olio extravergine di oliva destinata ad essere commercializzata, per un valore di circa 4 milioni di euro. Ne dà notizia una nota del Corpo forestale, osservando che l'ipotesi degli investigatori è che i documenti siano stati contraffatti per ingannare sulla vera natura del prodotto che, secondo la Procura di Firenze, conterrebbe olio di oliva deodorato, di bassa qualità e dal valore commerciale tre volte inferiore a quello etichettato come extravergine.

Per la Coldiretti, lo scandalo della possibile contraffazione di 450mila chili di olio di oliva 'spacciati” come extravergine di qualità potrebbe aiutare a spiegare i prezzi stracciati a cui viene venduto spesso l'extravergine di oliva sugli scaffali dei supermercati. La messa in commercio di olio di bassa qualità è una delle ipotesi che potrebbe giustificare la vendita di extravergini a prezzi irrisori che non basterebbero neanche a coprire le spese di raccolta delle olive in molte regioni. Un pericolo per i consumatori ai quali la Coldiretti consiglia di scegliere i prodotti che presentano il miglior rapporto prezzo/qualità, ma non inferiore ai sei euro al litro e che riportano sull'etichetta l'origine nazionale delle olive senza affidarsi esclusivamente ai grandi marchi che spesso sono in realtà di proprietà straniera.

L'ipotesi degli investigatori nel caso specifico è che i documenti siano stati contraffatti per ingannare sulla vera natura del prodotto che, secondo la Procura di Firenze, conterrebbe olio di oliva deodorato, di bassa qualità e dal valore commerciale tre volte inferiore a quello etichettato come extravergine. La deodorazione, spiega una nota, è un'operazione di rettifica dell'olio di oliva che consente di trasformare oli di oliva non commestibili di scarsa qualità in oli di oliva senza difetti, ma che una volta subìto questo trattamento non possono più essere commercializzati come oli di oliva extravergine.

Con il recente varo da parte dell'Unione europea del Regolamento 61/2011 relativo alle caratteristiche degli oli di oliva e degli oli di sansa d'oliva e relativi metodi di analisi è stata introdotta la valutazione del nuovo parametro dei metil esteri degli acidi grassi (Meag) ed etil esteri degli acidi grassi (Eeag) che consente proprio di svelare la presenza dei suddetti oli deodorati negli oli extravergine d'oliva. Purtroppo il regolamento entrerà in vigore dal prossimo 1° aprile e gli oli imbottigliati entro questa data avranno una scadenza di 18 mesi. La norma pone fine alla concorrenza sleale nei confronti della produzione nazionale che provoca ricorrenti difficoltà di mercato mettendo a rischio l'uliveto italiano che può contare su 250 milioni di piante e sulla punta di diamante rappresentata da 40 oli extravergine d'oliva Dop/Igp.


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02/03/2011 19:16:00
2) Non diffondiamo panico ingiustificato
Gent.li signori, a mio parere avete preso un grande abbaglio. Lo si vede anche dagli interventi nei commenti anche degli stessi operatori. L'olio deodorato esisteva da tempo, ma non c'era verso di scoprirlo in quanto non esisteva un metodo analitico che offrisse delle garanzie. Sono stati proposti nel tempo anche bandi per i ricercatori affinchè riuscissero a trovare un metodo chiaro. Alla fine ricercatori italiani lo hanno scoperto e quindi è stato deciso di introdurre tale sistema per monitorarne la presenza. In buona sostanza fino a prima della legge si poteva andare a ruota libera oggi non più. Come si fa a scrivere che l'olio deodorato è legale? Mi spiace che una testata specialistica come la vostra possa scrivere delle corbellerie simili riprendendole per giunta da altre testate. Di ignoranza ce n'è tanta infatti la stessa Coldiretti in un comunicato stampa aveva scritto STOP AI DEODORANTI. Siamo seri una volta per tutte e non diffondiamo panico assolutamente ingiustificato anzi onore al grande merito dei ricercatori italiani.


02/03/2011 12:47:00
1) Come passano il loro tempo i politici?
Noi siamo una azienda olivicola, vi ringraziamo per le notizie che ci avete comunicato. Come già riportato sopra noi olivicoltori siamo allo sbando. Dopo questa notizia molte aziende come noi, che negli anni hanno investito sulla qualità, oggi con questa legge non riusciranno più a sopravvivere. Io vorrei chiedere a quei coglioni dei nostri politici, che dovrebbero essere presenti nelle sedute parlamentari europee, come passano il loro tempo.




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