Promuovere il lavoro come strumento di inclusione e dignità, offrendo ai detenuti una seconda chance per reintegrarsi nella società. Questo l'obiettivo del protocollo d'intesa firmato a Genova tra Fipe-Confcommercio, la federazione che rappresenta i pubblici esercizi, e l'associazione Seconda Chance. Un progetto ambizioso, che si inserisce in un accordo quadro nazionale con il ministero della Giustizia, pensato per creare un ponte tra le opportunità lavorative nella ristorazione e chi, dietro le sbarre, sta cercando una nuova via.

Fipe e Seconda Chance: un accordo per il reinserimento dei detenuti
Detenuti in bar e ristoranti: l'obiettivo di Fipe e Seconda Chance
L'iniziativa, sottoscritta nella sede di Confcommercio, mira a potenziare la ricerca di impieghi per i detenuti selezionati dalle aree educative, ammessi al lavoro esterno o prossimi alla semilibertà e all'affidamento in prova. In un momento storico in cui il settore dei pubblici esercizi soffre una grave carenza di professionalità, questa collaborazione è una risposta concreta per intercettare e formare nuove risorse. «Un impegno necessario - spiegano i promotori - per un doppio beneficio: da un lato supportare la ristorazione, dall'altro dare ai detenuti una reale opportunità di ripartenza».
Alessandro Cavo, presidente di Fipe-Confcommercio Genova, ha sottolineato il significato profondo dell'iniziativa: «Oltre al suo valore economico, non dobbiamo dimenticare che il lavoro ha soprattutto un importante significato sociale. Un'organizzazione di rappresentanza come la nostra deve fare la sua parte attraverso nobili iniziative come questa che ufficializziamo oggi». Una visione condivisa da Matteo Losio, presidente dell'associazione Ristoranti Fipe-Confcommercio Genova, che ha aggiunto: «Siamo onorati di siglare questo significativo protocollo con Seconda Chance, che vuole essere l'inizio di un percorso che possa dare vita a una lunga serie di iniziative per la promozione del lavoro come strumento di inclusione, dignità e integrazione».
Che cosa sapere sull'associazione Seconda Chance
Per l'occasione, ricordiamo che l'associazione Seconda Chance è nata tre anni fa a Roma grazie alla giornalista Flavia Filippi, con l'intento di costruire un ponte tra imprese e detenuti. Un obiettivo importante se si pensa al dato allarmante del 65% di recidiva tra i detenuti: offrire una seconda possibilità lavorativa diventa quindi uno strumento fondamentale per abbattere questa statistica. In soli tre anni, Seconda Chance ha già procurato oltre 430 offerte di lavoro in tutta Italia, collaborando con aziende di ogni settore e contribuendo al reinserimento sociale di molte persone meritevoli.

Il momento della firma del protocollo Fipe-Seconda Chance
Le sfide, però, non mancano. «La situazione nelle carceri è molto complessa. Conosciamo il dato terribile di oltre 90 suicidi nel solo 2024: ognuno deve fare la sua parte per aiutare a risolvere questa gravissima emergenza» spiegano dall'associazione. Ma in Liguria qualcosa si sta muovendo: grazie al progetto Gol, i datori di lavoro possono usufruire di contributi per i tirocini formativi, mentre la legge Smuraglia prevede importanti agevolazioni fiscali per chi assume detenuti, anche a tempo determinato.
Questo protocollo, dunque, non è solo un incoraggiamento, ma una concreta speranza di cambiamento: «Grazie a questa intesa - concludono da Seconda Chance - ci auguriamo di scrivere al più presto i nomi e cognomi degli imprenditori disponibili e dei detenuti selezionati. Accompagneremo entrambi nella prima fase di approccio e conoscenza». Una sinergia che potrebbe trasformare una necessità del comparto in un modello virtuoso di inclusione sociale.