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Italia primo importatore di olio tunisino. I produttori italiani non ci stanno

L'Italia importa il 32,4% dell'olio tunisino nei primi due mesi della campagna 2024/2025, ma i produttori italiani denunciano una concorrenza sleale tra prezzi stracciati e regole meno rigide nel Paese nordafricano

 
23 gennaio 2025 | 19:23

Italia primo importatore di olio tunisino. I produttori italiani non ci stanno

L'Italia importa il 32,4% dell'olio tunisino nei primi due mesi della campagna 2024/2025, ma i produttori italiani denunciano una concorrenza sleale tra prezzi stracciati e regole meno rigide nel Paese nordafricano

23 gennaio 2025 | 19:23
 

C'è un dato che fa discutere: l'Italia è il primo importatore di olio d'oliva tunisino nei primi due mesi della 2024/2025 (il 32,4% del totale), seguita da Spagna (27,3%) e Stati Uniti (13,3%). Parliamo di 42mila tonnellate di olio esportate dalla Tunisia, per un fatturato di circa 207 milioni di euro. Ma non è tutto oro quello che luccica. Per quanto il volume sia cresciuto del 7,4% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, il valore si è contratto del 30,6% a causa del crollo dei prezzi internazionali.

Italia primo importatore di olio tunisino. I produttori italiani non ci stanno

L'Italia è il primo importatore olio d'oliva tunisino

Il prezzo medio dell'olio tunisino è infatti sceso a 4,93 euro al chilo, un bel tonfo rispetto ai 7,63 euro della stagione precedente. Certo, per chi compra, è un affare. Ma per la Tunisia si traduce in un calo drastico dei guadagni. Eppure, la produzione 2024/2025 promette bene: il paese magrebino punta a 340mila tonnellate, un aumento del 55% rispetto all'anno scorso, con l'obiettivo di incassare circa 1,5 miliardi di euro. Numeri che fanno gola, ma che mettono sotto pressione i produttori italiani.

L'accordo Ue-Tunisia che affossa i produttori di olio italiani

Una spinta importante alle importazioni tunisine, ricordiamo, arriva dall'accordo con l'Unione europea. Ogni anno, infatti, la Tunisia può esportare fino a 56.700 tonnellate di oli vergini d'oliva - extravergine, vergine e lampante - senza dazi doganali. Un'opportunità per i produttori tunisini, ma una spina nel fianco per quelli italiani, che si ritrovano a competere con prezzi imbattibili. Non è un mistero che Coldiretti e Unaprol vedano l'olio tunisino come una minaccia: «Viene venduto sotto i 5 euro al litro, mettendo in crisi i nostri olivicoltori, costretti a svendere sotto i costi di produzione» denunciano le associazioni. Il problema non è solo economico, ma anche normativo: in Tunisia non valgono le rigide regole europee su pesticidi e lavoro, il che crea uno squilibrio che pesa tutto sul Made in Italy.

Italia primo importatore di olio tunisino. I produttori italiani non ci stanno

Olio tunisino a 5 euro al litro: i produttori italiani non ci stanno

Per questo, David Granieri, presidente di Unaprol (Consorzio olivicolo italiano), propone una soluzione drastica: limitare il periodo di applicazione dell'accordo Ue-Tunisia dal 1° aprile al 30 settembre. In questo modo si eviterebbe che l'olio tunisino arrivi proprio quando il mercato è pieno di olio “nuovo” italiano. Una misura che potrebbe aiutare i produttori nostrani a respirare. Un altro nodo è quello delle frodi. Infatti, l'olio straniero viene spesso spacciato per italiano, danneggiando non solo i produttori, ma anche i consumatori. Coldiretti e Unaprol chiedono un sistema telematico unico a livello europeo per tracciare l'olio extravergine lungo tutta la filiera. In fondo, trasparenza e controlli più serrati sono le chiavi per proteggere il nostro oro verde.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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