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La Cassazione mette il mais Ogm ko Sentenza contro Fidenato in Friuli

Arriva la sentenza della Corte di cassazione contro Giorgio Fidenato, l'agricoltore che aveva piantato mais Ogm in Friuli senza chiedere il permesso alla regione. Questo è sicuramente segno di un'Italia ancora fortemente contraria agli Ogm, visti come una vera e propria aggressione al Made in Italy

 
23 marzo 2012 | 10:21

La Cassazione mette il mais Ogm ko Sentenza contro Fidenato in Friuli

Arriva la sentenza della Corte di cassazione contro Giorgio Fidenato, l'agricoltore che aveva piantato mais Ogm in Friuli senza chiedere il permesso alla regione. Questo è sicuramente segno di un'Italia ancora fortemente contraria agli Ogm, visti come una vera e propria aggressione al Made in Italy

23 marzo 2012 | 10:21
 

Da più di due anni la questione del mais Ogm in Friuli scatena discussioni accese e mobilita agricoltori e gente comune. Ora finalmente la sentenza della Cassazione su queste coltivazioni piantate senza le necessarie autorizzazioni: sono fuorilegge le piante dell'imprenditore friulano Giorgio Fidenato, che ha usato semi di piante transgeniche senza chiedere alla Regione il permesso di coltivarli, come prevede la normativa italiana.

La Cassazione si sofferma su questo aspetto nelle motivazioni della sentenza 11148, e relativa all'udienza svoltasi lo scorso 15 novembre. Si tratta del primo e atteso verdetto di ultimo grado sul tema delle coltivazioni biotech in Italia. Non si è fatto attendere il commento positivo della Coldiretti, secondo cui «è stata giustamente condannata una vera aggressione al Made in Italy, denunciata con forza dalla nostra mobilitazione insieme alle associazioni ambientaliste e dei consumatori. Occorre ora valutare il giusto risarcimento dei danni al patrimonio ambientale ed alimentare nazionale provocati dalla contaminazione per la semina illegale».

E a questo proposito l'assessore all'agricoltura della regione del Veneto, Franco Manzato, ha affermato:« Mi auguro che finisca qui. La Suprema Corte ha posto fine a una sfida alla legalità e agli agricoltori che vogliono davvero valorizzare il proprio lavoro e il proprio territorio».

«Tuttavia - ha aggiunto - dobbiamo tenere la guardia alta, perché non siamo affatto davanti ad una competizione ideologica o di principio tra opposte fazioni scientifiche, come qualcuno vorrebbe far credere. Davanti a noi c'è l'ennesima sfida economica di multinazionali che hanno un unico interesse: far prevalere il proprio prodotto di monopolio per essere i maggiori e forse gli unici a beneficiare dei profitti che possono derivare dall'impiego di sementi Ogm che solo loro hanno il diritto di fornire. E questa sarebbe la fine dell'agricoltura italiana di qualità e del suo valore nel mondo».


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